El Mundialito & Europeito

El Mundialito & Europeito

lunedì 12 luglio 2010

La festa non finisce più,A Madrid milioni in piazza

Ritorno trionfale per i campioni del mondo: prima l'accoglienza all'aeroporto di Barajas e poi, dopo una breve sosta in albergo, la visita al re Juan Carlos e al premier Zapatero. Infine la sfilata a bordo del bus scoperto per le strade della capitale tra due ali di folla in un tripudio di rosso e di bandiere e la festa sul palco
dall'inviato ALESSANDRA RETICO
La cronaca della giornata

MADRID - Madrid non ha dormito e non dormirà. Festa prolungata, la finale non finisce più. I campioni di Spagna sono tornati a casa, si sono consegnati nelle braccia della folla. "Il nome della Spagna sarà per quattro anni in cima al mondo". Lo dice il capitano Casillas, il capitano innamorato che guida la Seleccion. Trofeo in mano, cuore che batte. E' il primo a scendere dall'aereo che ha riportato la nazionale in patria, ore 15 a Barajas, in una pista privata e protetta dell'aeroporto di Madrid. Neanche a bordo hanno dormito, c'era troppa felicità da smaltire. Salutano, Del Bosque riceve la coppa dall'uomo con la fascia al braccio, la solleva, ride come quando quasi non ci si crede. Cerimonia breve, a parte la stampa il tifo lo fanno gli impiegati dello scalo, poi tutti sul bus. Pranzo veloce, poi verso palazzo Reale.

La gente è sempre in strada, le vie del centro, le piazze, i parchi sono pieni. I presidi di bandiere e vuvuzelas sono una linea continua e accecante di suoni e colori per tutta la città. Traffico rallentato, ma nessuno sembra lamentarsi. Negli uffici la gente è arrivata tardi stamattina, ed è uscita presto, è un giorno che non accade più. Il programma è intenso per la nazionale, prima tappa ufficiale a Palazzo della Zarzuela. Il re Juan Carlos e famiglia accolgono le Furie Rosse che stanno in tuta tra gli stucchi della regalità. "'Siete un esempio di sportività, nobiltà e di squadra" ha detto il sovrano, che sembrava in realtà un ragazzo nella sua emozione, dice grazie "per aver fatto vibrare tutta la Spagna e aver realizzato uno dei nostri sogni". Casillas gli regala una maglia con tutti i 23 autografi della squadra. Anche la Regina Sofia, il principe Felipe e la moglie Letizia, le loro bimbe Leonor e Sofia cui viene passata la Coppa, la toccano timide, la sollevano. Che gioco.

Del Bosque parla poco - è semplice e facile come si sa - lo fa quando alle 18 il percorso della gloria li porta al palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo: "Ringrazio tutti gli spagnoli per il sostegno che ci hanno dato. Questo successo appartiene a tutti, dai club più piccoli a quelli più grandi". Zapatero: "Sono la forza unita di tutta la Spagna". E verso Casillas: "Che parata a Robben". Niente di formale, la serietà della felicità, il premier conclude invitando Iniesta sul palco, "l'uomo che ci ha fatto vincere"... Eccolo: "Sono orgoglioso di far parte di questa squadra".

Saluti, baci, abbracci. Molte risate. Salgono tutti sull'autobus che parte verso il cuore di Madrid, tirano bandiere, loro le firmano, il corteo procede lento tra i corpi ovunque. Sulla Gran Via, attraverso Cibeles, la piazza usuale delle feste, Neptuno, il Paseo del Prado. La storia tra la storia. E poi Atocha, la Ronda de Toledo, sui fianchi del palazzo Reale fino all'Explanada del Puente del Rei. Palco per la musica, la conclusione della marcia. Difficile contare quanti sono, una distesa di rosso e stendardi, il caldo fuori con quello dentro. Facile calcolare quanto pesa un giorno così.

domenica 11 luglio 2010

POLPO PAUL HA DECISO:SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO

Ora la Spagna è più vicina alla Coppa del Mondo. Tutti i tifosi della Furie Rosse fanno gli scongiuri affinchè il polpo Paul abbia azzeccato anche la previsione della finale. Secondo il cefalopode, la Nazionale iberica vincerà il Mondiale per la prima volta nella storia contro gli olandesi durante la finalissima di Johannesburg, mentre i tedeschi dovranno accontentarsi di un terzo posto. Gli scommettitori aspettavano con ansia il pronostico pronti a seguire le indicazioni di Paul a tutti i costi. Le scelte del polpo avevano destato preoccupazione in Spagna, tanto che persino Zapatero si era detto pronto a tutto pur di difendere il mollusco: “Io sono preoccupato per il polpo, e sto pensando se mandare una squadra per proteggerlo, perché è stato davvero spettacolare che abbia pronosticato la vittoria della Spagna lì“.

TERZO POSTO ALLA GERMANIA,URUGUAY BATTUTO 3-2

La Germania della 'Junge Wildè di Joaquim Loew ha conquistato la medaglia di bronzo a Sudafrica 2010 battendo l'Uruguay per 3-2 in una partita intensa e dalle grandi emozioni di cui anche gli uomini del 'maestrò Oscar Tabarez, tuttavia, sono stati degni protagonisti. Il match si è chiuso al 93' con una traversa piena colpita da un grandissimo Diego Forlan. Una beffa del destino, diranno alcuni; ricordando la rocambolesca qualificazione dei sudamericani contro il Ghana, altri penseranno invece che giustizia è stata fatta. Luis Suarez, autore del clamoroso 'manì che in pratica ha sancito l'eliminazione degli africani, stasera è stato fischiato spesso dal pubblico, forse proprio per quel gesto. L'attaccante dell'Ajax ha però risposto con una prestazione maiuscola, al pari di Forlan e dell'onnipresente Fucile. Con un grande Mueller, che assieme a Forlan è ora salito a un affollato primo posto nella classifica dei marcatori, la Germania ha ritrovato anche gioco ed ha offerto il solito mix di freschezza e velocità che invece non aveva mostrato contro la Spagna. La finalina di consolazione è ospitata al Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth in una serata piuttosto fredda e piovosa. Tra i tedeschi non c'è Klose, tra i pali spazio a Butt. Il rientrante Mueller è sulla tre quarti con Oezil, stasera un pò in ombra, e Jansen. Dopo la squalifica, gli uruguagi ritrovano Suarez come riferimento offensivo. La partenza è dei tedeschi e proprio Mueller al 3' mette in rete a gioco già fermo. Il giovane trequartista si rifà un quarto d'ora più tardi, quando riprende una respinta di Muslera si tiro dalla distanza di Schweinsteiger e insacca per l'1-0. L'Uruguay non ci sta e comincia a macinare gioco: è preciso e rapido e la Germania soffre. Al 28' Suarez pesca Cavani in area e l'attaccante del Palermo non perdona. Ed è l'1-1. Il gioco prosegue a fasi alterne e Sanchez al 42' si divora un gol fatto. Ci pensa Forlan a portare in vantaggio l'Uruguay con un autentico capolavoro al 6' della ripresa: un destro al volo schiacciato su cui Butt non può niente. Se il portiere tedesco è incolpevole, non altrettanto si può dire di Muslera: l'estremo difensore della Lazio all'11' sbaglia il tempo dell'uscita su Jansen e per l'esterno dei 'Panzer' è un gioco da ragazzi mettere dentro e pareggiare. I ritmi si abbassano e gli spazi tra i reparti si allungano. Sulla gara comincia a incombere lo spettro dei supplementari, ma ci pensa Khedira al 37' ad allontanarlo, mettendo in rete con un perfetto colpo di testa sotto l'incrocio dei pali. C'è quella traversa di Forlan al 3' minuto di recupero a regalare l'ultima emozione, ma poi arriva il fischio dell'arbitro messicano Archundia. Germania terza, con la certezza per Loew di avere gettato le basi per un grande futuro. Uruguay solo quarto, ma squadra convincente e di qualità.

DELUSIONE URUGUAY Una traversa che fa male e che rimarrà nella storia. Tutto l'Uruguay si è oggi preso la testa tra le mani, quando all'ultimo istante il bomber Diego Forlan ha fallito per pochi millimetri, colpendo la traversa, quello che per la 'celestè poteva essere il pareggio contro la Germania, aprendo la speranza dei supplementari o dei rigori. L'amaro 'adios' ai Mondiali non ha però demoralizzato gli uruguayani, che escono dal torneo a testa alta e con il quarto posto in tasca: un ottimo risultato per un paese di 3,3 milioni di abitanti dove da sempre il calcio è una sorta di religione, e dove però proprio il 'futbol' aveva regalato negli ultimi tempi solo tante delusioni. «È stata una partita che abbiamo meritato di vincere, ma che si è complicata per un paio di errori di Muslera», ha commentato pochi istanti dopo il fischio finale l'edizione on line del principale quotidiano, El Pais, il quale, anche in un momento non felice, ha fatto grande sfoggio di autoironia: «Il polpo aveva ragione, niente terzo posto», ha rilevato il titolo principale del giornale, riferendosi a quanto previsto da Paul, l'ormai notissimo 'indovinò dell'acquario di Oberhausen. Per Montevideo, il bilancio finale dell'avventura del 'maestrò Tabarez e dei suoi ragazzi in Sudafrica è comunque nettamente positivo. Tutto il Paese attende infatti il rientro, previsto lunedì, della squadra, con in programma numerosi eventi e discorsi che - assicurano gli organizzatori - lasceranno il segno: tante saranno le celebrazioni e le feste. Il Paese è infatti riuscito a recuperare molta autostima, visto che dopo il successone di questi Mondiali, per ricordare un'impresa calcistica gli uruguayani non dovranno più guardare al passato, ma a quanto realizzato in terra sudafricana. Il quarto posto 'viaggià di fatto di pari passo ad un'ondata di ottimismo globale nel Paese, che - così come il suo vicino-rivale di sempre, l'Argentina - ha vissuto anni e anni di crisi economiche e sociali. La sconfitta di qualche giorno fa contro l'Olanda, che ha sbriciolato il sogno di una finale, non ha però evitato che migliaia di persone, non solo a Montevideo, scendessero per strada urlando 'Uruguay, Uruguay'. Per parlare di una 'celestè al livello di quella della squadra del 'maestrò Tabarez c'era finora bisogno di andare indietro con il ricordo al 'maracanazò del 1950, quando la rete di Alcides Giggia mandò al tappeto il Brasile e regalò all'Uruguay il suo secondo 'Mundial', dopo quello inaugurale di 20 anni prima. Quella storica partita rimarrà nella memoria del Paese: che potrà però d'ora in poi incorniciare le reti e la performance dell'Uruguay in Sudafrica. «È quarto posto: applaudite, e non smettete di applaudire», è l'invito che il portale Montevideo.com fa in queste ore a tutti i tifosi 'celestes'.

IL POLPO PAUL CI HA AZZECCATO ANCORA Anche stavolta il polpo Paul ci ha azzeccato. Per la finale per il 3/o posto dei Mondiali in Sudafrica, il cefalopode ormai più famoso del mondo aveva previsto la vittoria della Germania, è così è stato. La squadra di Joachim Loew si è affermata sull'Uruguay per 3-2, al termine di una partita appassionante, degna di una finalissima. A questi Mondiali, il polpo indovino dell'acquario di Oberhausen non ha finora sbagliato un pronostico. Per la finale per il primo posto, che si giocherà domani sera tra Olanda e Spagna, Paul ha vaticinato la vittoria delle Furie Rosse di Del Bosque. Staremo a vedere.

IL TABELLINO
Uruguay- Germania 2-3 (1-1)m nella finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali di Sudafrica 2010.
Uruguay (4-3-3): Muslera; Fucile, Lugano, Godin, Caceres; Pereira, Perez (32' st Gargano), Arevalo; Cavani (40' st Abreu), Suarez, Forlan.
(12 Castillo, 23 Silva, 6 Victorino, 8 Eguren, 14 Lodeiro, 16 Pereira, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez).
All.: Tabarez
Germania (4-2-3-1): Butt; Boateng, Mertesacker, Friedrich, Aogo; Schweinsteiger, Khedira; Mueller, Oezil (46' st Tasci), Jansen (37' st Kroos); Cacau (27' st Kiessling).
(1 Neuer, 12 Wiese, 10 Podolski, 11 Klose, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 21 Marin, 23 Gomez).
All.: Loew.
Arbitro: Archundia (Messico)
Reti: pt al 18' Mueller, 28' Cavani; st, al 6' Forlan, 11' Jansen, 37' Khadira.
Angoli: 12-6 per la Germania
Recupero: 1' e 3'
Ammoniti: Aogo, Friedrich, Perez per gioco falloso; Cacau per fallo di mano.
Spettatori: 36.254.
I GOL ** Al 18/o del pt Schweinsteiger va al tiro da 35 metri, Muslera respinge con fatica e Mueller di piatto destro porta in vantaggio la Germania.
- Al 28/o Perez ruba palla a Schweinsteger e serve Suarez, Forlan taglia e libera metri per Cavani, che sbaglia l'aggancio ma rimedia battendo Butt con un diagonale.
- Al 6' del st Arevalo va al cross, grande conclusione di Forlan, destro al volo schiacciato a terra: imparabile.
- All'11', cross di Boateng, Jansen Š solo in area, Muslera sbaglia il tempo e l'esterno tedesco mette dentro di testa.
- Al 37', su corner di Oezil da destra, Friedrich tocca la sfera che Lugano cerca di allontanare, Khedira colpisce di testa e spedisce la palla sotto l'incrocio dei pali per il 3-2 finale

domenica 4 luglio 2010

VILLA TRASCINA LA SPAGNA,IBERICI IN SEMIFINALE

Altro che Mondiale delle sudamericane. È tre su tre nel confronto diretto, ed il Sudafrica sorride alla vecchia Europa: dopo l'Olanda ieri e la Germania travolgente di oggi, piazza nelle semifinali anche i campioni continentali della Spagna, mentre Brasile, Argentina ed i guerrieri guaranì del ct Martino sono finiti tutti ko. A decidere la sfida contro il coriaceo Paraguay, che fino a quel momento aveva chiuso bene tutti gli spazi e si era fatto valere giocando praticamente alla pari, è stato un gol a sette minuti dalla fine del solito David Villa, adesso capocannoniere del torneo sudafricano, lesto a riprendere, e spedire in porta (palo-rete), un tiro di Pedro che era finito sul legno, dopo una splendida apertura di Iniesta, che aveva creato lui la giocata decisiva. Ma il Paraguay, pur accusando il colpo, aveva dimostrato di avere ancora carattere ed energia sfiorando il pareggio all'89'. Era stata un'uscita assolutamente decisiva di Casillas a salvare lo storico risultato di questa Spagna entrata per la prima volta in una semifinale mondiale. Il suo quarto posto del 1950 era stato infatti il frutto di una formula che prevedeva un girone unico finale, che peraltro le Furie Rosse chiusero all'ultimo posto. Così adesso il Mondiale dell'Africa è diventato d'Europa e, Uruguay permettendo, ci si avvia verso una finale fra vecchie conoscenze, con in semifinale una sfida molto aperta da una parte, che sarà la replica del match per il titolo di Euro 2008 fra spagnoli e tedeschi; ed un altro incontro più sbilanciato nel pronostico, perchè l'Olanda, imbattuta dal settembre 2008, è favorita nei confronti di un Uruguay che sarà privo di giocatori importanti come gli squalificati Suarez e Fucile e l'infortunato Lodeiro. In attesa di misurarsi mercoledì a Durban con i 'killer' dei sogni di Maradona, la Spagna mette da parte un altro successo di misura, frutto del suo gioco così simile a quello del Barcellona, ma con minore efficacia in avanti (e meno male che c'è Villa). Nel primo tempo l'unica conclusione pericolosa della squadra di Del Bosque era stato un tiro di Xavi, al termine di una bella azione corale, finito di poco alto al 29'. Il Paraguay si era invece fatto pericoloso al 21' con Alcaraz, che aveva mancato d'un soffio la deviazione di testa su punizione; e al 35' con bella deviazione aerea di Santana. Al 41' era stato annullato un gol a Valdez per fuorigioco di Cardozo. Per il resto la Spagna era andata a sbattere sul muro difensivo del Paraguay, ben disposto da Martino, con un pressing su Xavi che ne riduceva l'ispirazione e faceva mancare l'accelerazione che poteva risultare decisiva. Il secondo tempo riservava una girandola d'emozioni nel giro di un paio di minuti, quando le due squadre sbagliavano un rigore a testa. Il primo, al 14', era concesso dal guatemalteco Batras al Paraguay, per una trattenuta di Piquè (ammonito) a Cardozo, ma lo stesso Cardozo si faceva parare il tiro dall'ottimo Casillas (da ciò le sue lacrime disperate, sentendosi ancora in colpa, subito dopo il fischio finale). Un minuto dopo replica della Spagna, con un'azione d'attacco e la spinta di Alcaraz a David Villa che cadeva in area. Anche qui l'arbitro indicava il dischetto ed ammoniva il difensore. Perfetta la battuta a rete di Xabi Alonso, che andava sotto la curva ad esultare, ma Batras lo gelava indicandogli che doveva ripetere: alcuni compagni dello spagnolo erano entrati in area prima del dovuto. Il basco del Real tirava allo stesso modo, rasoterra alla sinistra del portiere, ma stavolta Villar non si faceva sorprendere. E le emozioni non erano finite, perchè al 18' c'era un intervento decisivo di Villar su un diagonale di Iniesta. Poco prima che succedesse tutto questo, all'11' st, Del Bosque, pur trovandosi sullo 0-0, aveva sostituito un attaccante, il non irresistibile Fernando Torres di oggi, con un centrocampista, il n. 10 Fabregas. La mossa d'infoltire il centrocampo a scapito dell'attacco non aveva dato gli esiti sperati, e Del Bosque aveva di nuovo corretto la rotta mandando dentro la punta Pedro al posto di Xabi Alonso, ancora sotto shock per il rigore sbagliato. Proprio Pedro, con il suo tiro sul palo poi corretto in rete da Villa si rivelava decisivo all'83'. Come dire che Del Bosque e la Spagna, oltre che bravi, sono anche fortunati.

DEL BOSQUE: NON TEMO GERMANIA In una partita «folle, folle», secondo le parole del portiere Iker Casillas, la Spagna approda per la prima volta alle semifinali di un Mondiale. «È incredibile essere tra le prime quattro al mondo, abbiamo meritato la semifinale. È stata una partita molto difficile - dice il ct Vicente Del Bosque -. È un buon momento per il calcio spagnolo. La Germania? Oggi ha fatto una grande partita, ma non abbiamo paura». Casillas invece, che ha parato un rigore sullo 0-0, parla di un «blocco psicologico» della Spagna ai Mondiali che è stato infranto. «È successo di tutto, ma alla fine il gol è arrivato», ha aggiunto.

PARTITA NELLA STORIA PER I RIGORI FALLITI Paraguay-Spagna entra direttamente nel Guinness dei primati della storia dei Mondiali: era infatti accaduto solo una volta, il 19 luglio 1930 in Argentina-Messico 6-3 (fase a gironi). che nella stessa gara venissero falliti due rigori. Quella volta sbagliarono prima l'argentino Paternoster e poi il messicano Rosas. Nella stessa partita venne assegnato un terzo rigore, trasformato dal messicano Rosas. Iker Casillas Š invece il terzo portiere a parare due rigori ai Mondiali, dopo quello neutralizzato il 16 giugno 2002 all'irlandese Harte. In precedenza ci erano riusciti il polacco Jan Tomaszewski (entrambi nel 1974) e lo statunitense Brad Friedel (ambedue nel 2002).

URUGUAY UNICA SUDAMERICANA Le ultime 24 ore sono state fatali per le squadre sudamericane presenti ai Mondiali: dopo la sconfitta ieri del Brasile, oggi sono uscite anche l'Argentina e il Paraguay. A rappresentare il 'cono sud' dell' America Latina in Sudafrica è rimasto pertanto solo l'Uruguay, il paese più piccolo di tutti, anche se con una grande tradizione calcistica. A sorprendere è stata soprattutto la caduta delle due 'potenzè sudamericane, sia sul piano calcistico, sia su quello economico, e cioè la Selecao brasiliana e la Seleccion argentina: la prima è stata battuta ieri dall'Olanda 2-1, la seconda torna a casa dopo la goleada di oggi (4-0) subita ad opera della Germania. Qualche ora dopo la debacle argentina, a dover dire 'adios' al Sudafrica è stato il Paraguay, battuto 1-0 dalla Spagna, dopo una gara molto combattuta. Si è quindi infranto il sogno del quale aveva parlato il presidente brasiliano Lula, che si era detto felice di poter assistere ad un 'mundial' dal sapore nettamente sudamericano, visto appunto la presenza di Argentina, Brasile Paraguay e Uruguay negli ottavi. Ma ora, è rimasta in corsa solo quest'ultima Nazionale, la 'celestè: un'altra lezione, affermano tanti tifosi a Montevideo, impartita dall'allenatore della squadra, il 'maestrò Oscar Tabarez. E poco importa se l'Uruguay si è qualificato solo all'ultimo momento, e cioè con la serie dei rigori, grazie all'ultimo messo a segno dal 'Locò Sebastian Abreu.

CARDOSO INCONSOLABILE Piange a dirotto dopo la sconfitta il centravanti paraguayano Cardozo, che ripensa al rigore fallito sullo 0-0. A consolarlo arrivano non solo i compagni di squadra, ma anche gli avversari della Spagna, che grazie al gol di Villa a sette minuti dalla fine si è qualificata per la semifinale del Mondiale. Ma le lacrime di Cardozo sembrano inarrestabili e il giocatore si copre il volto con la maglietta. Intorno intanto esplode la festa degli spagnoli, per la prima volta nella storia così avanti in una Coppa del Mondo.

IL TABELLINO:
Paraguay (4-4-2): Villar; Veron, Da Silva, Alcaraz, Morel; E. Barreto (19' st Vera), V. Caceres (39' st Barrios), Riveros, Santana; Cardozo, Valdez (26' st Santa Cruz). (4 Caniza, 5 J.C. Caceres, 6 Bonet, 10 Benitez, 12 D. Barreto, 17 A. Torres, 20 Ortigoza, 22 Bobadilla, 23 Gamarra).
All.: Martino.
Spagna (4-4-2): Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol (39' st Marchena), Capdevila; Busquets, Xabi Alonso (30' st Pedro), Xavi, Iniesta; F. Torres (11' st Fabregas), Villa. (2 Albiol, 12 Valdes, 13 Mata, 17 Arbeloa, 19 Llorente, 20 Martinez, 21 David Silva, 22 Jesus Navas, 23 Reina).
All.: Del Bosque.
Arbitro: Batres (Guatemala)
Reti: nel st 38' Villa
Angoli: 7-1 per la Spagna
Recupero: 1' e 3'
Ammoniti: Piquè, Busquets, Santana, V. Caceres, Alcaraz e Morel per gioco scorretto
Spettatori: 55.359
Note: al 14' st Cardozo si è fatto parare un rigore da Casillas. Un minuto dopo, al 15', Villar ne ha neutralizzato uno a Xabi Alonso, che in prima battuta aveva segnato. Ma l'arbitro ha fatto ripetere il tiro dal dischetto perchè alcuni giocatori della Spagna erano entrati in area al momento del tiro.
I GOL ** 38' st: tocco di Xavi verso Iniesta e splendida apertura di quest'ultimo verso Pedro: il tiro del n.18 coglie il palo pieno, riprende Villa il cui tiro sbatte ancora sul palo ma poi entra in rete.

GERMANIA IMPLACABILE: 4-0,ARGENTINA UMILIATA

Dopo il Brasile cade anche l'altro gigante sudamericano. L'Argentina di Diego Maradona riprende la via del Sudamerica e la riprende con l'onta e l'umiliazione di aver perso per 4-0 contro una Germania praticamente perfetta. Usciti di scena i 'cuginì brasiliani, Maradona non aveva esultato, ma la sua Argentina aveva cominciato a credere che quello sudafricano fosse il suo Mondiale. Scongiuri a parte, l'illusione è durata appena 24 ore e si è dissolta sotto i colpi di una Germania praticamente perfetta: nessuna rivincita è così arrivata per l'eliminazione di quattro anni fa. Anzi, dopo quattro vittorie di fila e tante illusioni, l'Argentina lascia il Mondiale nel peggior modo possibile. Il calcio argentino, che era sembrato bello da vedere ed efficace nelle prime settimane di Sudafrica 2010, è sembrato improvvisamente vecchio davanti ai ragazzini tedeschi che corrono come dannati, che attaccano in dieci e che in dieci difendono come in un indemoniato calcetto in un campo grande. L'Argentina ha mostrato i suoi limiti, con una difesa in cui si sono aperte voragini e che non ha dato il minimo contributo nella costruzione della manovra; con un attacco che ha pochissima voglia di coprire; e con un Messi che per un pò ha predicato nel deserto, poi è sparito dal campo, cancellato dalla velocità esasperata degli avversari. La Germania ha inflitto all'Argentina una durissima lezione di calcio durata 90 minuti. Il punteggio finale è stato pesantissimo, ma rispecchia l'andamento di una partita nella quale la Germania è stata perfetta in difesa e devastante in attacco, ordinata e divertente allo stesso tempo, senza sbagliare niente. Guidata con autorità da Bastian Schweinsteiger, capitano e trascinatore, diga e uomo assist, cuore e cervello della squadra. Il disastro argentino, invece, non salva nessuno. Nemmeno Leo Messi, che pure nel primo tempo era stato forse il meno peggiore dei suoi. Maradona se n'è andato dal Mondiale trascinandosi dietro una difesa sciatta e approssimativa, e con due attaccanti, Higuain e Tevez, che non hanno creato nemmeno un vero pericolo alla porta di Neuer (tutto sommato il più sfaccendato dei suoi), mentre Milito è rimasto ad appassire in panchina. Se si fa eccezione per la seconda metà del primo tempo e per l'avvio della ripresa - quando l'Argentina ci ha provato con il possesso di palla, con gli spunti di Messi e con le conclusioni di Di Maria - la storia della partita sono i gol tedeschi: dalla zuccata di Mueller in avvio al raddoppio di Klose a metà del secondo tempo, nato da un'indecisione di Heinze e Demichelis che hanno spedito in area Podolski. Un gol che ha, di fatto, chiuso la partita e troncato le speranze di rimonta dell'Argentina. Le contromisure di Maradona si sono limitate all'inserimento di un trequartista, Pastore, per un terzino, il negativo Otamendi, e al cambio di Aguero con Di Maria. L'Argentina si è scoperta un pò di più, ma senza trovare incisività in attacco e per i veloci palleggiatori tedeschi si sono spalancate le praterie: Friederich ha trovato il tocco per mettere in porta l'ennesima iniziativa di Schweinsteiger. Nel finale Klose ha insaccato l'assist di Oezil, segnando il suo 14/o gol in un campionato del mondo: ha così uguagliato una leggenda tedesca come Gerd Mueller e si è portato ad una sola lunghezza dal record di Ronaldo, che con 15 gol è il primo bomber mondiale di tutti i tempi.

MARADONA DISTRUTTO «Il sogno non si è realizzato. È una botta durissima. Ora devo riflettere sul futuro, devo parlare con la mia famiglia e anche con i giocatori». Diego Armando Maradona è provato dopo la disastrosa eliminazione della sua Argentina dai Mondiali. Il k.o. per 4-0 contro la Germania nei quarti di finale ha posto fine all'avventura della seleccion in Sudafrica. Il Pibe, però, non esclude di mantenere la carica di ct. «Ho ringraziato i giocatori ma non ho parlato del futuro. Io posso anche andarmene domani, ma vorrei che questi ragazzi continuassero a far vedere cos'è il calcio argentino», dice Maradona nella conferenza dopo il match giocato a Città del Capo. «Ho quasi 50 anni e questa è una delle botte più dure che io abbia subito. Il risultato non mi toglie l'orgoglio di essere accanto a questi giocatori. Sono deluso, perchè rappresento il mio paese. Dobbiamo fare i conti con quello che è successo: voglio ringraziare tutta la squadra, i tecnici e la gente che ci è stata accanto. Il sogno non si è realizzato, ma abbiamo comunque fatto un percorso», dice evidenziando gli aspetti positivi. «È falso, ad esempio, dire che in Nazionale non può giocare chi milita all'estero. In questa squadra ci sono giocatori che guadagnano una fortuna e che hanno dato l'anima». Il Pibe non rinnega le scelte e le decisioni: «Mi sono reso conto che alla gente piace questo calcio: andare all'attacco, cercare il gol». Lo schieramento ultra-offensivo non ha però favorito Leo Messi. La stella del Barcellona chiude l'avventura ai Mondiali senza nemmeno una rete all'attivo. «Messi ha cercato il gol. Non ha segnato, ma ha fatto un gran Mondiale. Vedere Messi in lacrime negli spogliatoi è brutto: chi dice che Messi non sente la maglia dell'Argentina, è uno stupido».

KLOSE NELLA STORIA Miroslav Klose, con la doppietta segnata oggi all'Argentina, è salito a quota 14 gol ai Mondiali, superando il francese Just Fontaine e affiancando al secondo posto di tutti i tempi il connazionale Gerd Mueller. Al primo posto resta il brasiliano Ronaldo con 15 gol. (a cura di Football Data).

MULLER INCREDULO «È incredibile cos'è successo qui. Quando si batte l'Argentina 4-0, bisogna cercare le parole». Thomas Muller è incredulo dopo la strepitosa vittoria che la Germania ha ottenuto per 4-0 sull'Argentina nei quarti di finale dei Mondiali. «Oggi la star è stata la squadra», dice il giocatore del Bayern Monaco che ha aperto le marcature e che, per squalifica, salterà la semifinale. «Spero che i miei compagni facciano tutto bene in semifinale. E che, magari, io possa segnare un gol in finale».

ARGENTINA IN LACRIME Giocatori in lacrime, soprattutto Maxi Rodriguez e Burdisso, Messi con una mano sul viso, e Maradona che li abbraccia e li bacia per consolarli, come ha fatto durante tutto il Mondiale al momento dei gol e delle sostituzioni. È finita così la disfatta dell'Argentina, travolta 4-0 dalla Germania nei quarti di finale. Il ct argentino ha tenuto arrotolato intorno alla mano fino all'ultimo l'ormai famoso rosario, che però, di fronte ai gol dei tedeschi, non è servito.

IL TABELLINO Il tabellino di Argentina-Germania, gara valida per i quarti di finale dei Mondiali di Sudafrica 2010:
ARGENTINA-GERMANIA 0-4 (0-1);
ARGENTINA - (4-2-3-1) - 22 Romero; 15 Otamendi (25' st 23 Pastore), 4 Burdisso, 2 Demichelis, 6 Heinze; 20 Maxi Rodriguez, 4 Mascherano; 7 Di Maria (30' st, 16 Aguero), 10 Messi, 11 Tevez; 9 Higuain. (1 Pozo, 21 Andujar, 3 C. Rodriguez, 12 Garce, 13 Samuel, 5 Bolatti, 8 Veron, 17 Jonas, 18 Palermo, 19 Milito). Ct: Maradona
GERMANIA - (4-2-3-1) - 1 Neuer; 16 Lahm, 3 Friedrich, 17 Mertesacker, 20 J. Boateng (27' st, 2 Jensen); 6 Khedira, 7 Schweinsteiger; 13 Muller (39' st, 15 Trochowski), 8 Ozil, 10 Podolski; 11 Klose. (12 Wiese, 22 Butt, 4 Aogo, 5 Tasci, 14 Badstuber, 18 Kroos, 21 Marin, 9 Kiessling, 19 Cacau, , 23 Gomez). Ct: Loew Marcatori: 3' pt Muller (G), 22' st e 43' st Klose (G), 29' st Friedrich (G). Ammoniti: Otamendi (A), Muller (G), Mascherano (A).


I GOL
- 3' pt: su una punizione dalla tre quarti di Schweinsteiger, Mueller anticipa Otamendi e di testa porta in vantaggio la Germania.
- 23' st: un'indecisione della difesa Argentina lancia Podolski in area che può servire Klose, Burdisso non ci arriva e l'attaccante segna.
- 29' st: Schweinsteiger va sul fondo e con un dribbling si lbera per servire una palla in mezzo, Friederich in spaccata ci arriva per primo e fa il tris.
- 44' st: la Germania parte in contropiede e colpisce: Oezil va sul fondo e mette al centro per Klose che segna, con facilità il suo 14/mo gol al mondiale.

sabato 3 luglio 2010

Fa festa l'Uruguay,Il Ghana piange

I sudamericani tornano in semifinale dopo 40 anni piegando gli africani ai rigori. Decisivo Muslera che ne para due. Appiah e compagni hanno fallito la qualificazione con Gyan che ha calciato alto un penalty al 120' . In precedenza gol di Muntari e Forlan
di JACOPO MANFREDI

L'URUGUAY è in festa, il Ghana piange. Dopo 120' di incredibili ed altalenanti emozioni, i sudamericani si prendono dagli 11 metri il passi per le semifinali e tornano tra le migliori quattro al mondo, 40 anni dopo Messico '70, quando venero beffati alle soglie dell'ultimo atto dal grande Brasile di Pelè.

TUTTO IN UN'AZIONE - Una vittoria che ha quasi dell'incredibile se si pensa che, proprio all'ultimo minuto dei supplementari, gli africani sono stati a un passo dall'entrare nella storia di un intero continente. E, invece, hanno sciupato l'irripetibile occasione. Prima con Gyan, che su un'uscita a vuoto di Muslera non è riuscito a far altro che calciare centralmente addosso a Fucile, poi con il giovane milanista Adiyiah, che si è fatto parare sulla linea da Suarez (inevitabilmente espulso) un gol ormai fatto. Infine con Gyan che, con Muslera a terra sull'inevitabile rigore, ha trovato il modo per calciare il pallone sulla parte superiore della traversa. Un'unica, indimenticabile, azione che, inevitabilmente, ha riscritto la storia calcistica di due Paesi che non la scorderanno mai più.

LA GARA DEI PARADOSSI - E' stata la gara dei paradossi. La gara di Muntari, che l'ha aperta con un gran bolide ma che poi si è visto inspiegabilmente tirar fuori dalla mischia, sul più bello, alla soglia dei supplementari, dal CT Rajevac che continua a dimostrare di vederlo poco. La gara di Forlan, che l'ha pareggiata con una bella punizione a parabola ma che poi ha fatto poco altro. La gara di Suarez che, dopo aver fallito almeno 4 limpidi gol-vittoria, si è immolato per la patria in occasione del rigore regalato al Ghana. Infine la gara di Muslera che, dopo aver compiuto una papera sul gol di Muntari e l'uscita a vuoto al 120' che poteva costare la qualificazione, si è riscattato alla grande parando due decisivi rigori nella serie conclusiva.

CON L'OLANDA SENZA SUAREZ E FUCILE - Fatto sta che ora toccherà all'Uruguay provare a contendere all'Olanda un posto in finale. Certo è che con un'ora in più nelle gambe (non dimentichiamo i supplementari giocati anche contro gli Usa) e senza gli squalificati Suarez e Fucile (e forse anche Lugano, uscito per infortunio), sognare lo sgambetto a Robben e compagni diventa quasi un pensiero ai limiti del perverso.

URUGUAY - GHANA 5-3 dcr (0-1, 1-0, 0-0, 0-0)
Uruguay (4-3-3): Muslera; M. Pereira, Lugano (38' pt Scotti), Victorino, Fucile; A. Fernandez (1' st
Lodeiro), Perez, Arevalo; Forlan, Suarez, Cavani (31' st Abreu). (3 Godin, 5 Gargano, 8 Eguren, 11 A. Pereira, 12 Castillo, 18 Gonzalez, 21 S. Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All.: Tabarez.
Ghana (4-5-1): Kingson; Pantsil, Vorsah, Mensah, Sarpei; Inkoom (29' st Appiah), Asamoah, Annan, Prince Boateng, Muntari (42' st Adiyiah); Asamoah Gyan. (1 Agyei, 9 Derek Boateng, 12 Tagoe, 13 Amoah, 16 Ahorlu, 17 I. Ayew, 19 Lee Addy, 20 Owusu-Abeyie). All.: Rajevac.
Arbitro: Benquerenca (Portogallo).
Reti: nel pt 47' Muntari; nel st 10' Forlan.
Sequenza rigori: Forlan (gol), Asamoah Gyan (gol), Victorino (gol), Appiah (gol), Scotti (gol), Mensah (parato), M. Pereira (alto), Adiyiah (parato), Abreu (gol)
Angoli: 12-8 per l'Uruguay
Recupero: 2' e 3'; 1' e 0'.
Espulso: Suarez al 15' sts per fallo di mano sulla linea di porta
Ammoniti: Fucile, Arevalo, Perez, Sarpei, Mensah e Pantsil per gioco scorretto
Spettatori: 84.017
Note: al 15' del 2/o tempo supplementare Asamoah Gyan ha sbagliato un calcio di rigore concesso
per un 'manì di Suarez.


(02 luglio 2010)

Crolla il Brasile, Olanda in semifinale

Disastro Felipe Melo: due errori sui gol e l' espulsione spianano la strada alla squadra di Sneijder. Brasiliani in vantaggio con Robinho poi doppietta dell'interista
dall'inviato MAURIZIO CROSETTI

PORT ELIZABETH - L'incredibile, però mica tanto, ha preso forma e ha buttato fuori dal mondiale la squadra più attesa, la più importante, il Brasile pentacampione. Tristèza! Una vittoria in rimonta, di cuore e testa (anche nel senso di colpi di), quella dell'Olanda (2-1) che era andata sotto dopo 10 minuti ma ha aspettato, e ha colpito nel punto più debole dei brasiliani, Felipe Melo: costui, prima ha beffato Julio Cesar con un autogol, poi si è fatto scappare Sneijder nella seconda rete (di testa, e l'olandese dell'Inter è alto appena un metro e 70) e poi, per chiudere in bellezza, si è pure fatto espellere per una bruttissima scarpata a Robben che lo stesso Melo aveva già atterrato.
Non è stato un furto, quello degli olandesi, bensì un delitto perfetto. Stordita all'inizio, la squadra arancione ha saputo pazientare senza smarrirsi, e la sua semifinale se l'è presa con la forza del gioco: per metà partita, dal pareggio in avanti, ha dominato un avversario solo in teoria superiore. Fallisce dunque il Brasile all'europea, per il pianto di tutti i suoi innamorati delusi: il sesto titolo, la "hexa", proverà a prenderselo in casa, tra quattro anni. Però sembra un'eternità.

Due tempi, due volti incredibilmente opposti. L'equilibrio si spezza subito, come un biscotto, e manco a dirlo è un boccone brasiliano. E' una voragine quella che si spalanca nella difesa olandese (tra l'altro, durante il riscaldamento si fa male Mathijsen e lo rimpiazza Ooijer, giocatore dimenticabile): Felipe Melo, recuperato ad ogni costo, vede laggiù in fondo Robinho liberissimo e lo serve con un taglio da numero 10, altro che da brocco come spesso appare in campionato. Per Robinho è un'occasione da non credere: l'attaccante con la faccia da bambino si lancia in tutto quel vuoto, e gli basta colpire secco e preciso perché la palla vada dove deve andare. Nessuno, forse, tra i 190 milioni di brasiliani sparsi sul pianeta credeva cha sarebbe stato così facile e rapido passare in vantaggio contro l'Olanda.

Che le due squadre in campo si somigliassero, era previsto. Però la difesa olandese non ricorda in nulla quella brasiliana, la quale viceversa non sbaglia un colpo. Non durerà in eterno, però. E' chiaro che dopo l'uno a zero, il Brasile abbia narcotizzato quasi ogni azione con il suo palleggio sopraffino, mentre gli arancioni hanno tentato di sorprendere Julio Cesar con il solito, prevedibile movimento di Robben che prende il pallone da destra, si accentra e tenta di sferrare il sinistro velenoso. Lucio, Bastos e Juan, tuttavia, non abboccano mai.
La cosa più bella in 45' è stata l'azione volante tra Robinho (slalom, dribbling all'antica, sponda), Luis Fabiano (colpo di tacco a seguire) e Kakà (destro aggirante, proprio nel sette), che non è diventata gol soltanto perché Stekelenburg, il portiere olandese, salta come un ghepardo e la mette in angolo. Però, davvero, un grande momento di calcio.

Siccome questo sport si diverte a smontare certezze, ecco che l'Olanda pareggia al 53': cross da destra di Sneijder che invece diventa un tiro assassino, perché Julio Casar sbaglia l'uscita infastidito da Felipe Melo, che spizzica il pallone con la testa. Sbigottimento brasiliano: era il primo, mezzo tiro in porta degli arancioni. E da qui ib avanti, per il Brasile è terrore puro, tanto che l'Olanda ne segna un altro con Sneijder, un puffo, eppure è l'interista ad anticipare di testa Felipe Melo al 68'. Due errori decisivi per lo juventino che riesce pure a farsi cacciare per una scarpata su Robben, davvero una cosa sciocca: ragazzi, Felipe Melo visto per tanto tempo in Italia non poteva mica essere un'illusione ottica. Esce lui, esce il Brasile. Tristèza! Però meritata.

(02 luglio 2010)

martedì 29 giugno 2010

VILLA DECIDE COL PORTOGALLO,LA SPAGNA VA AI QUARTI

La Spagna vola ai quarti di finale dopo aver battuto il Portogallo per uno a zero al termine di una gara estremamente avvincente. Decide un gol di David Villa, realizzato nella ripresa. Espulso nel finale, per il Portogallo, Ricardo Costa.

Paraguay nella storia,Lacrime nipponiche

Il Giappone si arrende ai sudamericani soltanto ai calci di rigore: decisiva la traversa colpita da Komano, Cardozo non trema sul quinto penalty. Per la prima volta la selezione "albirroja" raggiunge i quarti di finale, dove affronterà la vincente tra Spagna e Portogallo
DI MARCO GAETANI


TRA il Giappone e i quarti di finale c'è di mezzo una traversa: il legno del Loftus Versfeld di Pretoria si rivela infausto per i nipponici, che lo colpiscono per ben due volte e devono abbandonare il Sudafrica. Prima il destro di Matsui durante i tempi regolamentari, poi è il turno di Komano nella serie dei tiri di rigore. La gioia è dunque tutta del Paraguay, che disputerà per la prima volta nella sua storia i quarti di finale di un Mondiale. Lo farà dopo una gara a tratti noiosa ma sempre viva dal punto di vista dell'agonismo: la selezione sudamericana attende ora la vincente di Spagna-Portogallo.

CI PROVA BARRIOS - "Tata" Martino pesca Benitez dal cilindro: la prova del numero 10 paraguayano, preferito a Valdez, sarà senza infamia e senza lode. Il match parte lentissimo, il primo squillo porta la firma di Barrios, bravo a liberarsi in area salvo poi sparare debolmente su Kawashima con l'esterno destro. Reazione immediata degli asiatici: conclusione a giro di Matsui dai 20 metri e cuoio che si infrange contro la traversa. I 45 minuti iniziali vedono un'altra chance per parte: "albirroja" pericolosa con Santa Cruz, Giappone vicino al gol con un mancino di Honda, comunque troppo egoista in questo frangente (poteva servire Okubo).

SECONDO TEMPO AL BROMURO - Nella ripresa non succede praticamente nulla: le due squadre sembrano prepararsi soltanto ai supplementari. La palla migliore capita sul sinistro di Benitez all'11', contrato in angolo dalla chiusura disperata di Nakazawa. Il Paraguay si aggrappa ai cross di Morel, motorino instancabile sulla corsia di sinistra: Santa Cruz e Barrios non raccolgono però gli assist del terzino boquense.

GARA CHE SI RAVVIVA - A sorpresa i supplementari si rivelano una fucina di occasioni da gol. Dopo due giri d'orologio Okazaki colpisce di testa in solitudine da 5 metri, torsione aerea fuori misura non di poco. E' il 7' quando Valdez, subentrato a Benitez, si libera del diretto avversario in area e batte a rete sull'uscita disperata di Kawashima, bravo a respingere con il corpo. Honda mette paura a Villar con un mancino su punizione, l'estremo paraguayano allunga la traiettoria in angolo. Il secondo extratime si apre con l'ingresso di Tamada per Okubo: il numero 11 crea scompiglio con un'azione personale che si conclude con un cross troppo lungo per Endo. E' un fuoco di paglia: si va ai rigori.

NESSUNA PARATA, FESTA ALBIRROJA - La serie comincia con il penalty di Edgar Barreto, che incrocia alla perfezione. Segnano anche Endo, Barrios, Hasebe e Riveros. Il punteggio è di 3-2 per il Paraguay quando si materializza l'errore decisivo. Sul dischetto c'è Komano, destro potente ma impreciso: traversa piena e preludio all'esultanza finale sudamericana. Valdez allunga sul 4-2, Honda cerca di riaprire i giochi portando i suoi sul 4-3. Il nono ed ultimo rigore è riservato al mancino di Oscar Cardozo, che aveva rilevato Santa Cruz. Kawashima va a terra con largo anticipo, il numero 7 del Benfica se ne accorge e si limita ad un tocchettino sul lato scoperto della porta: la sfera bacia la rete e dà il via alla festa "albirroja", mentre i nipponici, Komano su tutti, finiscono in lacrime.

MARTINO VUOLE DI PIU' - E' stravolto ma felice Gerardo Martino: il tecnico argentino del Paraguay ha portato i suoi ragazzi nella storia. "Abbiamo sofferto molto, devo rendere onore al Giappone: le squadre sono state egualmente forti. Dio è stato dalla nostra parte, ora possiamo fare un passo in più per entrare nella leggenda: non siamo ancora soddisfatti, ci siamo posti un obiettivo maggiore dei quarti di finale". Festeggia anche Lucas Barrios. "Sto vivendo un periodo particolare, non segno ma l'importante è aiutare la squadra. Questo risultato per noi è qualcosa di storico, mai eravamo arrivati fin qui: è il nostro momento e dobbiamo continuare così. Spagna o Portogallo? E' inutile pensare di poter scegliere: sarà comunque un incontro difficile, speriamo di giocare bene".

Paraguay-Giappone 5-3 d. c. r. (0-0, 0-0)
Paraguay (4-3-1-2): Villar 6; Bonet 6.5, Da Silva 6.5, Alcaraz 6, Morel 7; Vera 5.5, Ortigoza 5.5 (30' st Barreto 6), Riveros 5.5; Benitez 6 (15' st Valdez 6.5); Barrios 6, Santa Cruz 5.5 (4' ts Cardozo 6). All.: Martino
Giappone (4-3-2-1): Kawashima 6.5; Komano 5.5, Nakazawa 6.5, Tanaka 6.5, Nagatomo 6.5; Matsui 6.5 (20' st Okazaki 6), Abe 6 (36' st K. Nakamura 6), Endo 6.5; Hasebe 6, Okubo 5.5 (16' ts Tamada 6); Honda 5.5. All.: Okada
Arbitro: De Bleeckere (BEL)
Serie rigori: Barreto GOL, Endo GOL, Barrios GOL, Hasebe GOL, Riveros GOL, Komano TRAVERSA, Valdez GOL, Honda GOL, Cardozo GOL
Ammoniti: Nagatomo, Endo, Honda e Riveros per gioco falloso, Matsui per comportamento non regolamentare
Recupero: 1' e 3'
Angoli: 6-5 per il Paraguay
Spettatori: 36.742
(29 giugno 2010)

lunedì 28 giugno 2010

Brasile travolgente.L'Olanda è avvertita

Vittoria facile per 3-0 dei verdeoro contro un Cile che pure nelle prime partite aveva impressionato. In gol Juan, Luis Fabiano e Robinho. La squadra di Dunga dimostra come si possano coniugare classe e solidità
dall'inviato MAURIZIO CROSETTI

JOHANNESBURG - Facile e felice, il Brasile fa a pezzi un Cile piccolissimo (3-0), che pure nelle prime due partite era sembrato una meraviglia del Sudamerica. Il fatto è che la Seleçao riesce a rimpicciolire chiunque, e adesso ci proverà nei quarti con l'Olanda, sempre alla ricerca della prima coppa del mondo della sua storia, lei che la storia del calcio cambiò non poco.

In apparenza intorpidito per una mezz'oretta, il Brasile segna due volte in tre minuti e sotterra tutte le speranze dei cileni. Vantaggio di Juan, grande inzuccata sotto la traversa e raddoppio di Luis Fabiano, il centravanti che il Milan vorrebbe da morire. L'azione del raddoppio verdeoro è veramente da manuale: Robinho scappa a sinistra, vede libero Kakà che serve di prima Luis Fabiano; aggiramento laterale del portiere e gol. Nel tempo che noi abbiamo impiegato per scriverlo, i tre attaccanti del Brasile avrebbero potuto rifarlo un altro paio di volte.

Alla faccia dei dibattiti accademici sulla bellezza e sulla praticità, sulla fedeltà alla tradizione verdoro o sugli aggiornamenti apportati da Dunga (criticatissimo dalla stampa brasiliana), la squadra più forte del pianeta spiega come si possano coniugare classe e robustezza. In questo, il Brasile assomiglia un po' all'Inter di cui, peraltro, ha tre giocatori importanti: Julio Cesar, Maicon (per poco, forse) e Lucio. Il principio è semplice: blindare la difesa e aspettare che i campioni dell'attacco inventino qualcosa, ovviamente aiutati da tutti gli altri che non saranno fenomeni, ma campioni sì. In un simile contesto ci si può anche accontentare di un mezzo Kakà; però, quando tocca la palla fa quasi sempre la differenza, e sa far male.

Le risorse del Brasile sono tante, tipo il funambolico Robinho che al 59' fa tris. Percussione di Ramires (ha sostituito Felipe Melo, ancora nei guai con la caviglia, e pure Elano è rimasto fuori), palla al bambino che tira d'effetto. Poco più tardi gli annulleranno pure un gol per fuorigioco.
Tanto Brasile, veramente. Sarebbe un sogno se davvero arrivasse alla finale mai vista contro l'Argentina.

Robben-Sneijder Olanda ai quarti

Due reti per tempo, messe a segno dal fuoriclasse del Bayern e dal centrocampista dell'Inter, eliminano la Slovacchia. Inutile il rigore finale di Vittek. Ora gli arancioni aspettano il Brasile
Di FEDERICO SALA

IL GIUSTIZIERE azzurro cade di fronte a una squadra concreta e organizzata come l'Olanda. La Slovacchia, eliminando l'Italia, aveva già vinto il suo Mondiale e negli ottavi ha trovato negli arancioni trascinati da Robben e Sneijder un ostacolo insormontabile. Come da pronostico ci va l'Olanda ai quarti, mentre la squadra del ct Weiss torna a casa.

ROBBEN C'E' - Il ct olandese Bert van Marwijk presenta una squadra titolare d'altri tempi, almeno per quanto riguarda la numerazione: giocano gli atleti che hanno numeri di maglia dall'1 all'11. C'è anche Robben, fuoriclasse che ha rischiato di perdere i Mondiali per uno stupido infortunio in amichevole. La Slovacchia effettua il solito pressing a tuttocampo, ma l'Olanda non è l'Italia di Lippi e quando affonda fa male. Dopo un tentativo di Sneijder parato da Mucha, ci pensa il fuoriclasse del Bayern Monaco a sbloccare il risultato: palla a destra, Robben si accentra e conclude dal limite sul primo palo per l'1-0. Un gol dei suoi.

AMMINISTRAZIONE - La Slovacchia subisce il colpo e non riesce a reagire nel modo adeguato. Sino alla fine dei primi 45', Stekelenburg rimane inoperoso, mentre la difesa arancione amministra senza affanni il vantaggio. Al 41' ci prova Van Persie, ma il tiro è centrale e Mucha para. Anche la ripresa viene condotta in modo efficace dagli olandesi che concedono pochissimo. Anzi, sfiorano più volte il raddoppio: al 5' Van Persie si libera in area, assist per Robben che concude col sinistro. Bravissimo il portiere Mucha a parare. Passa un minuto e Mucha fortunosamente respinge col viso una deviazione a botta sicura di Mathijsen, dopo un'iniziativa del solito Robben.

FINALMENTE LA SLOVACCHIA - Quando l'Olanda abbassa un po' i ritmi e si chiude troppo dietro, esce finalmente la Slovacchia che prende coraggio e ci prova. Dal 22' al 23', Stekelenburg salva per due volte i suoi. Prima alza in angolo un bel tiro di Stoch e poi esce su Vittek, solo davanti alla porta, e d'istinto para. Robben è stanco e gli subentra allora Elia che riesce e impensierire con la sua vivacità la corsia di sinistra della difesa slovacca. L'Olanda torna a riaffacciarsi dalle parti di Mucha che al 20' para su Kuyt.

SNEIJDER CHIUDE I CONTI - La Slovacchia termina le fiammate offensive e subisce il 2-0 al 39'. Punizione a sorpresa per Kuyt che penetra in area, Mucha esce malissimo e Kuyt serve Sneijder che a porta vuota insacca. E' la rete che manda l'Olanda ai quarti. Inutile il fallo nei minuti di recupero del portiere Stekelenburg su Jakubko: Vittek realizza dagli 11 metri ma subito dopo l'arbitro Undiano fischia la fine. L'Olanda attende ora la vincente di Brasile-Cile.

OLANDA-SLOVACCHIA 2-1 (1-0)
OLANDA (4-5-1): Stekelenburg 7, Van der Wiel 5,5, Heitinga 6, Mathijsen 6,5, Van Bronckhorst 6, Robben 7,5 (70' Elia 6), Van Bommel 6,5, de Jong 6, Sneijder 7 (92' Afellay sv), Kuyt 6,5, Van Persie 5,5 (79' Huntelaar sv).
(12 Boulahrouz, 13 Ooijer, 14 de Zeeuw, 15 Braafheid, 16 Vorm, 18 Schaars, 19 Babel, 22 Boschker, 23 Van der Vaart).
All.: Van Marwijk 6,5
SLOVACCHIA (4-4-2): Mucha 5, Pekarik 5,5, Skrtel 5, Durica 5,5, Zabavnik 5 (88' Jakubko 6), Weiss 5,5, Stoch 6, Hamsik 6 (87' Sapara sv), Kucka 6,5, Jendrisek 5,5 (71' Kopunek 5,5), Vittek 5,5. (12 Pernis, 23 Kuciak, 4 Cech, 22 Petras, 8 Kozak, 21 Salata, 9 Sestak, 13 Holosko). All. Weiss 5,5
Arbitro: Undiano (Spagna) 6
Reti: Robben al 18' pt, Sneijder al 38' st, Vittek su rig. al 93'
Ammoniti: Robben, Kucka, Kopunek, Skrtel, Stekelenburg
Spettatori: 62.000 circa.
Recuperi: 1' e 3'
Angoli: 5 a 2 per l'Olanda

(28 giugno 2010)

MARADONA: "DEDICO LA VITTORIA A VALEROSSI"

È soddisfatto Diego Armando Maradona: la vittoria con il Messico porta la sua Argentina ai quarti di finale (dove incontrerà la Germania) e in conferenza stampa il ct dedica la vittoria a Valentino Rossi: «Voglio dedicare questo successo al mio amico Valentino Rossi che sta male», dice rispondendo alla stampa italiana. Parlando della gara col Messico, Maradona aggiunge: «C'era molta tensione, non conoscevamo molto il nostro avversario ma siamo riusciti a fare il nostro gioco in attacco e a trarne vantaggio. Alla fine l'Argentina è stata superiore. Sono contento dei miei giocatori stanno nascendo cose molto belle, i ragazzi stanno giocando bene e oggi tutta la squadra si è mossa con ottimi risultati». «Mi sento molto orgoglioso di essere parte di questo momento - prosegue il ct - perchè dicevano che come allenatore non so niente, invece dopo quattro partite vinte ora sono un altro. Io sono lo stesso di prima, adesso e domani». Poi rispondendo ad una domanda sulla prossima sfida con la Germania, aggiunge: «Non è la finale. L'atmosfera è da quarto di finale, però sappiamo che la Germania è una squadra diversa dal Messico. Noi metteremo in campo i giocatori giusti per batterla».

"ROSETTI HA SBAGLIATO TUTTO" «L'arbitro ha condizionato la partita, Rosetti ha sbagliato tutto». Senza tanti giri di parole Diego Maradona si conferma il numero uno a livello verbale di Sudafrica 2010, e ammette il vantaggio ricevuto dalla sua squadra, in occasione del primo gol consolidato a Tevez. «Ma adesso non diciamo che abbiamo vinto solo per questo - aggiunge -: nel corso dei 90 minuti siamo stati complessivamente superiori, e abbiamo fatto bene molte cose». Però il ct argentino ha anche qualcos'altro da dire a proposito dell'arbitro. «Messi non ha segnato? È stato scalciato dall'inizio alla fine - dice Maradona - il suo marcatore Torrado andava ammonito e poi espulso. Sembrava di essere tornati indietro di venti anni, ai tempi di Gentile».

INGHILTERRA FUORI, TABLOID CONTRO CAPELLO: "VATTENE"

Non ci sarà nessun colpo a sorpresa, nessuna fretta per risolvere una situazione delicata che richiede pazienza ma soprattutto valutazioni approfondite: la Fa deciderà nelle prossime settimane il futuro di Fabio Capello. Già oggi è atteso il primo incontro tra il Ct dell'Inghilterra e il presidente del Club England Sir David Richards. Argomento del colloquio, ancor prima che il futuro del tecnico italiano, l'analisi di Capello sulla disastrosa spedizione mondiale. Perchè dopo le convincenti qualificazioni, durante le quali l'Inghilterra aveva vinto nove partite su dieci realizzando 34 reti, con l'approssimarsi del mondiale i Tre Leoni si sono persi. Irriconoscibili, impauriti, fragili. Arrivato nel dicembre 2007 proprio per trasmettere spessore internazionale ad una generazione di campioni (vedi John Terry, Frank Lampard, Steve Gerrrad) che in nazionale non avevano mai reso come nei rispettivi club, Capello aveva conquistato tutti con i suoi modi spiccioli e autoritari, il suo carisma da vincente, l'arroganza di chi non ha mai un'esitazione. Anche per questo alla vigilia della partenza l'italiano aveva preteso, e ottenuto, che venisse eliminata dal contratto una clausola che avrebbe consentito alla Fa la rescissione unilaterale del contratto al termine del mondiale. Corteggiato anche dall'Inter, dopo aver rifiutato Juventus e Milan, Capello aveva puntato i piedi durante il ritiro austriaco ed era stato accontentato. Voleva evitare di trovarsi a luglio senza Inghilterra e senza alternative. D'altronde lui l'ipotesi di una simile catastrofe non l'aveva neppure presa in considerazione. L'obiettivo minimo era la semifinale anche se si diceva convinto di raggiungere l'ultimo stadio del mondiale, la finalissima di Johannesburg. Ma già dopo le amichevoli pre-mondiali, contro Giappone e Messico, più di un dubbio emerge.

Perplessità esplose all'esordio in Sudafrica contro gli Usa. Un pari deludente a cui segue un altro pareggio, ancora più desolante, contro l'Algeria. Prima della gara contro la Slovenia Capello è costretto non solo a rintuzzare l'ammutinamento di parte dello spogliatoio che chiede il cambio di modulo (dal 4-4-2 al 4-4-1-1), ma anche a rintuzzare una stampa sempre più critica nei suoi confronti. Se gli vengono riconosciuti gli alibi degli infortuni (Rio Ferdinand, Ledley King, Gareth Barry) e di una condizione fisica generale spossata dopo una stagione troppo lunga e intensa, sono alcune scelte che non convincono. Capello insiste su Emile Heskey e trascura Jermain Defoe e Peter Crouch. Addirittura si dimentica di Joe Cole e non trova la soluzione per valorizzare Wayne Rooney. E ora che l'Inghilterra è fuori, la campagna mediatica per le sue dimissioni è già cominciata. L'hanno lanciata i tabloid più letti, Mirror (“FabiGo!”) e The Sun (“Fabio, è tempo di andartene. E porta con te i tuoi giocatori”). Un appello destinato però a restare inascoltato perchè al termine della partita contro la Germania Capello è stato categorico: non ha alcuna voglia di dimettersi. Toccherà dunque alla Fa decidere il da farsi. Di certo registrerà gli umori dell'opinione generale (stampa più tifosi) oltre ad ascoltare le intenzioni del tecnico. Che da parte sua - in presenza di fiducia rinnovata - vorrebbe restare fino all'Europeo 2012 per giocarsi una seconda chance. E in questo senso il sontuoso contratto da sei milioni di euro a stagione potrebbe venirgli in soccorso dal momento che in caso di divorzio la Fa dovrebbe corrispondergli un'altrettanta lauta liquidazione. E in tempi di recessione pagare un tecnico per non farlo lavorare è decisamente fuori moda.

sabato 26 giugno 2010

GHANA AI QUARTI: 2-1 AGLI USA DOPO SUPPLEMENTARI


Il Ghana supera due a uno gli Stati Uniti, dopo i tempi supplementari, e passa ai quarti di finale dei Mondiali 2010. Superbo l'inizio di gara dei ghanesi, che passano in vantaggio dopo appena 5' con Kevin Prince Boateng, bravo a recuperare un pallone a centrocampo, avanzare e battere dal limite Howard sul palo alla destra del portiere statunitense. Gli Stati Uniti sembrano accusare il colpo, ma si ritrovano tatticamente nel finale di primo tempo e dominano nella ripresa fino a trovare il pareggio, su calcio di rigore, con Donovan. Si va ai supplementari, ma dopo pochi minuti ecco un lancio lungo per Gyan Asamoah, che brucia sullo scatto un ingenuo Bocanegra e Demerit e batte Howard in uscita. A nulla vale il forcing finale degli Usa: il Ghana raggiunge lo storico traguardo dei quarti di finale, grazie soprattutto alla sagacia del suo ct, il serbo Rajevac, capace di escludere in questa gara dai titolari anche un giocatore fondamentale come Muntari, reo di essere troppo altezzoso e di aver peccato di presunzione.

Uruguay ai quarti dopo quaranta anni


Una doppietta di Suarez firma il 2-1 con cui la 'Celeste' batte la Corea del Sud e supera gli ottavi. Agli asiatici non basta la rete del momentaneo pari di Lee Chung-Yong
di FEDERICO SALA

L'URUGUAY del ct Tabarez è nella storia. 40 anni dopo Messico '70, la nazionale celeste torna ai quarti di finale di un Mondiale. L'impresa è riuscita oggi sotto la pioggia di Port Elizabeth, dove i sudamericani hanno sconfitto la Corea del Sud negli ottavi grazie ad una doppietta di Luis Suarez.

LA COREA DORME, SUAREZ NO - Tabarez schiera ancora il tridente offensivo formato da Forlan, Cavani e Suarez. La Corea fa affidamento alla sua celebre agilità. Ma è proprio quella a mancare nel primo tempo agli asiatici, in costante affanno per tutti i primi 45'. L'unico lampo viene da una punizione dopo 5' di Park Chu-Young: palo con Muslera battuto. La replica celeste all'8': Cavani apre a sinistra dove c'è Forlan, cross di destro con la difesa immobile e il portiere Sung-Ryong in uscita bassa goffa. Il pallone sfila a Suarez, liberissimo: piatto destro e gol. L'Uruguay controlla senza affanno il vantaggio e rischia pochissimo grazie ad una difesa attenta. E' il solito Chu-Young a provarci da fuori al 35': palla di poco sul fondo.

COREA ALL'ARREMBAGGIO - Ad inizio ripresa, Tabarez inserisce Victorino al posto di Godin. Dopo un tentativo iniziale di Suarez parato dal portiere, la gara cambia totalmente ed è la Corea a riversarsi in attacco. La difesa sudamericana inizia a soffrire la velocità asiatica. Park Chu-Young al 6' sbaglia da ottima posizione, mentre al 13' il colpo di testa dell'attaccante sudcoreano viene parato da Muslera. Cavani al 19' commette un fallo da rigore che l'arbitro Stark non vede. Ma la Celeste traballa e capitola al 23': punizione in area, rinvia di testa un difensore, Muslera esce male e di testa Lee Chung-Yong insacca praticamente a porta vuota. 1-1 meritato e spettro dei tempi supplementari che si avvicina.

CI PENSA SUAREZ - L'Uruguay, remissivo per oltre mezz'ora, finalmente torna a giocare e quando attacca fa male alla difesa coreana. Suarez al 29' spreca tutto solo in area, di testa, pescato da un lancio lungo di Fucile. La punta dell'Ajax però non sbaglia al 35': angolo di Forlan, la palla viene respinta ma la conquista Suarez defilato a sinistra, in area. Dribbling e splendido tiro sul secondo palo con la sfera che prende il legno e si insacca. E' il gol che segna la storica qualificazione della Celeste che adesso attende la vincente tra Ghana e Usa. Una ghiotta occasione per puntare direttamente alla semifinale.

Uruguay-Corea del Sud 2-1 (1-0)
Uruguay (4-3-3): Muslera 5,5, M. Pereira 6, Lugano 6,5, Godin 6 (1' st Victorino 5,5), Fucile 5,5; Arevalo Rios 5,5, Perez 6, A. Pereira 6 (29' st Lodeiro 5,5); Cavani 5,5, Forlan 6,5, Suarez 7,5 (39' st A. Fernandez sv). (5 Gargano, 8 Eguren, 12 Castillo, 13 Abreu, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 21 S . Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All.: Tabarez 6,5
Corea del Sud (4-2-3-1): Sung Ryong 4,5; Cha Du Ri 6, Yong Jung 5, Jung Soo 5,5 , Young Pyo 5; Sung Yung 5,5 (40' st Ki Hun sv), Jung Woo 5,5; Jae Sung 6 (16' st Dong Gook 5), Park Ji-Sung 6, Chung Yong 6,5; Park Chu 6. (1 Wooon Jae, 2 Beom Seok, 3 Hyung Il, 5 Na Mil, 6 Bok Yung, 9 Ahn Jung, 11 Seung Yeoul, 15 Dong Jin, 21 Young Kwang, 23 Min Soo). All.: Huh Jung 5,5
Arbitro: Stark (Germania) 5,5
Reti: nel pt 8' Suarez; nel st 23' Chung Yong, 35' Suarez.
Angoli: 3-3.
Recupero: 1' e 3'.
Ammoniti: Jung Woo, Cha Du Ri e Yong Jung per gioco scorretto.
Spettatori: 30.597.
(26 giugno 2010)


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venerdì 25 giugno 2010

Spagna, tre punti e primato,Anche il Cile fa festa


Il Brasile e il Portogallo si qualificano per gli ottavi di finale dei mondiali al termine delle partite del gruppo G. Il Brasile finisce primo con 7 punti precedendo il Portogallo con 5, la Costa d'Avorio con 4 e la Corea del Nord con zero punti. I brasiliani affronteranno la seconda del gruppo H il 28 giugno a Johannesburg, i portoghesi se la vedranno con la vincente del gruppo H il 29 a Città del Capo

ZERO A ZERO IN CAMPO Mezza partita vera per un pareggio che va bene a tutti. Brasile e Portogallo non si fanno male nella terza giornata del Gruppo G e con lo 0-0 avanzano a braccetto agli ottavi di finale dei Mondiali. Ai verdeoro qualificati con 90' di anticipo si aggiungono i lusitani, che avrebbero rischiato l'eliminazione solo in caso di catastrofica sconfitta. Insomma, impossibile aspettarsi fuochi d'artificio da un match non fondamentale. La gara è parzialmente viva nel primo tempo: merito in particolare del Il Brasile che in avvio sfrutta la spinta di Maicon e la vivacità di Nilmar, pronto giocarsi al meglio la chance da titolare. La selecao arriva un paio di volte dalle parti di Eduardo, che deve sbrigare solo ordinaria amministrazione. Il Portogallo, compatto nella propria metà campo, non ha intenzione di rischiare: il pareggio blinda la qualificazione agli ottavi, non è il caso di correre inutili pericoli. I lusitani si accontentano di ripartire quando si aprono spazi e al 25' serve un clamoroso fallo di mano di Juan per fermare Cristiano Ronaldo: l'arbitro messicano Archundia non se la sente di sventolare il rosso e il Brasile rimane in 11. I colpi proibiti non mancano, come dimostra l'abbondanza di ammonizioni: 7 concentrati nei primi 45 minuti. Il pomeriggio si accende improvvisamente al 30' Nilmar tocca da 2 passi, Eduardo devia miracolosamente sul palo. Sul ribaltamento di fronte, Tiago reclama un penalty: per il direttore di gara è simulazione, giallo per il centrocampista portoghese. Dopo un lungo letargo, entra in scena Luis Fabiano. Il bomber della selecao trova il tempo per il colpo di testa: mira sbagliata, Eduardo si salva. Impalpabile, o quasi, Cristiano Ronaldo: abbandonato a se stesso, si fa vivo con una conclusione soft che al 42' non crea problemi a Julio Cesar. L'attaccante del Real Madrid cerca di lasciare il segno all'inizio della ripresa: un paio di accelerazioni e una punizione da distanza siderale sono fanno da prologo al contropiede individuale imbastito al 60'. Ronaldo sfida tutta la difesa verdeoro, il pallone arriva dalle parti di Meireles che non riesce a inquadrare la porta sull'uscita di Julio Cesar sprecando una colossale chance. Il Brasile non ha nessuna intenzione di alzare il ritmo del match che si trascina senza squilli. Il pallone staziona a metà campo, nessuno vuole rimediare un'ammonizione che farebbe scattare la squalifica. L'ultimo brivido, in maniera casuale, arriva al 92': sul tiro di Ramires, dopo una deviazione fortuita, Eduardo evita sorprese. La selecao con 7 punti si tiene il primo posto, il Portogallo chiude in seconda posizione con 5 punti e nemmeno un gol subito: nessuna squadra, finora, ha fatto altrettanto

BRASILE - PORTOGALLO 0-0 ED ENTRAMBE AGLI OTTAVI


Il Brasile e il Portogallo si qualificano per gli ottavi di finale dei mondiali al termine delle partite del gruppo G. Il Brasile finisce primo con 7 punti precedendo il Portogallo con 5, la Costa d'Avorio con 4 e la Corea del Nord con zero punti. I brasiliani affronteranno la seconda del gruppo H il 28 giugno a Johannesburg, i portoghesi se la vedranno con la vincente del gruppo H il 29 a Città del Capo

ZERO A ZERO IN CAMPO Mezza partita vera per un pareggio che va bene a tutti. Brasile e Portogallo non si fanno male nella terza giornata del Gruppo G e con lo 0-0 avanzano a braccetto agli ottavi di finale dei Mondiali. Ai verdeoro qualificati con 90' di anticipo si aggiungono i lusitani, che avrebbero rischiato l'eliminazione solo in caso di catastrofica sconfitta. Insomma, impossibile aspettarsi fuochi d'artificio da un match non fondamentale. La gara è parzialmente viva nel primo tempo: merito in particolare del Il Brasile che in avvio sfrutta la spinta di Maicon e la vivacità di Nilmar, pronto giocarsi al meglio la chance da titolare. La selecao arriva un paio di volte dalle parti di Eduardo, che deve sbrigare solo ordinaria amministrazione. Il Portogallo, compatto nella propria metà campo, non ha intenzione di rischiare: il pareggio blinda la qualificazione agli ottavi, non è il caso di correre inutili pericoli. I lusitani si accontentano di ripartire quando si aprono spazi e al 25' serve un clamoroso fallo di mano di Juan per fermare Cristiano Ronaldo: l'arbitro messicano Archundia non se la sente di sventolare il rosso e il Brasile rimane in 11. I colpi proibiti non mancano, come dimostra l'abbondanza di ammonizioni: 7 concentrati nei primi 45 minuti. Il pomeriggio si accende improvvisamente al 30' Nilmar tocca da 2 passi, Eduardo devia miracolosamente sul palo. Sul ribaltamento di fronte, Tiago reclama un penalty: per il direttore di gara è simulazione, giallo per il centrocampista portoghese. Dopo un lungo letargo, entra in scena Luis Fabiano. Il bomber della selecao trova il tempo per il colpo di testa: mira sbagliata, Eduardo si salva. Impalpabile, o quasi, Cristiano Ronaldo: abbandonato a se stesso, si fa vivo con una conclusione soft che al 42' non crea problemi a Julio Cesar. L'attaccante del Real Madrid cerca di lasciare il segno all'inizio della ripresa: un paio di accelerazioni e una punizione da distanza siderale sono fanno da prologo al contropiede individuale imbastito al 60'. Ronaldo sfida tutta la difesa verdeoro, il pallone arriva dalle parti di Meireles che non riesce a inquadrare la porta sull'uscita di Julio Cesar sprecando una colossale chance. Il Brasile non ha nessuna intenzione di alzare il ritmo del match che si trascina senza squilli. Il pallone staziona a metà campo, nessuno vuole rimediare un'ammonizione che farebbe scattare la squalifica. L'ultimo brivido, in maniera casuale, arriva al 92': sul tiro di Ramires, dopo una deviazione fortuita, Eduardo evita sorprese. La selecao con 7 punti si tiene il primo posto, il Portogallo chiude in seconda posizione con 5 punti e nemmeno un gol subito: nessuna squadra, finora, ha fatto altrettanto

giovedì 24 giugno 2010

Clamoroso, il Giappone elimina la Danimarca, avanti l'Olanda, prima nel girone


La freschezza di un Giappone vivace e propositivo, la goffaggine di Sorensen, le giocate di un super Honda, la poco incisività danese a dispetto del solito ordine tattico. Ecco i motivi di una convincente prestazione del Sol Levante che raggiunge gli ottavi incontrando, ahinoi, il Paraguay. Morten Olsen come Lippi. Il nostro tiene in panchina Quagliarella, l'ex libero del Brondby rinuncia a Larsen e a Eriksen. E va a casa come noi

MAI COSÌ BRUTTI: L'ITALIA TORNA A CASA


JOHANNESBURG - La peggiore Italia degli ultimi cinquant'anni o forse di sempre, esce meritatamente dal mondiale: fine di una generazione e di un'illusione. La tremenda sconfitta per 3-2 contro la Slovacchia ci riporta alla famosa Corea del 1966, solo che questa volta i Ridolini siamo noi. E non basta un po' di cuore nel finale ad alleggerire il peso e le colpe. Azzurri inesistenti, sempre dominati dall'avversario, sfortunati solo sul tiro di Quagliarella respinto sulla linea (o forse oltre, ma fa differenza?) da uno slovacco: però, la nostra eventuale qualificazione sarebbe stata un furto. Lippi ha portato in Sudafrica una squadra senza talento e senza fantasia, anche se purtroppo il nostro calcio oggi non offre molto di più. Qualcosa magari sì, ma non molto. Torniamo a casa dopo tre gare pessime, una più brutta dell'altra. In 270 minuti avremo tirato in porta sette o otto volte. Non ci sono attenuanti, neppure gli infortuni. In difesa, Cannavaro è un ex giocatore e quasi tutti gli altri sono bolliti. Eravamo campioni del mondo e abbiamo fatto ridere il mondo.

La prima impressione, e pure la seconda e la terza, e magari la quarta e la quinta, è stata subito di una squadra a pezzi, debole di cuore e sbilenca di piede. I primi piani sul povero portiere Marchetti rivelano espressioni da film di Dario Argento. Gli azzurri arrivano sempre in ritardo sul pallone, quando ci arrivano, ma il più delle volte no. Oppure sbagliano clamorosamente la misura dei passaggi, una specialità del modesto Pepe, difetto che diventa fatale quando lo sbaglio è di De Rossi: pallone regalato alla Slovacchia, azione ribaltata, inserimento di Vittek e gol dopo 25 minuti. Elementare e disarmante.

La nuova formazione (con modulo annesso, il terzo in tre partite) è pure peggio delle altre due: nessuno si propone, nessuno ha il coraggio dell'iniziativa. L'unico che potrebbe ragionare calcio a centrocampo è Montolivo, assai involuto rispetto alle prime due gare mondiali, e poi è sempre troppo timido: se è in forma è elegante, altrimenti è una specie di ectoplasma. Presi uno per uno, i nostri sono tutti fantasmi. In particolare, l'attacco rimesso a nuovo è scarso come quello vecchio, forse persino di più: Iaquinta, che è una sponda e un gregario, non certo un rapinatore d'area, impiega un quarto d'ora ogni volta che deve girarsi e comunque la porta non la vede mai. Neppure il capocannoniere Di Natale la vede: gira al largo e pure piano, come se avesse i sassi in tasca. Di Pepe, che dovrebbe dare imprevedibilità, si è detto, anche se nella ripresa mette in area qualche cross. Senza offesa, l'Italia gioca il primo tempo con due terzi dell'attacco dell'Udinese, quindicesima in serie A. Forse il convento passava qualcosa di meglio.

Siccome niente funziona, nel secondo tempo Lippi ne cambia due: Maggio per Criscito e Quagliarella per Gattuso, dunque una punta in più anche se il vecchio Ringhio, pur con mille limiti, era l'unico che provava a contrastare gli slovacchi. Forse, però, Gattuso non aveva più fiato di così. E al 56' arriva la mossa della disperazione: fuori l'inguardabile Montolivo, dentro il convalescente Pirlo, unico azzurro con fosforo portato da Lippi in Sudafrica. Il guaio è che l'Italia continua a patire e poi gioca al rallentatore, come se stesse vincendo 3-0. Una partita così sconcertante non si ricorda, davvero. Neppure la fortuna aiuta gli azzurri, vista la respinta sulla linea (o magari oltre, il replay non chiarisce) di Skrtel sul tiro di Quagliarella, almeno lui vivace. Poi arrivano la seconda mazzata slovacca, l'inutile golletto di Di Natale, quello annullato a Quagliarella per fuorigioco, la botta finale di Kopunek (fa quasi rima con Pak Doo Ik) e il raddoppio di Quagliarella all'incrocio: l'unica cosa bella del mondiale azzurro. Giusto che la piccola, quasi comica Italia se ne torni a casa. E tanti auguri a Prandelli che ora dovrà gestire una ricostruzione totale.
(24 giugno 2010)Repubblia

mercoledì 23 giugno 2010

LA GERMANIA BATTE IL GHANA,MA PASSANO ENTRAMBE


La Germania ha battuto il Ghana nell'ultimo incontro del gruppo D della Coppa del Mondo. A decidere il match una rete di Mesut Ozil nella ripresa. La Germania ottiene così il primo posto nel girone, e negli ottavi affronterà l'Inghilterra, giunta seconda nel gruppo C. Anche il Ghana, nonostante la sconfitta, ha ottenuto la qualificazione, grazie alla concomitante sconfitta della Serbia con l'Australia. Negli ottavi Muntari e compagni affronteranno gli Stati Uniti.

Inghilterra agli ottavi con brivido


Inghilterra in vantaggio con Jermaine Defoe, all'ultimo minuto preferito a Heskey come compagno di reparto di Rooney, nella terza ed ultima partita del gruppo C in programma a Port Elizabeth, tra l'Inghilterra e la Slovenia. La squadra di Capello deve assolutamente vincere per qualificarsi agli ottavi di finale.

Slovenia (4-4-2): 1 S. Handanovic, 2 Brecko, 4 Suler, 5 Cesar, 13 Jokic, 10 Birsa, 8 Koren, 18 Radosavljevic, 17 Kirm, 9 Ljubijankic, 11 Novakovic.
(12 J.Handanovic; 16 Seliga, 6 Ilic, 22 Mavric, 19 Filekovic, 3 Dzinic, 20 Komac, 21 Stevanovic, 15 Krhin, 23 Matavz, 14 Dedic).
All.: Kek.
Inghilterra (4-4-2): 1 James, 2 Johnson, 6 Terry, 15 Upson, 3 A. Cole, 16 Milner, 8 Lampard, 14 Barry, 4 Gerrard, 19 Defoe, 10 Rooney.
(12 Green; 23 Hart, 5 Dawson, 13 Warnock, 22 Carrick, 7 Lennon, 9 Crouch, 17 Wright-Phillips, 11 J. Cole, 21 Heskey).
All.: Capello.
Arbitro: Stark (Ger).
Reti: 22' Defoe (I).
Ammoniti: Jokic (S), Johnson (I)

martedì 22 giugno 2010

L'ARGENTINA È IMBATTIBILE:2-0 ALLA GRECIA


Tre su tre. Dopo Nigeria e Corea del Sud, anche la Grecia deve piegarsi all'Argentina di Maradona, che fa l'en-plein, anche se Messi continua a rimanere a secco. Il n. 10, stasera promosso capitano, è stato ancora una volta l'ispiratore dei suoi, anche se la sfortuna l'ha privato di ciò che avrebbe meritato: ovvero la soddisfazione di segnare, come fece il suo ct 16 anni fa, sempre contro i greci. Così i gol dell'Argentina sono stati realizzati da due suoi giocatori con la fama un pò di 'locos' (matti), quel Demichelis finora segnalatosi per qualche distrazione difensiva e quel Palermo che con Maradona ha giocato nel Boca e per il quale il tecnico ha un debole, forse anche per affinità caratteriali: anni fa tentò anche di farlo trasferire al Napoli. Messi invece si è dovuto 'accontentarè di aver centrato il palo con una 'bombà al 41' st (splendido il modo con cui si è liberato di due avversari, dopo l'assist di tacco di Di Maria) e di aver ispirato la rete di Palermo, che al 44' st ha segnato riprendendo la respinta del portiere greco su un'altra conclusione dello scatenato n. 10 dell'Argentina. Detto dei meriti della squadra che ha vinto, non si possono tacere le colpe di chi è uscito sconfitto. La Grecia, prigioniera del difensivismo impostole da Rehhagel (che comunque le ha fatto vincere un Europeo, sei anni fa), nel primo tempo non ha fatto un solo tiro in porta; mentre nella ripresa, dopo aver sprecato una grossa occasione con Samaras al 3' (lanciato da Katsouranis, si è involato ritrovandosi solo davanti a Romero, ma ha calciato fuori sul tentativo di contrasto di Burdisso), si è poi di nuovo tirata indietro, limitandosi a contenere, finchè sono arrivate le reti dell'Argentina; alle quali ha tentato di reagire, per modo di dire (tiri senza pretese di Ninis e ancora Samaras), soltanto nei minuti di recupero. Troppo poco per sperare in una qualificazione, che invece è stata appannaggio della Corea del Sud. La Grecia torna a casa e deve chiedersi se sia ancora il caso di giocare in un certo modo. Ma forse è una scelta obbligata per via della mancanza di talenti. È un problema, questo, che non ha certo l'Argentina, che anche con i rincalzi in campo (molto bene Pastore nei minuti in cui ha giocato) è capace di divertire la gente e continuare a vincere. Il primo gol è nato da un calcio d'angolo: colpo di testa di Demichelis respinto involontariamente da Milito (uno dei pochi argentini in ombra, si è fatto notare solo per un tuffo in area alla ricerca del rigore) e tap-in vincente del difensore del Bayern. Comodo il secondo gol: Palermo non ha dovuto far altro che appoggiare in rete il pallone respinto da Tzorvas sul tiro di Messi. Per l'Argentina il prossimo appuntamento è quello degli ottavi di finale, domenica prossima a Johannesburg contro il Messico: probabile che si assista ad un altro show in biancoceleste. E hai visto mai che Messi non inquadri finalmente la porta.
Questo il tabellino completo della gara:
Grecia (4-5-1): Tzorvas; Kyrigiakos, Vyntra, Papadopoulos, Torosidis (9' st Patsa); Tziolis, Sokratis, Moras, Karagounis (1' st Spyropoulos), Katsouranis (9' st Ninis); Samaras. (1 Chalkias, 2 Seitaridis, 9 Charisteas, 13 Sifakis, 14 Salpingidis, 17 Gekas, 20 Kapetanos, 22 Malezas, 23 Prittas). All.: Rehhagel.
Argentina: (4-3-1-2): Romero; Burdisso, Demichelis, Otamendi, C. Rodriguez; Veron, Bolatti, Maxi Rodriguez (18' st Di Maria); Messi; Milito (35' st Palermo), Aguero (32' st Pastore). (1 Pozo, 6 Heinze, 9 Higuain, 11 Tevez, 12 Garce, 13 Samuel, 14 Mascherano, 21 Andujar). All.: Maradona.
Arbitro: Irmatov (Uzb).
Marcatori: nel st 32' Demichelis, 44' Palermo.
Ammoniti: Katsouranis e Bolatti per gioco scorretto.
Angoli: 10-1 per l'Argentina. Recupero: 1' e 2'. Spettatori: 40.000

I GOL
- 32' st: corner per l'Argentina su cui si eleva con tempismo perfetto Demichelis, la cui conclusione di testa è respinta involontariamente da Milito. Il difensore riprende in tap-in e segna l'1-0;
- 44' st: Messi si libera di due avversari e lascia partire un gran tiro che il portiere greco respinge a mani aperte, arriva Palermo e segna di piatto destro.

PALERMO: "EMOZIONE UNICA, RINGRAZIO DIEGO" - «Questo gol è unico. È impagabile. Sono felicissimo e ringrazio Diego per la fiducia». È il commento entusiasta di Martin Palermo, autore della seconda rete dell'Argentina contro la Grecia. «Siamo una squadra in crescita. Stiamo lottando tutti per la stessa meta», ha aggiunto l'attaccante argentino ai microfoni di Sky, sottolineando che contro la Grecia la Seleccion «non ha mai aspettato, ha mantenuto il controllo della palla e fatto il gioco», che è quello che «chiede Maradona», ha concluso.

Torna a casa la Francia dei ribelli battuta anche dal Sudafrica, eliminato


La Francia e' la grande delusione di questo Mondiale. Tre partite giocate, due sconfitte, un pareggio e l'eliminazione da ultima del proprio girone. 'Non ci sono spiegazioni – ha detto Raymond Domenech - sono triste e deluso anche se nella partita di oggi ho visto cuore e solidarieta'. Ma la fortuna non e' stata dalla nostra parte, e quando non va, non va. Sono triste come tutti gli spettatori, nient'altro'.

E' stata l'ultima partita del discusso ct sulla panchina della nazionale transalpina, visto che lascera' ora il posto a Laurent Blanc. 'Questa squadra ha un grande potenziale e auguro buona fortuna al mio successore. Questa squadra non morira', ci sono giocatori che hanno voglia di fare e che hanno tutte le carte in regola per vincere'.

Tabellone Seconda Fase

All'interno della sezione "Tabellone giocate" è stato inserito anche il Tabellone della seconda Fase!!!
In culo alla balenaaaaa!!!

lunedì 21 giugno 2010

VILLA TRASCINA LA SPAGNA


VILLA TRASCINA LA SPAGNA - Ottavi di finale di nuovo a portata di mano per gli uomini di Del Bosque che dopo lo scivolone con la Svizzera dominano l'Honduras e puntano al primo posto del Cile. Decide la doppietta di uno scatenato David Villa. Unica nota stonata della serata per l'attaccante del Barcellona è il calcio di rigore fallito a inizio ripresa. Per il resto si è trattato di una prestazione da incorniciare. L'Honduras esce da questo incontro con le ossa rotte. La squadra di Rueda non ha mai messo in apprensione la difesa iberica, né mai è riuscita a prendere in mano il pallino del gioco anche solo per un minuto. La matematica non condanna ancora Suazo e compagni, ma obiettivamente il passaggio del turno a questo punto è da considerarsi un miraggio.

Goleada Portogallo: vince 7-0


Valanga Portogallo - Dopo un primo tempo timido e chiuso solo sull'1-0 per il Portogallo, la ripresa è scoppiettante. Merito dei lusitani che si scatenano su una Corea del Nord inerme. In gol ci vanno un po' tutti: dopo la rete di Meireles nei primi 45', segnano Simao, Almeida, Tiago e il neo entrato Liedson. Manca il gol di Ronaldo, a secco da 16 mesi in nazionale. Arriva al 42'. Tiago chiude la festa portoghese. La squadra di Queiroz è praticamente qualificata agli ottavi. La Corea del Nord torna a casa

domenica 20 giugno 2010

"LIPPI COME ORONZO CANÀ":IRA DEI TIFOSI SU INTERNET


Antonio Cassano si gode la sua prima giornata da uomo sposato, Mario Balotelli assapora momenti spensierati alla vigilia del suo ventesimo compleanno: sono i 'convitati di pietrà del mondiale azzurro che sta prendendo una piega inaspettata dopo il pareggio con la Nuova Zelanda. E sono loro - genio e sregolatezza - a essere invocati dai tifosi infuriati che sfogano la loro rabbia sul web. Ed è Marcello Lippi a finire sul banco degli imputati, addirittura paragonato a Oronzo Canà (Lino Banfi) che usava il modulo a farfalla. «Imbarazzanti tutti quanti - esclama Leonardo Lunetto su Facebook - Scelte sbagliate...Camoranesi e Iaquinta ma che ci fanno a 'sto mondiale??? Marchisio perennemente fuori partita meglio se stava a casa sua davanti alla tv... Non ci sono parole e commenti... Spero che Prandelli cambi veramente le cose». «Lippi prova con il modulo a farfalla. Fatti consigliare da Oronzo Canà», esplode Pierluigi de Vincentis. In tanti propongono a Lippi di andare al mare e trastullarsi con i suoi nipotini: i tifosi, in modo compatto, bocciano la Nazionale che è sembrata scialba, priva di lampi, in una parola mediocre. Riccardo Pavan non ha dubbi: «Balotelli e Cassano la battevano da soli 'sta Nuova Zelanda». Michelangelo d'Addio gufa, auspicando che l'Italia vada fuori ad opera della Slovacchia di Hamsik perchè «questa 'juvenutus' non si può guardare». Davide Romeo boccia 'canna e marchì, ovvero Cannavaro e Marchisio. Senza pietà Filipe Pina: «Bella partita. Sembravano un branco di dementi che correvano dietro al pallone contro una nazionale che non sa neanche cos'è un pallone...Un pareggio regalato, fosse stata un'altra nazionale, l'arbitro avrebbe al massimo ammonito per simulazione... riescono a vincere solo con la fortuna!!!». Andrea Bianchi contesta le scelte di Lippi e trae una conclusione:«Ha un blocco di 6 giocatori della squadra che ha giocato peggio nel campionato, la Juventus. Cosa pretendeva ?».

Impresa della Nuova Zelanda


Impresa della Nuova Zelanda, che era andata in vantaggio. Ora bisogna vincere con la Slovacchia, col secondo posto probabile Olanda negli ottavi. Nella ripresa sono entrati Di Natale e Pazzini.A Torino salta il segnale Rai. Nazionale con il lutto al braccio per la morte di Rosato. E stasera il Brasile contro Drogba. La Francia non si allena per protesta dopo l'esclusione di Anelka

Il Paraguay vince 2-0 e va in testa al girone


Vera-Riveros, il Paraguay va - Con un gol per tempo messi a segno da Vera e da Riveros, il Paraguay batte 2-0 la Slovacchia e va in testa al Gruppo F in attesa di vedere cosa farà l'Italia contro la Nuova Zelanda. Un successo netto quello dei sudamericani contro avversari davvero modesti. L'Italia avrà bisogno di diversi gol per battere la differenza reti del Paraguay e puntare la primo posto nel girone.

sabato 19 giugno 2010

CURIOSITA':Fifa, aids e sponsor guerra al preservativo


Distribuiti clandestinamente nei bagni degli stadi al Ministero della Salute migliaia di profilattici per la sensibilizzazione al problema "dell'amore sicuro". Iniziativa boicottata da Blatter
dall'inviato ANDREA SORRENTINO

POLOKWANE - Manca un'ora a Francia-Messico. Tribuna dello stadio Peter Mokaba, zona toilette. Maschile. Pedro è un giovane tifoso messicano, di quelli classici, tutto avvolto nella bandiera e il sombrero sulle spalle. Si sciacqua le mani nel lavandino, poi chiude il rubinetto, guarda lì a fianco in cerca della carta per asciugarsi. Su un lato del lavandino c'è un pacco di cartone azzurro. Dentro il pacco, una ventina di pacchettini più piccoli, pure di colore azzurro. Pedro li scambia per confezioni di fazzoletti di carta, ne prende uno, lo scarta... e non trova kleenex, ma condoms, insomma profilattici. Sorpresa. Il giovane messicano è timorato di Dio come tanti messicani ed è parecchio in imbarazzo, arrossisce. Siyabonga, il volontario di turno nella toilette, ride di gusto: "Non ne hai bisogno, amico? Non hai una fidanzata?", ma il messicano non parla granché inglese, capisce e non capisce, di sicuro è molto sorpreso, più che rosso ora il suo viso è viola .

Un'occhiata più attenta al pacchetto di condoms rivela tutto. La marca è "Choice", in una scritta in alto si specifica che il prodotto è di una qualità eccellente secondo gli standard internazionali, un'altra che i condoms proteggono dall'Aids e dalle gravidanze indesiderate. In più c'è il numero verde da chiamare per la "Aids helpline", poi il marchio del ministero della Salute sudafricano. Sul retro del pacchetto, sei illustrazioni ben visibili, inchiostro nero in campo giallo, specificano le modalità d'uso, insomma come aprire il pacchetto, come estrarre il prodotto, come e dove sistemarlo (occhio a non compiere errori fatali), come usarlo (nell'illustrazione numero 5 c'è disegnata una mora dalle lunghe chiome sciolte), infine anche cosa farne alla fine della questione, cioè buttarlo nel secchio. Il pacchetto contiene dieci condoms, tutti con data di scadenza: settembre 2014. C'è tempo, per amare.

Si tratta dei preservativi che il ministero della Salute del Sudafrica sta distribuendo nelle città sede del Mondiale. Ma con molte difficoltà, perché i principali ostacoli arrivano, al solito dai signori della Fifa. Il Sudafrica ha il record di malati di Aids nel mondo: le stime parlano di 5,7 milioni di persone (praticamente un adulto su cinque), con 1400 nuovi malati al giorno. Di fatto, una piaga sociale gravissima. Acuita da disinformazione e ignoranza, spesso divulgate dagli stessi vertici del paese. E' celebre la terribile frase di Jacob Zuma, il discusso presidente della Repubblica: "L'Aids? Non è un gran problema. Dopo l'amore, mi faccio una doccia e ogni pericolo scompare". Il ministero della Salute si è accordato con una azienda cinese, che ha prodotto milioni di pacchetti di condoms "Choice", e ha iniziato a distribuirli gratuitamente nelle città che ospitano il Mondiale. Solo che finché circolano negli alberghi, nei bar o nelle toilette dei locali notturni, nessun problema. Il problema riguarda la distribuzione negli stadi: la Fifa ha detto no, e pochi giorni prima del Mondiale. I giornali ne hanno parlato parecchio, sono stati scritti articoli pieni di indignazione. Il motivo del divieto sono le solite beghe sui marchi e sulla protezione dei marchi dei propri sponsor da parte della Fifa, le stesse che hanno portato, giorni fa, al grottesco arresto delle sexy tifose olandese che pubblicizzavano allo stadio una marca di birra. Ma un conto è l'alcol, un conto è la salute pubblica.

La Fifa ha detto no, poi di fronte all'insorgere delle associazioni umanitarie di mezza Africa ha fatto retromarcia: "Siamo favorevoli alla distribuzione dei preservativi, ci mancherebbe. La Fifa promuoverà una campagna di informazione sui pericoli dell'Aids nelle aree di servizio per i tifosi". Per ora, di campagne di informazione se ne sono viste e ascoltate ben poche. E la distribuzione negli stadi, di fatto, non è avvenuta, e di sicuro non all'interno degli impianti. Nei bagni della tribuna di Polokwane li abbiamo visti per la prima volta. Quindi il fronte è stato rotto, una crepa si è aperta, magari altre ne seguiranno. E che crepa. Un'ora prima della partita i pacchi di condoms "Choice" erano migliaia, ordinatamente allineati nei bagni maschili (e anche femminili, ovviamente) delle tribune e delle curve dello stadio Peter Mokaba. Mezz'ora dopo la fine abbiamo fatto un sopralluogo: le scatole che contenevano le confezioni c'erano ancora. Ma erano tutte vuote. Si vede che dopo Francia-Messico, come recitava quella famosa pubblicità del brandy, i messicani hanno festeggiato la vittoria della squadra del cuore, mentre i francesi si sono consolati per la sconfitta della propria. Niente brandy però, solo tanto amore. Sicuro, e gratuito.

(19 giugno 2010)

Olanda, è quasi fatta per gli ottavi


Gli orange battono il Giappone con Sneijder: finisce 1-0. Ora in campo Ghana-Australia (16.30). Camerun-Danimarca (20.30)

STAMPA NON PERDONA 'LEONI':"SQUADRA MEDIOCRE"


È un'Inghilterra «noiosa» e «mediocre» quella che stasera non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 contro l'Algeria: i 'medià inglesi online trasudano delusione e non lesinano critiche alla scialba prestazione della squadra di Fabio Capello. «È stata una brutta partita conclusasi con un deludente pareggio, è stato un match con poche occasioni, con un'Inghilterra nervosa che non è mai riuscita a creare un momento di gioco importantè», scrive il sito di SkyNews in un commento a caldo. «I sogni mondiali dell'Inghilterra corrono stasera sul filo del rasoio dopo un mediocre pareggio contro il 'pesciolinò Algeria - aggiunge il tabloid Sun sul suo sito web - i 'Tre Leonì sono apparsi privi di idee e di creatività, con 'l'horrow show' sudafricano proseguito al Green Point Stadium». I bianchi, secondo il Daily Mail, sono a terra ma non ancora fuori. «Ma per continuare dovranno battere la Slovenia e migliorare drasticamente la prestazione di stasera». Il prestigioso Times parla di gara «deprimente» e per molti giocatori la responsabilità di indossare la maglia della nazionale deve sembrare eccessiva. Un anno e mezzo fa, quando Capello assunse la guida della squadra, disse appunto che per alcuni la casacca bianca era troppo pesante. «Nell'osceno pareggio a reti bianche contro l'Algeria - scrive il giornale sul suo sito - quella maglia sembrava diventata di piombo».

LA CARTA STAMPATA DEL GIORNO DOPO: IL "SUN" RIMPIANGE ERIKSSON - Tra l'Inghilterra e i suoi tifosi è rottura: fischi dopo il pareggio contro l'Algeria per i ragazzi di Fabio Capello, una squadra «senza spinta, velocità e fantasia», commenta la stampa britannica. È bastata meno di una settimana, due sole partite, per ridimensionare due anni di lavoro di Capello, una preparazione ai Mondiali carica di attese e speranze. E ora svanite come neve al sole. L'Inghilterra non vince, i supporter protestano e sui giornali critiche per tutti. «Una triste Inghilterra bloccata da una modesta Algeria», titola il Times a proposito di quella che viene definita una «notte veramente infelice». Perchè «l'Inghilterra »si è soffocata da sola - scrive il Times - non è stata colpa dell'Algeria. Si pensava che Capello potesse essere l'antidoto, invece la fiducia nella squadra sembra volata via«. Proprio come la Francia: »Un gruppo di giocatori di talento senza piano tattico«. Bocciatura senza appello anche per il Guardian (»Lo sforzo dell'Inghilterra produce un pari senza reti«) che sottolinea la frustrazione dei tifosi presenti a Città del Capo che hanno viaggiato per oltre novemila chilometri per uno spettacolo meno che modesto. »Anche battendo la Slovenia mercoledì i tifosi non saranno risollevati da questo scarso risultato«. Inghilterra attanagliata dalla paura, secondo il Daily Telegraph: »Fattore paura per una nazionale che manca di fiducia ed energia«. Più duro il giudizio del Daily Mail che, rivolgendosi a Capello, titola: »Guadagnati la pagnotta, Capello!«, con riferimento al ricco contratto del tecnico italiano, il più pagato del mondiale. E ancora: »Tre Leoni sdentati zoppicano verso un pareggio noioso..e restano in sospeso vicini ad una clamorosa eliminazione«. Nel commento, la dura stoccata a Capello: »Il portiere è stato cambiato, ma nient'altro. Non la qualità del gioco. Non il risultato. Neppure la percezione che l'Inghilterra sia una squadra destinata a promettere molto e raggiungere poco. Anzi, di male in peggio. Una squadra che sembra disintegrarsi sotto la guida di un tecnico che ieri è parso aver terminato le idee«. »What a load of Roobish!«, titola il Mirror, con la foto di Rooney e il consueto gioco di parole con il termine »spazzatura«. E ancora »Cape Clown!«, sempre riferito al centravanti del Manchester United e alla sua tirata contro i tifosi al triplice fischio finale. Citazione storica di Winston Churchill per il Sun che scrive: »Mai in una Coppa del Mondo è stato dato così poco da pochi a così tanti«. Anche in questo caso si stigmatizza la delusione dopo essere arrivati a questi mondiali tra i favoriti. Sempre il Sun si spinge oltre, scusandosi con Sven Goran Eriksson, rivalutato dopo il pari contro l'Algeria. »Sven Goran Eriksson ha raggiunto solo tre quarti di finale. Gli dobbiamo una grande scusa perchè la sua gestione sta per trasformarsi nei momenti migliori degli ultimi 40 anni di calcio inglese«, scrive il Sun.