El Mundialito & Europeito

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martedì 15 giugno 2010

Attenzione azzurri Sorpresa 'All Whites'


La Slovacchia si sentiva in testa al girone, poi nel recupero è arrivato il pari della Nuova Zelanda. Gara modesta, ma anche Italia-Paraguay non è stato uno spettacolo: Lippi farà meglio a tenere gli occhi bene aperti
dall'inviato ANDREA SORRENTINO

RUSTENBURG - La Slovacchia si sentiva già lepre, in testa al girone F, addirittura a +2 sui campioni del mondo. Non male, per l'unica esordiente in questa World Cup. Il gol di Vittek in apertura di ripresa, anche se in lieve fuorigioco, permetteva a Hamsik e i suoi fratelli di battere i teneri neozelandesi. Invece è finita che una capocciata in area del difensore Reid, a pochi secondi dalla fine del recupero, ha consegnato alla storia (chi l'avrebbe detto?) la sfida di Rustenburg: è il primo punto conquistato dagli All Whites in una Coppa del Mondo, perché nella precedente esperienza (1982) erano arrivate tre sconfitte. Risultato un po' stretto per gli slovacchi, che dopo un avvio difficile per via dell'emozione avevano ben controllato la gara, superiori tecnicamente nonostante una prova non eccelsa di Hamsik. Ma un'esitazione in difesa, sull'ultimo tentativo dei neozelandesi, è stata fatale. Gara dal valore tecnico risibile, si dirà, e flagellata da un vento costante che ha impedito a molti giocatori un corretto controllo del pallone. Ma a pensarci bene, neppure Italia-Paraguay è stato uno spettacolo tecnico, tutt'altro, quindi occhi bene aperti nei prossimi due match.

La Nuova Zelanda, avversario degli azzurri il 20 giugno, si conferma Cenerentola di bianco vestita. Il tecnico Herbert, che era giocatore nella precedente apparizione dei Kiwi nell'82, disegna anche un interessante 3-4-3, con gli esterni di centrocampo che fanno poco i difensori e cercano di spingere, mentre le tre-punte-tre sono degli armadi di un metro e novanta cui spesso viene appoggiato il pallone con lanci lunghi. Impronta di gioco di chiaro stampo britannico, begli atleti tutti, ma mezzi tecnici limitati e impacci di vario tipo sul breve. Ciliegina sulla torta il portiere, Mark Paston dei Wellington Phoenix, 34 anni, un perticone di 1.95, autore di un paio di grotteschi svarioni nel primo tempo: un liscio di sinistro nel tentativo di rinviare il pallone, e quasi Vittek ne approfitta per segnare l'1-0, oltre a un'uscita quasi a farfalle su un cross, ma rimediata in corner. Paston è il portiere di riserva perché il titolare, Moss, è squalificato anche per il match contro l'Italia. Tirare in porta il più possibile e mettere pressione sui rinvii, contro Paston, sarà un'arma possibile per gli azzurri.

Per mettere in difficoltà la Nuova Zelanda bisogna giocare soprattutto palla a terra, con triangolazioni veloci. E' quello che è riuscita a fare la Slovacchia (che affronterà l'Italia nella terza gara del girone, il 24 giugno) dopo una ventina di minuti bruttini, i primi. Molto contratti, gli slovacchi, però ben raccolti intorno a Strba, mediano davanti alla difesa dalle buone qualità atletiche e con molto senso della posizione. Hamsik gioca più arretrato rispetto al suo ruolo nel Napoli e si è dedicato a un lavoro di cucitura del gioco, poco agli inserimenti in area che sono la sua specialità. Positivo Vladimir Weiss, ala dinamica (figlio dell'attuale ct Vladimir Weiss e nipote di Vladimir Weiss che giocava nella Cecoslovacchia anni Sessanta: poca fantasia sui nomi di battesimo, in famiglia), ma le cose più interessanti si sono viste in attacco. Stesak, centravanti del Bochum in Bundesliga, si muove moltissimo ed è bravo a dialogare con i compagni, mentre Vittek è il leader. Gioca tra centrocampo e attacco, è un po' numero 10 e un po' seconda punta, è alto quasi 1.90 qiundi difficilmente lo sposti o lo anticipi, sembra piuttosto anarchico tatticamente (infatti spesso i compagni di centrocampo lo sgridano) ma è dai suoi piedi che nascono tutte le iniziative più pericolose, in coppa con Sestak. I due creano il gol del vantaggio: cross di Sestak da destra e incornata al centro dell'area di Vittek, giusto nell'angolino alla destra di Paston, poi Vittek va a festeggiare come un pazzo. Ne ha ben donde: il suo è un gol storico, il primo della Slovacchia nella fase finale della World Cup. Ma in coda per gli slovacchi c'è il veleno. Nessuno marca Reid mentre parte da sinistra un cross di Smeltz e il difensore impatta con la fronte al 48', palla in rete, il girone F riparte da zero. Anzi, da uno: tutti a un punto, tutti con un gol segnato e uno incassato.
(15 giugno 2010)
da la Repubblica

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