El Mundialito & Europeito

El Mundialito & Europeito

lunedì 12 luglio 2010

La festa non finisce più,A Madrid milioni in piazza

Ritorno trionfale per i campioni del mondo: prima l'accoglienza all'aeroporto di Barajas e poi, dopo una breve sosta in albergo, la visita al re Juan Carlos e al premier Zapatero. Infine la sfilata a bordo del bus scoperto per le strade della capitale tra due ali di folla in un tripudio di rosso e di bandiere e la festa sul palco
dall'inviato ALESSANDRA RETICO
La cronaca della giornata

MADRID - Madrid non ha dormito e non dormirà. Festa prolungata, la finale non finisce più. I campioni di Spagna sono tornati a casa, si sono consegnati nelle braccia della folla. "Il nome della Spagna sarà per quattro anni in cima al mondo". Lo dice il capitano Casillas, il capitano innamorato che guida la Seleccion. Trofeo in mano, cuore che batte. E' il primo a scendere dall'aereo che ha riportato la nazionale in patria, ore 15 a Barajas, in una pista privata e protetta dell'aeroporto di Madrid. Neanche a bordo hanno dormito, c'era troppa felicità da smaltire. Salutano, Del Bosque riceve la coppa dall'uomo con la fascia al braccio, la solleva, ride come quando quasi non ci si crede. Cerimonia breve, a parte la stampa il tifo lo fanno gli impiegati dello scalo, poi tutti sul bus. Pranzo veloce, poi verso palazzo Reale.

La gente è sempre in strada, le vie del centro, le piazze, i parchi sono pieni. I presidi di bandiere e vuvuzelas sono una linea continua e accecante di suoni e colori per tutta la città. Traffico rallentato, ma nessuno sembra lamentarsi. Negli uffici la gente è arrivata tardi stamattina, ed è uscita presto, è un giorno che non accade più. Il programma è intenso per la nazionale, prima tappa ufficiale a Palazzo della Zarzuela. Il re Juan Carlos e famiglia accolgono le Furie Rosse che stanno in tuta tra gli stucchi della regalità. "'Siete un esempio di sportività, nobiltà e di squadra" ha detto il sovrano, che sembrava in realtà un ragazzo nella sua emozione, dice grazie "per aver fatto vibrare tutta la Spagna e aver realizzato uno dei nostri sogni". Casillas gli regala una maglia con tutti i 23 autografi della squadra. Anche la Regina Sofia, il principe Felipe e la moglie Letizia, le loro bimbe Leonor e Sofia cui viene passata la Coppa, la toccano timide, la sollevano. Che gioco.

Del Bosque parla poco - è semplice e facile come si sa - lo fa quando alle 18 il percorso della gloria li porta al palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo: "Ringrazio tutti gli spagnoli per il sostegno che ci hanno dato. Questo successo appartiene a tutti, dai club più piccoli a quelli più grandi". Zapatero: "Sono la forza unita di tutta la Spagna". E verso Casillas: "Che parata a Robben". Niente di formale, la serietà della felicità, il premier conclude invitando Iniesta sul palco, "l'uomo che ci ha fatto vincere"... Eccolo: "Sono orgoglioso di far parte di questa squadra".

Saluti, baci, abbracci. Molte risate. Salgono tutti sull'autobus che parte verso il cuore di Madrid, tirano bandiere, loro le firmano, il corteo procede lento tra i corpi ovunque. Sulla Gran Via, attraverso Cibeles, la piazza usuale delle feste, Neptuno, il Paseo del Prado. La storia tra la storia. E poi Atocha, la Ronda de Toledo, sui fianchi del palazzo Reale fino all'Explanada del Puente del Rei. Palco per la musica, la conclusione della marcia. Difficile contare quanti sono, una distesa di rosso e stendardi, il caldo fuori con quello dentro. Facile calcolare quanto pesa un giorno così.

domenica 11 luglio 2010

POLPO PAUL HA DECISO:SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO

Ora la Spagna è più vicina alla Coppa del Mondo. Tutti i tifosi della Furie Rosse fanno gli scongiuri affinchè il polpo Paul abbia azzeccato anche la previsione della finale. Secondo il cefalopode, la Nazionale iberica vincerà il Mondiale per la prima volta nella storia contro gli olandesi durante la finalissima di Johannesburg, mentre i tedeschi dovranno accontentarsi di un terzo posto. Gli scommettitori aspettavano con ansia il pronostico pronti a seguire le indicazioni di Paul a tutti i costi. Le scelte del polpo avevano destato preoccupazione in Spagna, tanto che persino Zapatero si era detto pronto a tutto pur di difendere il mollusco: “Io sono preoccupato per il polpo, e sto pensando se mandare una squadra per proteggerlo, perché è stato davvero spettacolare che abbia pronosticato la vittoria della Spagna lì“.

TERZO POSTO ALLA GERMANIA,URUGUAY BATTUTO 3-2

La Germania della 'Junge Wildè di Joaquim Loew ha conquistato la medaglia di bronzo a Sudafrica 2010 battendo l'Uruguay per 3-2 in una partita intensa e dalle grandi emozioni di cui anche gli uomini del 'maestrò Oscar Tabarez, tuttavia, sono stati degni protagonisti. Il match si è chiuso al 93' con una traversa piena colpita da un grandissimo Diego Forlan. Una beffa del destino, diranno alcuni; ricordando la rocambolesca qualificazione dei sudamericani contro il Ghana, altri penseranno invece che giustizia è stata fatta. Luis Suarez, autore del clamoroso 'manì che in pratica ha sancito l'eliminazione degli africani, stasera è stato fischiato spesso dal pubblico, forse proprio per quel gesto. L'attaccante dell'Ajax ha però risposto con una prestazione maiuscola, al pari di Forlan e dell'onnipresente Fucile. Con un grande Mueller, che assieme a Forlan è ora salito a un affollato primo posto nella classifica dei marcatori, la Germania ha ritrovato anche gioco ed ha offerto il solito mix di freschezza e velocità che invece non aveva mostrato contro la Spagna. La finalina di consolazione è ospitata al Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth in una serata piuttosto fredda e piovosa. Tra i tedeschi non c'è Klose, tra i pali spazio a Butt. Il rientrante Mueller è sulla tre quarti con Oezil, stasera un pò in ombra, e Jansen. Dopo la squalifica, gli uruguagi ritrovano Suarez come riferimento offensivo. La partenza è dei tedeschi e proprio Mueller al 3' mette in rete a gioco già fermo. Il giovane trequartista si rifà un quarto d'ora più tardi, quando riprende una respinta di Muslera si tiro dalla distanza di Schweinsteiger e insacca per l'1-0. L'Uruguay non ci sta e comincia a macinare gioco: è preciso e rapido e la Germania soffre. Al 28' Suarez pesca Cavani in area e l'attaccante del Palermo non perdona. Ed è l'1-1. Il gioco prosegue a fasi alterne e Sanchez al 42' si divora un gol fatto. Ci pensa Forlan a portare in vantaggio l'Uruguay con un autentico capolavoro al 6' della ripresa: un destro al volo schiacciato su cui Butt non può niente. Se il portiere tedesco è incolpevole, non altrettanto si può dire di Muslera: l'estremo difensore della Lazio all'11' sbaglia il tempo dell'uscita su Jansen e per l'esterno dei 'Panzer' è un gioco da ragazzi mettere dentro e pareggiare. I ritmi si abbassano e gli spazi tra i reparti si allungano. Sulla gara comincia a incombere lo spettro dei supplementari, ma ci pensa Khedira al 37' ad allontanarlo, mettendo in rete con un perfetto colpo di testa sotto l'incrocio dei pali. C'è quella traversa di Forlan al 3' minuto di recupero a regalare l'ultima emozione, ma poi arriva il fischio dell'arbitro messicano Archundia. Germania terza, con la certezza per Loew di avere gettato le basi per un grande futuro. Uruguay solo quarto, ma squadra convincente e di qualità.

DELUSIONE URUGUAY Una traversa che fa male e che rimarrà nella storia. Tutto l'Uruguay si è oggi preso la testa tra le mani, quando all'ultimo istante il bomber Diego Forlan ha fallito per pochi millimetri, colpendo la traversa, quello che per la 'celestè poteva essere il pareggio contro la Germania, aprendo la speranza dei supplementari o dei rigori. L'amaro 'adios' ai Mondiali non ha però demoralizzato gli uruguayani, che escono dal torneo a testa alta e con il quarto posto in tasca: un ottimo risultato per un paese di 3,3 milioni di abitanti dove da sempre il calcio è una sorta di religione, e dove però proprio il 'futbol' aveva regalato negli ultimi tempi solo tante delusioni. «È stata una partita che abbiamo meritato di vincere, ma che si è complicata per un paio di errori di Muslera», ha commentato pochi istanti dopo il fischio finale l'edizione on line del principale quotidiano, El Pais, il quale, anche in un momento non felice, ha fatto grande sfoggio di autoironia: «Il polpo aveva ragione, niente terzo posto», ha rilevato il titolo principale del giornale, riferendosi a quanto previsto da Paul, l'ormai notissimo 'indovinò dell'acquario di Oberhausen. Per Montevideo, il bilancio finale dell'avventura del 'maestrò Tabarez e dei suoi ragazzi in Sudafrica è comunque nettamente positivo. Tutto il Paese attende infatti il rientro, previsto lunedì, della squadra, con in programma numerosi eventi e discorsi che - assicurano gli organizzatori - lasceranno il segno: tante saranno le celebrazioni e le feste. Il Paese è infatti riuscito a recuperare molta autostima, visto che dopo il successone di questi Mondiali, per ricordare un'impresa calcistica gli uruguayani non dovranno più guardare al passato, ma a quanto realizzato in terra sudafricana. Il quarto posto 'viaggià di fatto di pari passo ad un'ondata di ottimismo globale nel Paese, che - così come il suo vicino-rivale di sempre, l'Argentina - ha vissuto anni e anni di crisi economiche e sociali. La sconfitta di qualche giorno fa contro l'Olanda, che ha sbriciolato il sogno di una finale, non ha però evitato che migliaia di persone, non solo a Montevideo, scendessero per strada urlando 'Uruguay, Uruguay'. Per parlare di una 'celestè al livello di quella della squadra del 'maestrò Tabarez c'era finora bisogno di andare indietro con il ricordo al 'maracanazò del 1950, quando la rete di Alcides Giggia mandò al tappeto il Brasile e regalò all'Uruguay il suo secondo 'Mundial', dopo quello inaugurale di 20 anni prima. Quella storica partita rimarrà nella memoria del Paese: che potrà però d'ora in poi incorniciare le reti e la performance dell'Uruguay in Sudafrica. «È quarto posto: applaudite, e non smettete di applaudire», è l'invito che il portale Montevideo.com fa in queste ore a tutti i tifosi 'celestes'.

IL POLPO PAUL CI HA AZZECCATO ANCORA Anche stavolta il polpo Paul ci ha azzeccato. Per la finale per il 3/o posto dei Mondiali in Sudafrica, il cefalopode ormai più famoso del mondo aveva previsto la vittoria della Germania, è così è stato. La squadra di Joachim Loew si è affermata sull'Uruguay per 3-2, al termine di una partita appassionante, degna di una finalissima. A questi Mondiali, il polpo indovino dell'acquario di Oberhausen non ha finora sbagliato un pronostico. Per la finale per il primo posto, che si giocherà domani sera tra Olanda e Spagna, Paul ha vaticinato la vittoria delle Furie Rosse di Del Bosque. Staremo a vedere.

IL TABELLINO
Uruguay- Germania 2-3 (1-1)m nella finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali di Sudafrica 2010.
Uruguay (4-3-3): Muslera; Fucile, Lugano, Godin, Caceres; Pereira, Perez (32' st Gargano), Arevalo; Cavani (40' st Abreu), Suarez, Forlan.
(12 Castillo, 23 Silva, 6 Victorino, 8 Eguren, 14 Lodeiro, 16 Pereira, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez).
All.: Tabarez
Germania (4-2-3-1): Butt; Boateng, Mertesacker, Friedrich, Aogo; Schweinsteiger, Khedira; Mueller, Oezil (46' st Tasci), Jansen (37' st Kroos); Cacau (27' st Kiessling).
(1 Neuer, 12 Wiese, 10 Podolski, 11 Klose, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 21 Marin, 23 Gomez).
All.: Loew.
Arbitro: Archundia (Messico)
Reti: pt al 18' Mueller, 28' Cavani; st, al 6' Forlan, 11' Jansen, 37' Khadira.
Angoli: 12-6 per la Germania
Recupero: 1' e 3'
Ammoniti: Aogo, Friedrich, Perez per gioco falloso; Cacau per fallo di mano.
Spettatori: 36.254.
I GOL ** Al 18/o del pt Schweinsteiger va al tiro da 35 metri, Muslera respinge con fatica e Mueller di piatto destro porta in vantaggio la Germania.
- Al 28/o Perez ruba palla a Schweinsteger e serve Suarez, Forlan taglia e libera metri per Cavani, che sbaglia l'aggancio ma rimedia battendo Butt con un diagonale.
- Al 6' del st Arevalo va al cross, grande conclusione di Forlan, destro al volo schiacciato a terra: imparabile.
- All'11', cross di Boateng, Jansen Š solo in area, Muslera sbaglia il tempo e l'esterno tedesco mette dentro di testa.
- Al 37', su corner di Oezil da destra, Friedrich tocca la sfera che Lugano cerca di allontanare, Khedira colpisce di testa e spedisce la palla sotto l'incrocio dei pali per il 3-2 finale

domenica 4 luglio 2010

VILLA TRASCINA LA SPAGNA,IBERICI IN SEMIFINALE

Altro che Mondiale delle sudamericane. È tre su tre nel confronto diretto, ed il Sudafrica sorride alla vecchia Europa: dopo l'Olanda ieri e la Germania travolgente di oggi, piazza nelle semifinali anche i campioni continentali della Spagna, mentre Brasile, Argentina ed i guerrieri guaranì del ct Martino sono finiti tutti ko. A decidere la sfida contro il coriaceo Paraguay, che fino a quel momento aveva chiuso bene tutti gli spazi e si era fatto valere giocando praticamente alla pari, è stato un gol a sette minuti dalla fine del solito David Villa, adesso capocannoniere del torneo sudafricano, lesto a riprendere, e spedire in porta (palo-rete), un tiro di Pedro che era finito sul legno, dopo una splendida apertura di Iniesta, che aveva creato lui la giocata decisiva. Ma il Paraguay, pur accusando il colpo, aveva dimostrato di avere ancora carattere ed energia sfiorando il pareggio all'89'. Era stata un'uscita assolutamente decisiva di Casillas a salvare lo storico risultato di questa Spagna entrata per la prima volta in una semifinale mondiale. Il suo quarto posto del 1950 era stato infatti il frutto di una formula che prevedeva un girone unico finale, che peraltro le Furie Rosse chiusero all'ultimo posto. Così adesso il Mondiale dell'Africa è diventato d'Europa e, Uruguay permettendo, ci si avvia verso una finale fra vecchie conoscenze, con in semifinale una sfida molto aperta da una parte, che sarà la replica del match per il titolo di Euro 2008 fra spagnoli e tedeschi; ed un altro incontro più sbilanciato nel pronostico, perchè l'Olanda, imbattuta dal settembre 2008, è favorita nei confronti di un Uruguay che sarà privo di giocatori importanti come gli squalificati Suarez e Fucile e l'infortunato Lodeiro. In attesa di misurarsi mercoledì a Durban con i 'killer' dei sogni di Maradona, la Spagna mette da parte un altro successo di misura, frutto del suo gioco così simile a quello del Barcellona, ma con minore efficacia in avanti (e meno male che c'è Villa). Nel primo tempo l'unica conclusione pericolosa della squadra di Del Bosque era stato un tiro di Xavi, al termine di una bella azione corale, finito di poco alto al 29'. Il Paraguay si era invece fatto pericoloso al 21' con Alcaraz, che aveva mancato d'un soffio la deviazione di testa su punizione; e al 35' con bella deviazione aerea di Santana. Al 41' era stato annullato un gol a Valdez per fuorigioco di Cardozo. Per il resto la Spagna era andata a sbattere sul muro difensivo del Paraguay, ben disposto da Martino, con un pressing su Xavi che ne riduceva l'ispirazione e faceva mancare l'accelerazione che poteva risultare decisiva. Il secondo tempo riservava una girandola d'emozioni nel giro di un paio di minuti, quando le due squadre sbagliavano un rigore a testa. Il primo, al 14', era concesso dal guatemalteco Batras al Paraguay, per una trattenuta di Piquè (ammonito) a Cardozo, ma lo stesso Cardozo si faceva parare il tiro dall'ottimo Casillas (da ciò le sue lacrime disperate, sentendosi ancora in colpa, subito dopo il fischio finale). Un minuto dopo replica della Spagna, con un'azione d'attacco e la spinta di Alcaraz a David Villa che cadeva in area. Anche qui l'arbitro indicava il dischetto ed ammoniva il difensore. Perfetta la battuta a rete di Xabi Alonso, che andava sotto la curva ad esultare, ma Batras lo gelava indicandogli che doveva ripetere: alcuni compagni dello spagnolo erano entrati in area prima del dovuto. Il basco del Real tirava allo stesso modo, rasoterra alla sinistra del portiere, ma stavolta Villar non si faceva sorprendere. E le emozioni non erano finite, perchè al 18' c'era un intervento decisivo di Villar su un diagonale di Iniesta. Poco prima che succedesse tutto questo, all'11' st, Del Bosque, pur trovandosi sullo 0-0, aveva sostituito un attaccante, il non irresistibile Fernando Torres di oggi, con un centrocampista, il n. 10 Fabregas. La mossa d'infoltire il centrocampo a scapito dell'attacco non aveva dato gli esiti sperati, e Del Bosque aveva di nuovo corretto la rotta mandando dentro la punta Pedro al posto di Xabi Alonso, ancora sotto shock per il rigore sbagliato. Proprio Pedro, con il suo tiro sul palo poi corretto in rete da Villa si rivelava decisivo all'83'. Come dire che Del Bosque e la Spagna, oltre che bravi, sono anche fortunati.

DEL BOSQUE: NON TEMO GERMANIA In una partita «folle, folle», secondo le parole del portiere Iker Casillas, la Spagna approda per la prima volta alle semifinali di un Mondiale. «È incredibile essere tra le prime quattro al mondo, abbiamo meritato la semifinale. È stata una partita molto difficile - dice il ct Vicente Del Bosque -. È un buon momento per il calcio spagnolo. La Germania? Oggi ha fatto una grande partita, ma non abbiamo paura». Casillas invece, che ha parato un rigore sullo 0-0, parla di un «blocco psicologico» della Spagna ai Mondiali che è stato infranto. «È successo di tutto, ma alla fine il gol è arrivato», ha aggiunto.

PARTITA NELLA STORIA PER I RIGORI FALLITI Paraguay-Spagna entra direttamente nel Guinness dei primati della storia dei Mondiali: era infatti accaduto solo una volta, il 19 luglio 1930 in Argentina-Messico 6-3 (fase a gironi). che nella stessa gara venissero falliti due rigori. Quella volta sbagliarono prima l'argentino Paternoster e poi il messicano Rosas. Nella stessa partita venne assegnato un terzo rigore, trasformato dal messicano Rosas. Iker Casillas Š invece il terzo portiere a parare due rigori ai Mondiali, dopo quello neutralizzato il 16 giugno 2002 all'irlandese Harte. In precedenza ci erano riusciti il polacco Jan Tomaszewski (entrambi nel 1974) e lo statunitense Brad Friedel (ambedue nel 2002).

URUGUAY UNICA SUDAMERICANA Le ultime 24 ore sono state fatali per le squadre sudamericane presenti ai Mondiali: dopo la sconfitta ieri del Brasile, oggi sono uscite anche l'Argentina e il Paraguay. A rappresentare il 'cono sud' dell' America Latina in Sudafrica è rimasto pertanto solo l'Uruguay, il paese più piccolo di tutti, anche se con una grande tradizione calcistica. A sorprendere è stata soprattutto la caduta delle due 'potenzè sudamericane, sia sul piano calcistico, sia su quello economico, e cioè la Selecao brasiliana e la Seleccion argentina: la prima è stata battuta ieri dall'Olanda 2-1, la seconda torna a casa dopo la goleada di oggi (4-0) subita ad opera della Germania. Qualche ora dopo la debacle argentina, a dover dire 'adios' al Sudafrica è stato il Paraguay, battuto 1-0 dalla Spagna, dopo una gara molto combattuta. Si è quindi infranto il sogno del quale aveva parlato il presidente brasiliano Lula, che si era detto felice di poter assistere ad un 'mundial' dal sapore nettamente sudamericano, visto appunto la presenza di Argentina, Brasile Paraguay e Uruguay negli ottavi. Ma ora, è rimasta in corsa solo quest'ultima Nazionale, la 'celestè: un'altra lezione, affermano tanti tifosi a Montevideo, impartita dall'allenatore della squadra, il 'maestrò Oscar Tabarez. E poco importa se l'Uruguay si è qualificato solo all'ultimo momento, e cioè con la serie dei rigori, grazie all'ultimo messo a segno dal 'Locò Sebastian Abreu.

CARDOSO INCONSOLABILE Piange a dirotto dopo la sconfitta il centravanti paraguayano Cardozo, che ripensa al rigore fallito sullo 0-0. A consolarlo arrivano non solo i compagni di squadra, ma anche gli avversari della Spagna, che grazie al gol di Villa a sette minuti dalla fine si è qualificata per la semifinale del Mondiale. Ma le lacrime di Cardozo sembrano inarrestabili e il giocatore si copre il volto con la maglietta. Intorno intanto esplode la festa degli spagnoli, per la prima volta nella storia così avanti in una Coppa del Mondo.

IL TABELLINO:
Paraguay (4-4-2): Villar; Veron, Da Silva, Alcaraz, Morel; E. Barreto (19' st Vera), V. Caceres (39' st Barrios), Riveros, Santana; Cardozo, Valdez (26' st Santa Cruz). (4 Caniza, 5 J.C. Caceres, 6 Bonet, 10 Benitez, 12 D. Barreto, 17 A. Torres, 20 Ortigoza, 22 Bobadilla, 23 Gamarra).
All.: Martino.
Spagna (4-4-2): Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol (39' st Marchena), Capdevila; Busquets, Xabi Alonso (30' st Pedro), Xavi, Iniesta; F. Torres (11' st Fabregas), Villa. (2 Albiol, 12 Valdes, 13 Mata, 17 Arbeloa, 19 Llorente, 20 Martinez, 21 David Silva, 22 Jesus Navas, 23 Reina).
All.: Del Bosque.
Arbitro: Batres (Guatemala)
Reti: nel st 38' Villa
Angoli: 7-1 per la Spagna
Recupero: 1' e 3'
Ammoniti: Piquè, Busquets, Santana, V. Caceres, Alcaraz e Morel per gioco scorretto
Spettatori: 55.359
Note: al 14' st Cardozo si è fatto parare un rigore da Casillas. Un minuto dopo, al 15', Villar ne ha neutralizzato uno a Xabi Alonso, che in prima battuta aveva segnato. Ma l'arbitro ha fatto ripetere il tiro dal dischetto perchè alcuni giocatori della Spagna erano entrati in area al momento del tiro.
I GOL ** 38' st: tocco di Xavi verso Iniesta e splendida apertura di quest'ultimo verso Pedro: il tiro del n.18 coglie il palo pieno, riprende Villa il cui tiro sbatte ancora sul palo ma poi entra in rete.

GERMANIA IMPLACABILE: 4-0,ARGENTINA UMILIATA

Dopo il Brasile cade anche l'altro gigante sudamericano. L'Argentina di Diego Maradona riprende la via del Sudamerica e la riprende con l'onta e l'umiliazione di aver perso per 4-0 contro una Germania praticamente perfetta. Usciti di scena i 'cuginì brasiliani, Maradona non aveva esultato, ma la sua Argentina aveva cominciato a credere che quello sudafricano fosse il suo Mondiale. Scongiuri a parte, l'illusione è durata appena 24 ore e si è dissolta sotto i colpi di una Germania praticamente perfetta: nessuna rivincita è così arrivata per l'eliminazione di quattro anni fa. Anzi, dopo quattro vittorie di fila e tante illusioni, l'Argentina lascia il Mondiale nel peggior modo possibile. Il calcio argentino, che era sembrato bello da vedere ed efficace nelle prime settimane di Sudafrica 2010, è sembrato improvvisamente vecchio davanti ai ragazzini tedeschi che corrono come dannati, che attaccano in dieci e che in dieci difendono come in un indemoniato calcetto in un campo grande. L'Argentina ha mostrato i suoi limiti, con una difesa in cui si sono aperte voragini e che non ha dato il minimo contributo nella costruzione della manovra; con un attacco che ha pochissima voglia di coprire; e con un Messi che per un pò ha predicato nel deserto, poi è sparito dal campo, cancellato dalla velocità esasperata degli avversari. La Germania ha inflitto all'Argentina una durissima lezione di calcio durata 90 minuti. Il punteggio finale è stato pesantissimo, ma rispecchia l'andamento di una partita nella quale la Germania è stata perfetta in difesa e devastante in attacco, ordinata e divertente allo stesso tempo, senza sbagliare niente. Guidata con autorità da Bastian Schweinsteiger, capitano e trascinatore, diga e uomo assist, cuore e cervello della squadra. Il disastro argentino, invece, non salva nessuno. Nemmeno Leo Messi, che pure nel primo tempo era stato forse il meno peggiore dei suoi. Maradona se n'è andato dal Mondiale trascinandosi dietro una difesa sciatta e approssimativa, e con due attaccanti, Higuain e Tevez, che non hanno creato nemmeno un vero pericolo alla porta di Neuer (tutto sommato il più sfaccendato dei suoi), mentre Milito è rimasto ad appassire in panchina. Se si fa eccezione per la seconda metà del primo tempo e per l'avvio della ripresa - quando l'Argentina ci ha provato con il possesso di palla, con gli spunti di Messi e con le conclusioni di Di Maria - la storia della partita sono i gol tedeschi: dalla zuccata di Mueller in avvio al raddoppio di Klose a metà del secondo tempo, nato da un'indecisione di Heinze e Demichelis che hanno spedito in area Podolski. Un gol che ha, di fatto, chiuso la partita e troncato le speranze di rimonta dell'Argentina. Le contromisure di Maradona si sono limitate all'inserimento di un trequartista, Pastore, per un terzino, il negativo Otamendi, e al cambio di Aguero con Di Maria. L'Argentina si è scoperta un pò di più, ma senza trovare incisività in attacco e per i veloci palleggiatori tedeschi si sono spalancate le praterie: Friederich ha trovato il tocco per mettere in porta l'ennesima iniziativa di Schweinsteiger. Nel finale Klose ha insaccato l'assist di Oezil, segnando il suo 14/o gol in un campionato del mondo: ha così uguagliato una leggenda tedesca come Gerd Mueller e si è portato ad una sola lunghezza dal record di Ronaldo, che con 15 gol è il primo bomber mondiale di tutti i tempi.

MARADONA DISTRUTTO «Il sogno non si è realizzato. È una botta durissima. Ora devo riflettere sul futuro, devo parlare con la mia famiglia e anche con i giocatori». Diego Armando Maradona è provato dopo la disastrosa eliminazione della sua Argentina dai Mondiali. Il k.o. per 4-0 contro la Germania nei quarti di finale ha posto fine all'avventura della seleccion in Sudafrica. Il Pibe, però, non esclude di mantenere la carica di ct. «Ho ringraziato i giocatori ma non ho parlato del futuro. Io posso anche andarmene domani, ma vorrei che questi ragazzi continuassero a far vedere cos'è il calcio argentino», dice Maradona nella conferenza dopo il match giocato a Città del Capo. «Ho quasi 50 anni e questa è una delle botte più dure che io abbia subito. Il risultato non mi toglie l'orgoglio di essere accanto a questi giocatori. Sono deluso, perchè rappresento il mio paese. Dobbiamo fare i conti con quello che è successo: voglio ringraziare tutta la squadra, i tecnici e la gente che ci è stata accanto. Il sogno non si è realizzato, ma abbiamo comunque fatto un percorso», dice evidenziando gli aspetti positivi. «È falso, ad esempio, dire che in Nazionale non può giocare chi milita all'estero. In questa squadra ci sono giocatori che guadagnano una fortuna e che hanno dato l'anima». Il Pibe non rinnega le scelte e le decisioni: «Mi sono reso conto che alla gente piace questo calcio: andare all'attacco, cercare il gol». Lo schieramento ultra-offensivo non ha però favorito Leo Messi. La stella del Barcellona chiude l'avventura ai Mondiali senza nemmeno una rete all'attivo. «Messi ha cercato il gol. Non ha segnato, ma ha fatto un gran Mondiale. Vedere Messi in lacrime negli spogliatoi è brutto: chi dice che Messi non sente la maglia dell'Argentina, è uno stupido».

KLOSE NELLA STORIA Miroslav Klose, con la doppietta segnata oggi all'Argentina, è salito a quota 14 gol ai Mondiali, superando il francese Just Fontaine e affiancando al secondo posto di tutti i tempi il connazionale Gerd Mueller. Al primo posto resta il brasiliano Ronaldo con 15 gol. (a cura di Football Data).

MULLER INCREDULO «È incredibile cos'è successo qui. Quando si batte l'Argentina 4-0, bisogna cercare le parole». Thomas Muller è incredulo dopo la strepitosa vittoria che la Germania ha ottenuto per 4-0 sull'Argentina nei quarti di finale dei Mondiali. «Oggi la star è stata la squadra», dice il giocatore del Bayern Monaco che ha aperto le marcature e che, per squalifica, salterà la semifinale. «Spero che i miei compagni facciano tutto bene in semifinale. E che, magari, io possa segnare un gol in finale».

ARGENTINA IN LACRIME Giocatori in lacrime, soprattutto Maxi Rodriguez e Burdisso, Messi con una mano sul viso, e Maradona che li abbraccia e li bacia per consolarli, come ha fatto durante tutto il Mondiale al momento dei gol e delle sostituzioni. È finita così la disfatta dell'Argentina, travolta 4-0 dalla Germania nei quarti di finale. Il ct argentino ha tenuto arrotolato intorno alla mano fino all'ultimo l'ormai famoso rosario, che però, di fronte ai gol dei tedeschi, non è servito.

IL TABELLINO Il tabellino di Argentina-Germania, gara valida per i quarti di finale dei Mondiali di Sudafrica 2010:
ARGENTINA-GERMANIA 0-4 (0-1);
ARGENTINA - (4-2-3-1) - 22 Romero; 15 Otamendi (25' st 23 Pastore), 4 Burdisso, 2 Demichelis, 6 Heinze; 20 Maxi Rodriguez, 4 Mascherano; 7 Di Maria (30' st, 16 Aguero), 10 Messi, 11 Tevez; 9 Higuain. (1 Pozo, 21 Andujar, 3 C. Rodriguez, 12 Garce, 13 Samuel, 5 Bolatti, 8 Veron, 17 Jonas, 18 Palermo, 19 Milito). Ct: Maradona
GERMANIA - (4-2-3-1) - 1 Neuer; 16 Lahm, 3 Friedrich, 17 Mertesacker, 20 J. Boateng (27' st, 2 Jensen); 6 Khedira, 7 Schweinsteiger; 13 Muller (39' st, 15 Trochowski), 8 Ozil, 10 Podolski; 11 Klose. (12 Wiese, 22 Butt, 4 Aogo, 5 Tasci, 14 Badstuber, 18 Kroos, 21 Marin, 9 Kiessling, 19 Cacau, , 23 Gomez). Ct: Loew Marcatori: 3' pt Muller (G), 22' st e 43' st Klose (G), 29' st Friedrich (G). Ammoniti: Otamendi (A), Muller (G), Mascherano (A).


I GOL
- 3' pt: su una punizione dalla tre quarti di Schweinsteiger, Mueller anticipa Otamendi e di testa porta in vantaggio la Germania.
- 23' st: un'indecisione della difesa Argentina lancia Podolski in area che può servire Klose, Burdisso non ci arriva e l'attaccante segna.
- 29' st: Schweinsteiger va sul fondo e con un dribbling si lbera per servire una palla in mezzo, Friederich in spaccata ci arriva per primo e fa il tris.
- 44' st: la Germania parte in contropiede e colpisce: Oezil va sul fondo e mette al centro per Klose che segna, con facilità il suo 14/mo gol al mondiale.

sabato 3 luglio 2010

Fa festa l'Uruguay,Il Ghana piange

I sudamericani tornano in semifinale dopo 40 anni piegando gli africani ai rigori. Decisivo Muslera che ne para due. Appiah e compagni hanno fallito la qualificazione con Gyan che ha calciato alto un penalty al 120' . In precedenza gol di Muntari e Forlan
di JACOPO MANFREDI

L'URUGUAY è in festa, il Ghana piange. Dopo 120' di incredibili ed altalenanti emozioni, i sudamericani si prendono dagli 11 metri il passi per le semifinali e tornano tra le migliori quattro al mondo, 40 anni dopo Messico '70, quando venero beffati alle soglie dell'ultimo atto dal grande Brasile di Pelè.

TUTTO IN UN'AZIONE - Una vittoria che ha quasi dell'incredibile se si pensa che, proprio all'ultimo minuto dei supplementari, gli africani sono stati a un passo dall'entrare nella storia di un intero continente. E, invece, hanno sciupato l'irripetibile occasione. Prima con Gyan, che su un'uscita a vuoto di Muslera non è riuscito a far altro che calciare centralmente addosso a Fucile, poi con il giovane milanista Adiyiah, che si è fatto parare sulla linea da Suarez (inevitabilmente espulso) un gol ormai fatto. Infine con Gyan che, con Muslera a terra sull'inevitabile rigore, ha trovato il modo per calciare il pallone sulla parte superiore della traversa. Un'unica, indimenticabile, azione che, inevitabilmente, ha riscritto la storia calcistica di due Paesi che non la scorderanno mai più.

LA GARA DEI PARADOSSI - E' stata la gara dei paradossi. La gara di Muntari, che l'ha aperta con un gran bolide ma che poi si è visto inspiegabilmente tirar fuori dalla mischia, sul più bello, alla soglia dei supplementari, dal CT Rajevac che continua a dimostrare di vederlo poco. La gara di Forlan, che l'ha pareggiata con una bella punizione a parabola ma che poi ha fatto poco altro. La gara di Suarez che, dopo aver fallito almeno 4 limpidi gol-vittoria, si è immolato per la patria in occasione del rigore regalato al Ghana. Infine la gara di Muslera che, dopo aver compiuto una papera sul gol di Muntari e l'uscita a vuoto al 120' che poteva costare la qualificazione, si è riscattato alla grande parando due decisivi rigori nella serie conclusiva.

CON L'OLANDA SENZA SUAREZ E FUCILE - Fatto sta che ora toccherà all'Uruguay provare a contendere all'Olanda un posto in finale. Certo è che con un'ora in più nelle gambe (non dimentichiamo i supplementari giocati anche contro gli Usa) e senza gli squalificati Suarez e Fucile (e forse anche Lugano, uscito per infortunio), sognare lo sgambetto a Robben e compagni diventa quasi un pensiero ai limiti del perverso.

URUGUAY - GHANA 5-3 dcr (0-1, 1-0, 0-0, 0-0)
Uruguay (4-3-3): Muslera; M. Pereira, Lugano (38' pt Scotti), Victorino, Fucile; A. Fernandez (1' st
Lodeiro), Perez, Arevalo; Forlan, Suarez, Cavani (31' st Abreu). (3 Godin, 5 Gargano, 8 Eguren, 11 A. Pereira, 12 Castillo, 18 Gonzalez, 21 S. Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All.: Tabarez.
Ghana (4-5-1): Kingson; Pantsil, Vorsah, Mensah, Sarpei; Inkoom (29' st Appiah), Asamoah, Annan, Prince Boateng, Muntari (42' st Adiyiah); Asamoah Gyan. (1 Agyei, 9 Derek Boateng, 12 Tagoe, 13 Amoah, 16 Ahorlu, 17 I. Ayew, 19 Lee Addy, 20 Owusu-Abeyie). All.: Rajevac.
Arbitro: Benquerenca (Portogallo).
Reti: nel pt 47' Muntari; nel st 10' Forlan.
Sequenza rigori: Forlan (gol), Asamoah Gyan (gol), Victorino (gol), Appiah (gol), Scotti (gol), Mensah (parato), M. Pereira (alto), Adiyiah (parato), Abreu (gol)
Angoli: 12-8 per l'Uruguay
Recupero: 2' e 3'; 1' e 0'.
Espulso: Suarez al 15' sts per fallo di mano sulla linea di porta
Ammoniti: Fucile, Arevalo, Perez, Sarpei, Mensah e Pantsil per gioco scorretto
Spettatori: 84.017
Note: al 15' del 2/o tempo supplementare Asamoah Gyan ha sbagliato un calcio di rigore concesso
per un 'manì di Suarez.


(02 luglio 2010)

Crolla il Brasile, Olanda in semifinale

Disastro Felipe Melo: due errori sui gol e l' espulsione spianano la strada alla squadra di Sneijder. Brasiliani in vantaggio con Robinho poi doppietta dell'interista
dall'inviato MAURIZIO CROSETTI

PORT ELIZABETH - L'incredibile, però mica tanto, ha preso forma e ha buttato fuori dal mondiale la squadra più attesa, la più importante, il Brasile pentacampione. Tristèza! Una vittoria in rimonta, di cuore e testa (anche nel senso di colpi di), quella dell'Olanda (2-1) che era andata sotto dopo 10 minuti ma ha aspettato, e ha colpito nel punto più debole dei brasiliani, Felipe Melo: costui, prima ha beffato Julio Cesar con un autogol, poi si è fatto scappare Sneijder nella seconda rete (di testa, e l'olandese dell'Inter è alto appena un metro e 70) e poi, per chiudere in bellezza, si è pure fatto espellere per una bruttissima scarpata a Robben che lo stesso Melo aveva già atterrato.
Non è stato un furto, quello degli olandesi, bensì un delitto perfetto. Stordita all'inizio, la squadra arancione ha saputo pazientare senza smarrirsi, e la sua semifinale se l'è presa con la forza del gioco: per metà partita, dal pareggio in avanti, ha dominato un avversario solo in teoria superiore. Fallisce dunque il Brasile all'europea, per il pianto di tutti i suoi innamorati delusi: il sesto titolo, la "hexa", proverà a prenderselo in casa, tra quattro anni. Però sembra un'eternità.

Due tempi, due volti incredibilmente opposti. L'equilibrio si spezza subito, come un biscotto, e manco a dirlo è un boccone brasiliano. E' una voragine quella che si spalanca nella difesa olandese (tra l'altro, durante il riscaldamento si fa male Mathijsen e lo rimpiazza Ooijer, giocatore dimenticabile): Felipe Melo, recuperato ad ogni costo, vede laggiù in fondo Robinho liberissimo e lo serve con un taglio da numero 10, altro che da brocco come spesso appare in campionato. Per Robinho è un'occasione da non credere: l'attaccante con la faccia da bambino si lancia in tutto quel vuoto, e gli basta colpire secco e preciso perché la palla vada dove deve andare. Nessuno, forse, tra i 190 milioni di brasiliani sparsi sul pianeta credeva cha sarebbe stato così facile e rapido passare in vantaggio contro l'Olanda.

Che le due squadre in campo si somigliassero, era previsto. Però la difesa olandese non ricorda in nulla quella brasiliana, la quale viceversa non sbaglia un colpo. Non durerà in eterno, però. E' chiaro che dopo l'uno a zero, il Brasile abbia narcotizzato quasi ogni azione con il suo palleggio sopraffino, mentre gli arancioni hanno tentato di sorprendere Julio Cesar con il solito, prevedibile movimento di Robben che prende il pallone da destra, si accentra e tenta di sferrare il sinistro velenoso. Lucio, Bastos e Juan, tuttavia, non abboccano mai.
La cosa più bella in 45' è stata l'azione volante tra Robinho (slalom, dribbling all'antica, sponda), Luis Fabiano (colpo di tacco a seguire) e Kakà (destro aggirante, proprio nel sette), che non è diventata gol soltanto perché Stekelenburg, il portiere olandese, salta come un ghepardo e la mette in angolo. Però, davvero, un grande momento di calcio.

Siccome questo sport si diverte a smontare certezze, ecco che l'Olanda pareggia al 53': cross da destra di Sneijder che invece diventa un tiro assassino, perché Julio Casar sbaglia l'uscita infastidito da Felipe Melo, che spizzica il pallone con la testa. Sbigottimento brasiliano: era il primo, mezzo tiro in porta degli arancioni. E da qui ib avanti, per il Brasile è terrore puro, tanto che l'Olanda ne segna un altro con Sneijder, un puffo, eppure è l'interista ad anticipare di testa Felipe Melo al 68'. Due errori decisivi per lo juventino che riesce pure a farsi cacciare per una scarpata su Robben, davvero una cosa sciocca: ragazzi, Felipe Melo visto per tanto tempo in Italia non poteva mica essere un'illusione ottica. Esce lui, esce il Brasile. Tristèza! Però meritata.

(02 luglio 2010)