El Mundialito & Europeito

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martedì 29 giugno 2010

VILLA DECIDE COL PORTOGALLO,LA SPAGNA VA AI QUARTI

La Spagna vola ai quarti di finale dopo aver battuto il Portogallo per uno a zero al termine di una gara estremamente avvincente. Decide un gol di David Villa, realizzato nella ripresa. Espulso nel finale, per il Portogallo, Ricardo Costa.

Paraguay nella storia,Lacrime nipponiche

Il Giappone si arrende ai sudamericani soltanto ai calci di rigore: decisiva la traversa colpita da Komano, Cardozo non trema sul quinto penalty. Per la prima volta la selezione "albirroja" raggiunge i quarti di finale, dove affronterà la vincente tra Spagna e Portogallo
DI MARCO GAETANI


TRA il Giappone e i quarti di finale c'è di mezzo una traversa: il legno del Loftus Versfeld di Pretoria si rivela infausto per i nipponici, che lo colpiscono per ben due volte e devono abbandonare il Sudafrica. Prima il destro di Matsui durante i tempi regolamentari, poi è il turno di Komano nella serie dei tiri di rigore. La gioia è dunque tutta del Paraguay, che disputerà per la prima volta nella sua storia i quarti di finale di un Mondiale. Lo farà dopo una gara a tratti noiosa ma sempre viva dal punto di vista dell'agonismo: la selezione sudamericana attende ora la vincente di Spagna-Portogallo.

CI PROVA BARRIOS - "Tata" Martino pesca Benitez dal cilindro: la prova del numero 10 paraguayano, preferito a Valdez, sarà senza infamia e senza lode. Il match parte lentissimo, il primo squillo porta la firma di Barrios, bravo a liberarsi in area salvo poi sparare debolmente su Kawashima con l'esterno destro. Reazione immediata degli asiatici: conclusione a giro di Matsui dai 20 metri e cuoio che si infrange contro la traversa. I 45 minuti iniziali vedono un'altra chance per parte: "albirroja" pericolosa con Santa Cruz, Giappone vicino al gol con un mancino di Honda, comunque troppo egoista in questo frangente (poteva servire Okubo).

SECONDO TEMPO AL BROMURO - Nella ripresa non succede praticamente nulla: le due squadre sembrano prepararsi soltanto ai supplementari. La palla migliore capita sul sinistro di Benitez all'11', contrato in angolo dalla chiusura disperata di Nakazawa. Il Paraguay si aggrappa ai cross di Morel, motorino instancabile sulla corsia di sinistra: Santa Cruz e Barrios non raccolgono però gli assist del terzino boquense.

GARA CHE SI RAVVIVA - A sorpresa i supplementari si rivelano una fucina di occasioni da gol. Dopo due giri d'orologio Okazaki colpisce di testa in solitudine da 5 metri, torsione aerea fuori misura non di poco. E' il 7' quando Valdez, subentrato a Benitez, si libera del diretto avversario in area e batte a rete sull'uscita disperata di Kawashima, bravo a respingere con il corpo. Honda mette paura a Villar con un mancino su punizione, l'estremo paraguayano allunga la traiettoria in angolo. Il secondo extratime si apre con l'ingresso di Tamada per Okubo: il numero 11 crea scompiglio con un'azione personale che si conclude con un cross troppo lungo per Endo. E' un fuoco di paglia: si va ai rigori.

NESSUNA PARATA, FESTA ALBIRROJA - La serie comincia con il penalty di Edgar Barreto, che incrocia alla perfezione. Segnano anche Endo, Barrios, Hasebe e Riveros. Il punteggio è di 3-2 per il Paraguay quando si materializza l'errore decisivo. Sul dischetto c'è Komano, destro potente ma impreciso: traversa piena e preludio all'esultanza finale sudamericana. Valdez allunga sul 4-2, Honda cerca di riaprire i giochi portando i suoi sul 4-3. Il nono ed ultimo rigore è riservato al mancino di Oscar Cardozo, che aveva rilevato Santa Cruz. Kawashima va a terra con largo anticipo, il numero 7 del Benfica se ne accorge e si limita ad un tocchettino sul lato scoperto della porta: la sfera bacia la rete e dà il via alla festa "albirroja", mentre i nipponici, Komano su tutti, finiscono in lacrime.

MARTINO VUOLE DI PIU' - E' stravolto ma felice Gerardo Martino: il tecnico argentino del Paraguay ha portato i suoi ragazzi nella storia. "Abbiamo sofferto molto, devo rendere onore al Giappone: le squadre sono state egualmente forti. Dio è stato dalla nostra parte, ora possiamo fare un passo in più per entrare nella leggenda: non siamo ancora soddisfatti, ci siamo posti un obiettivo maggiore dei quarti di finale". Festeggia anche Lucas Barrios. "Sto vivendo un periodo particolare, non segno ma l'importante è aiutare la squadra. Questo risultato per noi è qualcosa di storico, mai eravamo arrivati fin qui: è il nostro momento e dobbiamo continuare così. Spagna o Portogallo? E' inutile pensare di poter scegliere: sarà comunque un incontro difficile, speriamo di giocare bene".

Paraguay-Giappone 5-3 d. c. r. (0-0, 0-0)
Paraguay (4-3-1-2): Villar 6; Bonet 6.5, Da Silva 6.5, Alcaraz 6, Morel 7; Vera 5.5, Ortigoza 5.5 (30' st Barreto 6), Riveros 5.5; Benitez 6 (15' st Valdez 6.5); Barrios 6, Santa Cruz 5.5 (4' ts Cardozo 6). All.: Martino
Giappone (4-3-2-1): Kawashima 6.5; Komano 5.5, Nakazawa 6.5, Tanaka 6.5, Nagatomo 6.5; Matsui 6.5 (20' st Okazaki 6), Abe 6 (36' st K. Nakamura 6), Endo 6.5; Hasebe 6, Okubo 5.5 (16' ts Tamada 6); Honda 5.5. All.: Okada
Arbitro: De Bleeckere (BEL)
Serie rigori: Barreto GOL, Endo GOL, Barrios GOL, Hasebe GOL, Riveros GOL, Komano TRAVERSA, Valdez GOL, Honda GOL, Cardozo GOL
Ammoniti: Nagatomo, Endo, Honda e Riveros per gioco falloso, Matsui per comportamento non regolamentare
Recupero: 1' e 3'
Angoli: 6-5 per il Paraguay
Spettatori: 36.742
(29 giugno 2010)

lunedì 28 giugno 2010

Brasile travolgente.L'Olanda è avvertita

Vittoria facile per 3-0 dei verdeoro contro un Cile che pure nelle prime partite aveva impressionato. In gol Juan, Luis Fabiano e Robinho. La squadra di Dunga dimostra come si possano coniugare classe e solidità
dall'inviato MAURIZIO CROSETTI

JOHANNESBURG - Facile e felice, il Brasile fa a pezzi un Cile piccolissimo (3-0), che pure nelle prime due partite era sembrato una meraviglia del Sudamerica. Il fatto è che la Seleçao riesce a rimpicciolire chiunque, e adesso ci proverà nei quarti con l'Olanda, sempre alla ricerca della prima coppa del mondo della sua storia, lei che la storia del calcio cambiò non poco.

In apparenza intorpidito per una mezz'oretta, il Brasile segna due volte in tre minuti e sotterra tutte le speranze dei cileni. Vantaggio di Juan, grande inzuccata sotto la traversa e raddoppio di Luis Fabiano, il centravanti che il Milan vorrebbe da morire. L'azione del raddoppio verdeoro è veramente da manuale: Robinho scappa a sinistra, vede libero Kakà che serve di prima Luis Fabiano; aggiramento laterale del portiere e gol. Nel tempo che noi abbiamo impiegato per scriverlo, i tre attaccanti del Brasile avrebbero potuto rifarlo un altro paio di volte.

Alla faccia dei dibattiti accademici sulla bellezza e sulla praticità, sulla fedeltà alla tradizione verdoro o sugli aggiornamenti apportati da Dunga (criticatissimo dalla stampa brasiliana), la squadra più forte del pianeta spiega come si possano coniugare classe e robustezza. In questo, il Brasile assomiglia un po' all'Inter di cui, peraltro, ha tre giocatori importanti: Julio Cesar, Maicon (per poco, forse) e Lucio. Il principio è semplice: blindare la difesa e aspettare che i campioni dell'attacco inventino qualcosa, ovviamente aiutati da tutti gli altri che non saranno fenomeni, ma campioni sì. In un simile contesto ci si può anche accontentare di un mezzo Kakà; però, quando tocca la palla fa quasi sempre la differenza, e sa far male.

Le risorse del Brasile sono tante, tipo il funambolico Robinho che al 59' fa tris. Percussione di Ramires (ha sostituito Felipe Melo, ancora nei guai con la caviglia, e pure Elano è rimasto fuori), palla al bambino che tira d'effetto. Poco più tardi gli annulleranno pure un gol per fuorigioco.
Tanto Brasile, veramente. Sarebbe un sogno se davvero arrivasse alla finale mai vista contro l'Argentina.

Robben-Sneijder Olanda ai quarti

Due reti per tempo, messe a segno dal fuoriclasse del Bayern e dal centrocampista dell'Inter, eliminano la Slovacchia. Inutile il rigore finale di Vittek. Ora gli arancioni aspettano il Brasile
Di FEDERICO SALA

IL GIUSTIZIERE azzurro cade di fronte a una squadra concreta e organizzata come l'Olanda. La Slovacchia, eliminando l'Italia, aveva già vinto il suo Mondiale e negli ottavi ha trovato negli arancioni trascinati da Robben e Sneijder un ostacolo insormontabile. Come da pronostico ci va l'Olanda ai quarti, mentre la squadra del ct Weiss torna a casa.

ROBBEN C'E' - Il ct olandese Bert van Marwijk presenta una squadra titolare d'altri tempi, almeno per quanto riguarda la numerazione: giocano gli atleti che hanno numeri di maglia dall'1 all'11. C'è anche Robben, fuoriclasse che ha rischiato di perdere i Mondiali per uno stupido infortunio in amichevole. La Slovacchia effettua il solito pressing a tuttocampo, ma l'Olanda non è l'Italia di Lippi e quando affonda fa male. Dopo un tentativo di Sneijder parato da Mucha, ci pensa il fuoriclasse del Bayern Monaco a sbloccare il risultato: palla a destra, Robben si accentra e conclude dal limite sul primo palo per l'1-0. Un gol dei suoi.

AMMINISTRAZIONE - La Slovacchia subisce il colpo e non riesce a reagire nel modo adeguato. Sino alla fine dei primi 45', Stekelenburg rimane inoperoso, mentre la difesa arancione amministra senza affanni il vantaggio. Al 41' ci prova Van Persie, ma il tiro è centrale e Mucha para. Anche la ripresa viene condotta in modo efficace dagli olandesi che concedono pochissimo. Anzi, sfiorano più volte il raddoppio: al 5' Van Persie si libera in area, assist per Robben che concude col sinistro. Bravissimo il portiere Mucha a parare. Passa un minuto e Mucha fortunosamente respinge col viso una deviazione a botta sicura di Mathijsen, dopo un'iniziativa del solito Robben.

FINALMENTE LA SLOVACCHIA - Quando l'Olanda abbassa un po' i ritmi e si chiude troppo dietro, esce finalmente la Slovacchia che prende coraggio e ci prova. Dal 22' al 23', Stekelenburg salva per due volte i suoi. Prima alza in angolo un bel tiro di Stoch e poi esce su Vittek, solo davanti alla porta, e d'istinto para. Robben è stanco e gli subentra allora Elia che riesce e impensierire con la sua vivacità la corsia di sinistra della difesa slovacca. L'Olanda torna a riaffacciarsi dalle parti di Mucha che al 20' para su Kuyt.

SNEIJDER CHIUDE I CONTI - La Slovacchia termina le fiammate offensive e subisce il 2-0 al 39'. Punizione a sorpresa per Kuyt che penetra in area, Mucha esce malissimo e Kuyt serve Sneijder che a porta vuota insacca. E' la rete che manda l'Olanda ai quarti. Inutile il fallo nei minuti di recupero del portiere Stekelenburg su Jakubko: Vittek realizza dagli 11 metri ma subito dopo l'arbitro Undiano fischia la fine. L'Olanda attende ora la vincente di Brasile-Cile.

OLANDA-SLOVACCHIA 2-1 (1-0)
OLANDA (4-5-1): Stekelenburg 7, Van der Wiel 5,5, Heitinga 6, Mathijsen 6,5, Van Bronckhorst 6, Robben 7,5 (70' Elia 6), Van Bommel 6,5, de Jong 6, Sneijder 7 (92' Afellay sv), Kuyt 6,5, Van Persie 5,5 (79' Huntelaar sv).
(12 Boulahrouz, 13 Ooijer, 14 de Zeeuw, 15 Braafheid, 16 Vorm, 18 Schaars, 19 Babel, 22 Boschker, 23 Van der Vaart).
All.: Van Marwijk 6,5
SLOVACCHIA (4-4-2): Mucha 5, Pekarik 5,5, Skrtel 5, Durica 5,5, Zabavnik 5 (88' Jakubko 6), Weiss 5,5, Stoch 6, Hamsik 6 (87' Sapara sv), Kucka 6,5, Jendrisek 5,5 (71' Kopunek 5,5), Vittek 5,5. (12 Pernis, 23 Kuciak, 4 Cech, 22 Petras, 8 Kozak, 21 Salata, 9 Sestak, 13 Holosko). All. Weiss 5,5
Arbitro: Undiano (Spagna) 6
Reti: Robben al 18' pt, Sneijder al 38' st, Vittek su rig. al 93'
Ammoniti: Robben, Kucka, Kopunek, Skrtel, Stekelenburg
Spettatori: 62.000 circa.
Recuperi: 1' e 3'
Angoli: 5 a 2 per l'Olanda

(28 giugno 2010)

MARADONA: "DEDICO LA VITTORIA A VALEROSSI"

È soddisfatto Diego Armando Maradona: la vittoria con il Messico porta la sua Argentina ai quarti di finale (dove incontrerà la Germania) e in conferenza stampa il ct dedica la vittoria a Valentino Rossi: «Voglio dedicare questo successo al mio amico Valentino Rossi che sta male», dice rispondendo alla stampa italiana. Parlando della gara col Messico, Maradona aggiunge: «C'era molta tensione, non conoscevamo molto il nostro avversario ma siamo riusciti a fare il nostro gioco in attacco e a trarne vantaggio. Alla fine l'Argentina è stata superiore. Sono contento dei miei giocatori stanno nascendo cose molto belle, i ragazzi stanno giocando bene e oggi tutta la squadra si è mossa con ottimi risultati». «Mi sento molto orgoglioso di essere parte di questo momento - prosegue il ct - perchè dicevano che come allenatore non so niente, invece dopo quattro partite vinte ora sono un altro. Io sono lo stesso di prima, adesso e domani». Poi rispondendo ad una domanda sulla prossima sfida con la Germania, aggiunge: «Non è la finale. L'atmosfera è da quarto di finale, però sappiamo che la Germania è una squadra diversa dal Messico. Noi metteremo in campo i giocatori giusti per batterla».

"ROSETTI HA SBAGLIATO TUTTO" «L'arbitro ha condizionato la partita, Rosetti ha sbagliato tutto». Senza tanti giri di parole Diego Maradona si conferma il numero uno a livello verbale di Sudafrica 2010, e ammette il vantaggio ricevuto dalla sua squadra, in occasione del primo gol consolidato a Tevez. «Ma adesso non diciamo che abbiamo vinto solo per questo - aggiunge -: nel corso dei 90 minuti siamo stati complessivamente superiori, e abbiamo fatto bene molte cose». Però il ct argentino ha anche qualcos'altro da dire a proposito dell'arbitro. «Messi non ha segnato? È stato scalciato dall'inizio alla fine - dice Maradona - il suo marcatore Torrado andava ammonito e poi espulso. Sembrava di essere tornati indietro di venti anni, ai tempi di Gentile».

INGHILTERRA FUORI, TABLOID CONTRO CAPELLO: "VATTENE"

Non ci sarà nessun colpo a sorpresa, nessuna fretta per risolvere una situazione delicata che richiede pazienza ma soprattutto valutazioni approfondite: la Fa deciderà nelle prossime settimane il futuro di Fabio Capello. Già oggi è atteso il primo incontro tra il Ct dell'Inghilterra e il presidente del Club England Sir David Richards. Argomento del colloquio, ancor prima che il futuro del tecnico italiano, l'analisi di Capello sulla disastrosa spedizione mondiale. Perchè dopo le convincenti qualificazioni, durante le quali l'Inghilterra aveva vinto nove partite su dieci realizzando 34 reti, con l'approssimarsi del mondiale i Tre Leoni si sono persi. Irriconoscibili, impauriti, fragili. Arrivato nel dicembre 2007 proprio per trasmettere spessore internazionale ad una generazione di campioni (vedi John Terry, Frank Lampard, Steve Gerrrad) che in nazionale non avevano mai reso come nei rispettivi club, Capello aveva conquistato tutti con i suoi modi spiccioli e autoritari, il suo carisma da vincente, l'arroganza di chi non ha mai un'esitazione. Anche per questo alla vigilia della partenza l'italiano aveva preteso, e ottenuto, che venisse eliminata dal contratto una clausola che avrebbe consentito alla Fa la rescissione unilaterale del contratto al termine del mondiale. Corteggiato anche dall'Inter, dopo aver rifiutato Juventus e Milan, Capello aveva puntato i piedi durante il ritiro austriaco ed era stato accontentato. Voleva evitare di trovarsi a luglio senza Inghilterra e senza alternative. D'altronde lui l'ipotesi di una simile catastrofe non l'aveva neppure presa in considerazione. L'obiettivo minimo era la semifinale anche se si diceva convinto di raggiungere l'ultimo stadio del mondiale, la finalissima di Johannesburg. Ma già dopo le amichevoli pre-mondiali, contro Giappone e Messico, più di un dubbio emerge.

Perplessità esplose all'esordio in Sudafrica contro gli Usa. Un pari deludente a cui segue un altro pareggio, ancora più desolante, contro l'Algeria. Prima della gara contro la Slovenia Capello è costretto non solo a rintuzzare l'ammutinamento di parte dello spogliatoio che chiede il cambio di modulo (dal 4-4-2 al 4-4-1-1), ma anche a rintuzzare una stampa sempre più critica nei suoi confronti. Se gli vengono riconosciuti gli alibi degli infortuni (Rio Ferdinand, Ledley King, Gareth Barry) e di una condizione fisica generale spossata dopo una stagione troppo lunga e intensa, sono alcune scelte che non convincono. Capello insiste su Emile Heskey e trascura Jermain Defoe e Peter Crouch. Addirittura si dimentica di Joe Cole e non trova la soluzione per valorizzare Wayne Rooney. E ora che l'Inghilterra è fuori, la campagna mediatica per le sue dimissioni è già cominciata. L'hanno lanciata i tabloid più letti, Mirror (“FabiGo!”) e The Sun (“Fabio, è tempo di andartene. E porta con te i tuoi giocatori”). Un appello destinato però a restare inascoltato perchè al termine della partita contro la Germania Capello è stato categorico: non ha alcuna voglia di dimettersi. Toccherà dunque alla Fa decidere il da farsi. Di certo registrerà gli umori dell'opinione generale (stampa più tifosi) oltre ad ascoltare le intenzioni del tecnico. Che da parte sua - in presenza di fiducia rinnovata - vorrebbe restare fino all'Europeo 2012 per giocarsi una seconda chance. E in questo senso il sontuoso contratto da sei milioni di euro a stagione potrebbe venirgli in soccorso dal momento che in caso di divorzio la Fa dovrebbe corrispondergli un'altrettanta lauta liquidazione. E in tempi di recessione pagare un tecnico per non farlo lavorare è decisamente fuori moda.

sabato 26 giugno 2010

GHANA AI QUARTI: 2-1 AGLI USA DOPO SUPPLEMENTARI


Il Ghana supera due a uno gli Stati Uniti, dopo i tempi supplementari, e passa ai quarti di finale dei Mondiali 2010. Superbo l'inizio di gara dei ghanesi, che passano in vantaggio dopo appena 5' con Kevin Prince Boateng, bravo a recuperare un pallone a centrocampo, avanzare e battere dal limite Howard sul palo alla destra del portiere statunitense. Gli Stati Uniti sembrano accusare il colpo, ma si ritrovano tatticamente nel finale di primo tempo e dominano nella ripresa fino a trovare il pareggio, su calcio di rigore, con Donovan. Si va ai supplementari, ma dopo pochi minuti ecco un lancio lungo per Gyan Asamoah, che brucia sullo scatto un ingenuo Bocanegra e Demerit e batte Howard in uscita. A nulla vale il forcing finale degli Usa: il Ghana raggiunge lo storico traguardo dei quarti di finale, grazie soprattutto alla sagacia del suo ct, il serbo Rajevac, capace di escludere in questa gara dai titolari anche un giocatore fondamentale come Muntari, reo di essere troppo altezzoso e di aver peccato di presunzione.

Uruguay ai quarti dopo quaranta anni


Una doppietta di Suarez firma il 2-1 con cui la 'Celeste' batte la Corea del Sud e supera gli ottavi. Agli asiatici non basta la rete del momentaneo pari di Lee Chung-Yong
di FEDERICO SALA

L'URUGUAY del ct Tabarez è nella storia. 40 anni dopo Messico '70, la nazionale celeste torna ai quarti di finale di un Mondiale. L'impresa è riuscita oggi sotto la pioggia di Port Elizabeth, dove i sudamericani hanno sconfitto la Corea del Sud negli ottavi grazie ad una doppietta di Luis Suarez.

LA COREA DORME, SUAREZ NO - Tabarez schiera ancora il tridente offensivo formato da Forlan, Cavani e Suarez. La Corea fa affidamento alla sua celebre agilità. Ma è proprio quella a mancare nel primo tempo agli asiatici, in costante affanno per tutti i primi 45'. L'unico lampo viene da una punizione dopo 5' di Park Chu-Young: palo con Muslera battuto. La replica celeste all'8': Cavani apre a sinistra dove c'è Forlan, cross di destro con la difesa immobile e il portiere Sung-Ryong in uscita bassa goffa. Il pallone sfila a Suarez, liberissimo: piatto destro e gol. L'Uruguay controlla senza affanno il vantaggio e rischia pochissimo grazie ad una difesa attenta. E' il solito Chu-Young a provarci da fuori al 35': palla di poco sul fondo.

COREA ALL'ARREMBAGGIO - Ad inizio ripresa, Tabarez inserisce Victorino al posto di Godin. Dopo un tentativo iniziale di Suarez parato dal portiere, la gara cambia totalmente ed è la Corea a riversarsi in attacco. La difesa sudamericana inizia a soffrire la velocità asiatica. Park Chu-Young al 6' sbaglia da ottima posizione, mentre al 13' il colpo di testa dell'attaccante sudcoreano viene parato da Muslera. Cavani al 19' commette un fallo da rigore che l'arbitro Stark non vede. Ma la Celeste traballa e capitola al 23': punizione in area, rinvia di testa un difensore, Muslera esce male e di testa Lee Chung-Yong insacca praticamente a porta vuota. 1-1 meritato e spettro dei tempi supplementari che si avvicina.

CI PENSA SUAREZ - L'Uruguay, remissivo per oltre mezz'ora, finalmente torna a giocare e quando attacca fa male alla difesa coreana. Suarez al 29' spreca tutto solo in area, di testa, pescato da un lancio lungo di Fucile. La punta dell'Ajax però non sbaglia al 35': angolo di Forlan, la palla viene respinta ma la conquista Suarez defilato a sinistra, in area. Dribbling e splendido tiro sul secondo palo con la sfera che prende il legno e si insacca. E' il gol che segna la storica qualificazione della Celeste che adesso attende la vincente tra Ghana e Usa. Una ghiotta occasione per puntare direttamente alla semifinale.

Uruguay-Corea del Sud 2-1 (1-0)
Uruguay (4-3-3): Muslera 5,5, M. Pereira 6, Lugano 6,5, Godin 6 (1' st Victorino 5,5), Fucile 5,5; Arevalo Rios 5,5, Perez 6, A. Pereira 6 (29' st Lodeiro 5,5); Cavani 5,5, Forlan 6,5, Suarez 7,5 (39' st A. Fernandez sv). (5 Gargano, 8 Eguren, 12 Castillo, 13 Abreu, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 21 S . Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All.: Tabarez 6,5
Corea del Sud (4-2-3-1): Sung Ryong 4,5; Cha Du Ri 6, Yong Jung 5, Jung Soo 5,5 , Young Pyo 5; Sung Yung 5,5 (40' st Ki Hun sv), Jung Woo 5,5; Jae Sung 6 (16' st Dong Gook 5), Park Ji-Sung 6, Chung Yong 6,5; Park Chu 6. (1 Wooon Jae, 2 Beom Seok, 3 Hyung Il, 5 Na Mil, 6 Bok Yung, 9 Ahn Jung, 11 Seung Yeoul, 15 Dong Jin, 21 Young Kwang, 23 Min Soo). All.: Huh Jung 5,5
Arbitro: Stark (Germania) 5,5
Reti: nel pt 8' Suarez; nel st 23' Chung Yong, 35' Suarez.
Angoli: 3-3.
Recupero: 1' e 3'.
Ammoniti: Jung Woo, Cha Du Ri e Yong Jung per gioco scorretto.
Spettatori: 30.597.
(26 giugno 2010)


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venerdì 25 giugno 2010

Spagna, tre punti e primato,Anche il Cile fa festa


Il Brasile e il Portogallo si qualificano per gli ottavi di finale dei mondiali al termine delle partite del gruppo G. Il Brasile finisce primo con 7 punti precedendo il Portogallo con 5, la Costa d'Avorio con 4 e la Corea del Nord con zero punti. I brasiliani affronteranno la seconda del gruppo H il 28 giugno a Johannesburg, i portoghesi se la vedranno con la vincente del gruppo H il 29 a Città del Capo

ZERO A ZERO IN CAMPO Mezza partita vera per un pareggio che va bene a tutti. Brasile e Portogallo non si fanno male nella terza giornata del Gruppo G e con lo 0-0 avanzano a braccetto agli ottavi di finale dei Mondiali. Ai verdeoro qualificati con 90' di anticipo si aggiungono i lusitani, che avrebbero rischiato l'eliminazione solo in caso di catastrofica sconfitta. Insomma, impossibile aspettarsi fuochi d'artificio da un match non fondamentale. La gara è parzialmente viva nel primo tempo: merito in particolare del Il Brasile che in avvio sfrutta la spinta di Maicon e la vivacità di Nilmar, pronto giocarsi al meglio la chance da titolare. La selecao arriva un paio di volte dalle parti di Eduardo, che deve sbrigare solo ordinaria amministrazione. Il Portogallo, compatto nella propria metà campo, non ha intenzione di rischiare: il pareggio blinda la qualificazione agli ottavi, non è il caso di correre inutili pericoli. I lusitani si accontentano di ripartire quando si aprono spazi e al 25' serve un clamoroso fallo di mano di Juan per fermare Cristiano Ronaldo: l'arbitro messicano Archundia non se la sente di sventolare il rosso e il Brasile rimane in 11. I colpi proibiti non mancano, come dimostra l'abbondanza di ammonizioni: 7 concentrati nei primi 45 minuti. Il pomeriggio si accende improvvisamente al 30' Nilmar tocca da 2 passi, Eduardo devia miracolosamente sul palo. Sul ribaltamento di fronte, Tiago reclama un penalty: per il direttore di gara è simulazione, giallo per il centrocampista portoghese. Dopo un lungo letargo, entra in scena Luis Fabiano. Il bomber della selecao trova il tempo per il colpo di testa: mira sbagliata, Eduardo si salva. Impalpabile, o quasi, Cristiano Ronaldo: abbandonato a se stesso, si fa vivo con una conclusione soft che al 42' non crea problemi a Julio Cesar. L'attaccante del Real Madrid cerca di lasciare il segno all'inizio della ripresa: un paio di accelerazioni e una punizione da distanza siderale sono fanno da prologo al contropiede individuale imbastito al 60'. Ronaldo sfida tutta la difesa verdeoro, il pallone arriva dalle parti di Meireles che non riesce a inquadrare la porta sull'uscita di Julio Cesar sprecando una colossale chance. Il Brasile non ha nessuna intenzione di alzare il ritmo del match che si trascina senza squilli. Il pallone staziona a metà campo, nessuno vuole rimediare un'ammonizione che farebbe scattare la squalifica. L'ultimo brivido, in maniera casuale, arriva al 92': sul tiro di Ramires, dopo una deviazione fortuita, Eduardo evita sorprese. La selecao con 7 punti si tiene il primo posto, il Portogallo chiude in seconda posizione con 5 punti e nemmeno un gol subito: nessuna squadra, finora, ha fatto altrettanto

BRASILE - PORTOGALLO 0-0 ED ENTRAMBE AGLI OTTAVI


Il Brasile e il Portogallo si qualificano per gli ottavi di finale dei mondiali al termine delle partite del gruppo G. Il Brasile finisce primo con 7 punti precedendo il Portogallo con 5, la Costa d'Avorio con 4 e la Corea del Nord con zero punti. I brasiliani affronteranno la seconda del gruppo H il 28 giugno a Johannesburg, i portoghesi se la vedranno con la vincente del gruppo H il 29 a Città del Capo

ZERO A ZERO IN CAMPO Mezza partita vera per un pareggio che va bene a tutti. Brasile e Portogallo non si fanno male nella terza giornata del Gruppo G e con lo 0-0 avanzano a braccetto agli ottavi di finale dei Mondiali. Ai verdeoro qualificati con 90' di anticipo si aggiungono i lusitani, che avrebbero rischiato l'eliminazione solo in caso di catastrofica sconfitta. Insomma, impossibile aspettarsi fuochi d'artificio da un match non fondamentale. La gara è parzialmente viva nel primo tempo: merito in particolare del Il Brasile che in avvio sfrutta la spinta di Maicon e la vivacità di Nilmar, pronto giocarsi al meglio la chance da titolare. La selecao arriva un paio di volte dalle parti di Eduardo, che deve sbrigare solo ordinaria amministrazione. Il Portogallo, compatto nella propria metà campo, non ha intenzione di rischiare: il pareggio blinda la qualificazione agli ottavi, non è il caso di correre inutili pericoli. I lusitani si accontentano di ripartire quando si aprono spazi e al 25' serve un clamoroso fallo di mano di Juan per fermare Cristiano Ronaldo: l'arbitro messicano Archundia non se la sente di sventolare il rosso e il Brasile rimane in 11. I colpi proibiti non mancano, come dimostra l'abbondanza di ammonizioni: 7 concentrati nei primi 45 minuti. Il pomeriggio si accende improvvisamente al 30' Nilmar tocca da 2 passi, Eduardo devia miracolosamente sul palo. Sul ribaltamento di fronte, Tiago reclama un penalty: per il direttore di gara è simulazione, giallo per il centrocampista portoghese. Dopo un lungo letargo, entra in scena Luis Fabiano. Il bomber della selecao trova il tempo per il colpo di testa: mira sbagliata, Eduardo si salva. Impalpabile, o quasi, Cristiano Ronaldo: abbandonato a se stesso, si fa vivo con una conclusione soft che al 42' non crea problemi a Julio Cesar. L'attaccante del Real Madrid cerca di lasciare il segno all'inizio della ripresa: un paio di accelerazioni e una punizione da distanza siderale sono fanno da prologo al contropiede individuale imbastito al 60'. Ronaldo sfida tutta la difesa verdeoro, il pallone arriva dalle parti di Meireles che non riesce a inquadrare la porta sull'uscita di Julio Cesar sprecando una colossale chance. Il Brasile non ha nessuna intenzione di alzare il ritmo del match che si trascina senza squilli. Il pallone staziona a metà campo, nessuno vuole rimediare un'ammonizione che farebbe scattare la squalifica. L'ultimo brivido, in maniera casuale, arriva al 92': sul tiro di Ramires, dopo una deviazione fortuita, Eduardo evita sorprese. La selecao con 7 punti si tiene il primo posto, il Portogallo chiude in seconda posizione con 5 punti e nemmeno un gol subito: nessuna squadra, finora, ha fatto altrettanto

giovedì 24 giugno 2010

Clamoroso, il Giappone elimina la Danimarca, avanti l'Olanda, prima nel girone


La freschezza di un Giappone vivace e propositivo, la goffaggine di Sorensen, le giocate di un super Honda, la poco incisività danese a dispetto del solito ordine tattico. Ecco i motivi di una convincente prestazione del Sol Levante che raggiunge gli ottavi incontrando, ahinoi, il Paraguay. Morten Olsen come Lippi. Il nostro tiene in panchina Quagliarella, l'ex libero del Brondby rinuncia a Larsen e a Eriksen. E va a casa come noi

MAI COSÌ BRUTTI: L'ITALIA TORNA A CASA


JOHANNESBURG - La peggiore Italia degli ultimi cinquant'anni o forse di sempre, esce meritatamente dal mondiale: fine di una generazione e di un'illusione. La tremenda sconfitta per 3-2 contro la Slovacchia ci riporta alla famosa Corea del 1966, solo che questa volta i Ridolini siamo noi. E non basta un po' di cuore nel finale ad alleggerire il peso e le colpe. Azzurri inesistenti, sempre dominati dall'avversario, sfortunati solo sul tiro di Quagliarella respinto sulla linea (o forse oltre, ma fa differenza?) da uno slovacco: però, la nostra eventuale qualificazione sarebbe stata un furto. Lippi ha portato in Sudafrica una squadra senza talento e senza fantasia, anche se purtroppo il nostro calcio oggi non offre molto di più. Qualcosa magari sì, ma non molto. Torniamo a casa dopo tre gare pessime, una più brutta dell'altra. In 270 minuti avremo tirato in porta sette o otto volte. Non ci sono attenuanti, neppure gli infortuni. In difesa, Cannavaro è un ex giocatore e quasi tutti gli altri sono bolliti. Eravamo campioni del mondo e abbiamo fatto ridere il mondo.

La prima impressione, e pure la seconda e la terza, e magari la quarta e la quinta, è stata subito di una squadra a pezzi, debole di cuore e sbilenca di piede. I primi piani sul povero portiere Marchetti rivelano espressioni da film di Dario Argento. Gli azzurri arrivano sempre in ritardo sul pallone, quando ci arrivano, ma il più delle volte no. Oppure sbagliano clamorosamente la misura dei passaggi, una specialità del modesto Pepe, difetto che diventa fatale quando lo sbaglio è di De Rossi: pallone regalato alla Slovacchia, azione ribaltata, inserimento di Vittek e gol dopo 25 minuti. Elementare e disarmante.

La nuova formazione (con modulo annesso, il terzo in tre partite) è pure peggio delle altre due: nessuno si propone, nessuno ha il coraggio dell'iniziativa. L'unico che potrebbe ragionare calcio a centrocampo è Montolivo, assai involuto rispetto alle prime due gare mondiali, e poi è sempre troppo timido: se è in forma è elegante, altrimenti è una specie di ectoplasma. Presi uno per uno, i nostri sono tutti fantasmi. In particolare, l'attacco rimesso a nuovo è scarso come quello vecchio, forse persino di più: Iaquinta, che è una sponda e un gregario, non certo un rapinatore d'area, impiega un quarto d'ora ogni volta che deve girarsi e comunque la porta non la vede mai. Neppure il capocannoniere Di Natale la vede: gira al largo e pure piano, come se avesse i sassi in tasca. Di Pepe, che dovrebbe dare imprevedibilità, si è detto, anche se nella ripresa mette in area qualche cross. Senza offesa, l'Italia gioca il primo tempo con due terzi dell'attacco dell'Udinese, quindicesima in serie A. Forse il convento passava qualcosa di meglio.

Siccome niente funziona, nel secondo tempo Lippi ne cambia due: Maggio per Criscito e Quagliarella per Gattuso, dunque una punta in più anche se il vecchio Ringhio, pur con mille limiti, era l'unico che provava a contrastare gli slovacchi. Forse, però, Gattuso non aveva più fiato di così. E al 56' arriva la mossa della disperazione: fuori l'inguardabile Montolivo, dentro il convalescente Pirlo, unico azzurro con fosforo portato da Lippi in Sudafrica. Il guaio è che l'Italia continua a patire e poi gioca al rallentatore, come se stesse vincendo 3-0. Una partita così sconcertante non si ricorda, davvero. Neppure la fortuna aiuta gli azzurri, vista la respinta sulla linea (o magari oltre, il replay non chiarisce) di Skrtel sul tiro di Quagliarella, almeno lui vivace. Poi arrivano la seconda mazzata slovacca, l'inutile golletto di Di Natale, quello annullato a Quagliarella per fuorigioco, la botta finale di Kopunek (fa quasi rima con Pak Doo Ik) e il raddoppio di Quagliarella all'incrocio: l'unica cosa bella del mondiale azzurro. Giusto che la piccola, quasi comica Italia se ne torni a casa. E tanti auguri a Prandelli che ora dovrà gestire una ricostruzione totale.
(24 giugno 2010)Repubblia

mercoledì 23 giugno 2010

LA GERMANIA BATTE IL GHANA,MA PASSANO ENTRAMBE


La Germania ha battuto il Ghana nell'ultimo incontro del gruppo D della Coppa del Mondo. A decidere il match una rete di Mesut Ozil nella ripresa. La Germania ottiene così il primo posto nel girone, e negli ottavi affronterà l'Inghilterra, giunta seconda nel gruppo C. Anche il Ghana, nonostante la sconfitta, ha ottenuto la qualificazione, grazie alla concomitante sconfitta della Serbia con l'Australia. Negli ottavi Muntari e compagni affronteranno gli Stati Uniti.

Inghilterra agli ottavi con brivido


Inghilterra in vantaggio con Jermaine Defoe, all'ultimo minuto preferito a Heskey come compagno di reparto di Rooney, nella terza ed ultima partita del gruppo C in programma a Port Elizabeth, tra l'Inghilterra e la Slovenia. La squadra di Capello deve assolutamente vincere per qualificarsi agli ottavi di finale.

Slovenia (4-4-2): 1 S. Handanovic, 2 Brecko, 4 Suler, 5 Cesar, 13 Jokic, 10 Birsa, 8 Koren, 18 Radosavljevic, 17 Kirm, 9 Ljubijankic, 11 Novakovic.
(12 J.Handanovic; 16 Seliga, 6 Ilic, 22 Mavric, 19 Filekovic, 3 Dzinic, 20 Komac, 21 Stevanovic, 15 Krhin, 23 Matavz, 14 Dedic).
All.: Kek.
Inghilterra (4-4-2): 1 James, 2 Johnson, 6 Terry, 15 Upson, 3 A. Cole, 16 Milner, 8 Lampard, 14 Barry, 4 Gerrard, 19 Defoe, 10 Rooney.
(12 Green; 23 Hart, 5 Dawson, 13 Warnock, 22 Carrick, 7 Lennon, 9 Crouch, 17 Wright-Phillips, 11 J. Cole, 21 Heskey).
All.: Capello.
Arbitro: Stark (Ger).
Reti: 22' Defoe (I).
Ammoniti: Jokic (S), Johnson (I)

martedì 22 giugno 2010

L'ARGENTINA È IMBATTIBILE:2-0 ALLA GRECIA


Tre su tre. Dopo Nigeria e Corea del Sud, anche la Grecia deve piegarsi all'Argentina di Maradona, che fa l'en-plein, anche se Messi continua a rimanere a secco. Il n. 10, stasera promosso capitano, è stato ancora una volta l'ispiratore dei suoi, anche se la sfortuna l'ha privato di ciò che avrebbe meritato: ovvero la soddisfazione di segnare, come fece il suo ct 16 anni fa, sempre contro i greci. Così i gol dell'Argentina sono stati realizzati da due suoi giocatori con la fama un pò di 'locos' (matti), quel Demichelis finora segnalatosi per qualche distrazione difensiva e quel Palermo che con Maradona ha giocato nel Boca e per il quale il tecnico ha un debole, forse anche per affinità caratteriali: anni fa tentò anche di farlo trasferire al Napoli. Messi invece si è dovuto 'accontentarè di aver centrato il palo con una 'bombà al 41' st (splendido il modo con cui si è liberato di due avversari, dopo l'assist di tacco di Di Maria) e di aver ispirato la rete di Palermo, che al 44' st ha segnato riprendendo la respinta del portiere greco su un'altra conclusione dello scatenato n. 10 dell'Argentina. Detto dei meriti della squadra che ha vinto, non si possono tacere le colpe di chi è uscito sconfitto. La Grecia, prigioniera del difensivismo impostole da Rehhagel (che comunque le ha fatto vincere un Europeo, sei anni fa), nel primo tempo non ha fatto un solo tiro in porta; mentre nella ripresa, dopo aver sprecato una grossa occasione con Samaras al 3' (lanciato da Katsouranis, si è involato ritrovandosi solo davanti a Romero, ma ha calciato fuori sul tentativo di contrasto di Burdisso), si è poi di nuovo tirata indietro, limitandosi a contenere, finchè sono arrivate le reti dell'Argentina; alle quali ha tentato di reagire, per modo di dire (tiri senza pretese di Ninis e ancora Samaras), soltanto nei minuti di recupero. Troppo poco per sperare in una qualificazione, che invece è stata appannaggio della Corea del Sud. La Grecia torna a casa e deve chiedersi se sia ancora il caso di giocare in un certo modo. Ma forse è una scelta obbligata per via della mancanza di talenti. È un problema, questo, che non ha certo l'Argentina, che anche con i rincalzi in campo (molto bene Pastore nei minuti in cui ha giocato) è capace di divertire la gente e continuare a vincere. Il primo gol è nato da un calcio d'angolo: colpo di testa di Demichelis respinto involontariamente da Milito (uno dei pochi argentini in ombra, si è fatto notare solo per un tuffo in area alla ricerca del rigore) e tap-in vincente del difensore del Bayern. Comodo il secondo gol: Palermo non ha dovuto far altro che appoggiare in rete il pallone respinto da Tzorvas sul tiro di Messi. Per l'Argentina il prossimo appuntamento è quello degli ottavi di finale, domenica prossima a Johannesburg contro il Messico: probabile che si assista ad un altro show in biancoceleste. E hai visto mai che Messi non inquadri finalmente la porta.
Questo il tabellino completo della gara:
Grecia (4-5-1): Tzorvas; Kyrigiakos, Vyntra, Papadopoulos, Torosidis (9' st Patsa); Tziolis, Sokratis, Moras, Karagounis (1' st Spyropoulos), Katsouranis (9' st Ninis); Samaras. (1 Chalkias, 2 Seitaridis, 9 Charisteas, 13 Sifakis, 14 Salpingidis, 17 Gekas, 20 Kapetanos, 22 Malezas, 23 Prittas). All.: Rehhagel.
Argentina: (4-3-1-2): Romero; Burdisso, Demichelis, Otamendi, C. Rodriguez; Veron, Bolatti, Maxi Rodriguez (18' st Di Maria); Messi; Milito (35' st Palermo), Aguero (32' st Pastore). (1 Pozo, 6 Heinze, 9 Higuain, 11 Tevez, 12 Garce, 13 Samuel, 14 Mascherano, 21 Andujar). All.: Maradona.
Arbitro: Irmatov (Uzb).
Marcatori: nel st 32' Demichelis, 44' Palermo.
Ammoniti: Katsouranis e Bolatti per gioco scorretto.
Angoli: 10-1 per l'Argentina. Recupero: 1' e 2'. Spettatori: 40.000

I GOL
- 32' st: corner per l'Argentina su cui si eleva con tempismo perfetto Demichelis, la cui conclusione di testa è respinta involontariamente da Milito. Il difensore riprende in tap-in e segna l'1-0;
- 44' st: Messi si libera di due avversari e lascia partire un gran tiro che il portiere greco respinge a mani aperte, arriva Palermo e segna di piatto destro.

PALERMO: "EMOZIONE UNICA, RINGRAZIO DIEGO" - «Questo gol è unico. È impagabile. Sono felicissimo e ringrazio Diego per la fiducia». È il commento entusiasta di Martin Palermo, autore della seconda rete dell'Argentina contro la Grecia. «Siamo una squadra in crescita. Stiamo lottando tutti per la stessa meta», ha aggiunto l'attaccante argentino ai microfoni di Sky, sottolineando che contro la Grecia la Seleccion «non ha mai aspettato, ha mantenuto il controllo della palla e fatto il gioco», che è quello che «chiede Maradona», ha concluso.

Torna a casa la Francia dei ribelli battuta anche dal Sudafrica, eliminato


La Francia e' la grande delusione di questo Mondiale. Tre partite giocate, due sconfitte, un pareggio e l'eliminazione da ultima del proprio girone. 'Non ci sono spiegazioni – ha detto Raymond Domenech - sono triste e deluso anche se nella partita di oggi ho visto cuore e solidarieta'. Ma la fortuna non e' stata dalla nostra parte, e quando non va, non va. Sono triste come tutti gli spettatori, nient'altro'.

E' stata l'ultima partita del discusso ct sulla panchina della nazionale transalpina, visto che lascera' ora il posto a Laurent Blanc. 'Questa squadra ha un grande potenziale e auguro buona fortuna al mio successore. Questa squadra non morira', ci sono giocatori che hanno voglia di fare e che hanno tutte le carte in regola per vincere'.

Tabellone Seconda Fase

All'interno della sezione "Tabellone giocate" è stato inserito anche il Tabellone della seconda Fase!!!
In culo alla balenaaaaa!!!

lunedì 21 giugno 2010

VILLA TRASCINA LA SPAGNA


VILLA TRASCINA LA SPAGNA - Ottavi di finale di nuovo a portata di mano per gli uomini di Del Bosque che dopo lo scivolone con la Svizzera dominano l'Honduras e puntano al primo posto del Cile. Decide la doppietta di uno scatenato David Villa. Unica nota stonata della serata per l'attaccante del Barcellona è il calcio di rigore fallito a inizio ripresa. Per il resto si è trattato di una prestazione da incorniciare. L'Honduras esce da questo incontro con le ossa rotte. La squadra di Rueda non ha mai messo in apprensione la difesa iberica, né mai è riuscita a prendere in mano il pallino del gioco anche solo per un minuto. La matematica non condanna ancora Suazo e compagni, ma obiettivamente il passaggio del turno a questo punto è da considerarsi un miraggio.

Goleada Portogallo: vince 7-0


Valanga Portogallo - Dopo un primo tempo timido e chiuso solo sull'1-0 per il Portogallo, la ripresa è scoppiettante. Merito dei lusitani che si scatenano su una Corea del Nord inerme. In gol ci vanno un po' tutti: dopo la rete di Meireles nei primi 45', segnano Simao, Almeida, Tiago e il neo entrato Liedson. Manca il gol di Ronaldo, a secco da 16 mesi in nazionale. Arriva al 42'. Tiago chiude la festa portoghese. La squadra di Queiroz è praticamente qualificata agli ottavi. La Corea del Nord torna a casa

domenica 20 giugno 2010

"LIPPI COME ORONZO CANÀ":IRA DEI TIFOSI SU INTERNET


Antonio Cassano si gode la sua prima giornata da uomo sposato, Mario Balotelli assapora momenti spensierati alla vigilia del suo ventesimo compleanno: sono i 'convitati di pietrà del mondiale azzurro che sta prendendo una piega inaspettata dopo il pareggio con la Nuova Zelanda. E sono loro - genio e sregolatezza - a essere invocati dai tifosi infuriati che sfogano la loro rabbia sul web. Ed è Marcello Lippi a finire sul banco degli imputati, addirittura paragonato a Oronzo Canà (Lino Banfi) che usava il modulo a farfalla. «Imbarazzanti tutti quanti - esclama Leonardo Lunetto su Facebook - Scelte sbagliate...Camoranesi e Iaquinta ma che ci fanno a 'sto mondiale??? Marchisio perennemente fuori partita meglio se stava a casa sua davanti alla tv... Non ci sono parole e commenti... Spero che Prandelli cambi veramente le cose». «Lippi prova con il modulo a farfalla. Fatti consigliare da Oronzo Canà», esplode Pierluigi de Vincentis. In tanti propongono a Lippi di andare al mare e trastullarsi con i suoi nipotini: i tifosi, in modo compatto, bocciano la Nazionale che è sembrata scialba, priva di lampi, in una parola mediocre. Riccardo Pavan non ha dubbi: «Balotelli e Cassano la battevano da soli 'sta Nuova Zelanda». Michelangelo d'Addio gufa, auspicando che l'Italia vada fuori ad opera della Slovacchia di Hamsik perchè «questa 'juvenutus' non si può guardare». Davide Romeo boccia 'canna e marchì, ovvero Cannavaro e Marchisio. Senza pietà Filipe Pina: «Bella partita. Sembravano un branco di dementi che correvano dietro al pallone contro una nazionale che non sa neanche cos'è un pallone...Un pareggio regalato, fosse stata un'altra nazionale, l'arbitro avrebbe al massimo ammonito per simulazione... riescono a vincere solo con la fortuna!!!». Andrea Bianchi contesta le scelte di Lippi e trae una conclusione:«Ha un blocco di 6 giocatori della squadra che ha giocato peggio nel campionato, la Juventus. Cosa pretendeva ?».

Impresa della Nuova Zelanda


Impresa della Nuova Zelanda, che era andata in vantaggio. Ora bisogna vincere con la Slovacchia, col secondo posto probabile Olanda negli ottavi. Nella ripresa sono entrati Di Natale e Pazzini.A Torino salta il segnale Rai. Nazionale con il lutto al braccio per la morte di Rosato. E stasera il Brasile contro Drogba. La Francia non si allena per protesta dopo l'esclusione di Anelka

Il Paraguay vince 2-0 e va in testa al girone


Vera-Riveros, il Paraguay va - Con un gol per tempo messi a segno da Vera e da Riveros, il Paraguay batte 2-0 la Slovacchia e va in testa al Gruppo F in attesa di vedere cosa farà l'Italia contro la Nuova Zelanda. Un successo netto quello dei sudamericani contro avversari davvero modesti. L'Italia avrà bisogno di diversi gol per battere la differenza reti del Paraguay e puntare la primo posto nel girone.

sabato 19 giugno 2010

CURIOSITA':Fifa, aids e sponsor guerra al preservativo


Distribuiti clandestinamente nei bagni degli stadi al Ministero della Salute migliaia di profilattici per la sensibilizzazione al problema "dell'amore sicuro". Iniziativa boicottata da Blatter
dall'inviato ANDREA SORRENTINO

POLOKWANE - Manca un'ora a Francia-Messico. Tribuna dello stadio Peter Mokaba, zona toilette. Maschile. Pedro è un giovane tifoso messicano, di quelli classici, tutto avvolto nella bandiera e il sombrero sulle spalle. Si sciacqua le mani nel lavandino, poi chiude il rubinetto, guarda lì a fianco in cerca della carta per asciugarsi. Su un lato del lavandino c'è un pacco di cartone azzurro. Dentro il pacco, una ventina di pacchettini più piccoli, pure di colore azzurro. Pedro li scambia per confezioni di fazzoletti di carta, ne prende uno, lo scarta... e non trova kleenex, ma condoms, insomma profilattici. Sorpresa. Il giovane messicano è timorato di Dio come tanti messicani ed è parecchio in imbarazzo, arrossisce. Siyabonga, il volontario di turno nella toilette, ride di gusto: "Non ne hai bisogno, amico? Non hai una fidanzata?", ma il messicano non parla granché inglese, capisce e non capisce, di sicuro è molto sorpreso, più che rosso ora il suo viso è viola .

Un'occhiata più attenta al pacchetto di condoms rivela tutto. La marca è "Choice", in una scritta in alto si specifica che il prodotto è di una qualità eccellente secondo gli standard internazionali, un'altra che i condoms proteggono dall'Aids e dalle gravidanze indesiderate. In più c'è il numero verde da chiamare per la "Aids helpline", poi il marchio del ministero della Salute sudafricano. Sul retro del pacchetto, sei illustrazioni ben visibili, inchiostro nero in campo giallo, specificano le modalità d'uso, insomma come aprire il pacchetto, come estrarre il prodotto, come e dove sistemarlo (occhio a non compiere errori fatali), come usarlo (nell'illustrazione numero 5 c'è disegnata una mora dalle lunghe chiome sciolte), infine anche cosa farne alla fine della questione, cioè buttarlo nel secchio. Il pacchetto contiene dieci condoms, tutti con data di scadenza: settembre 2014. C'è tempo, per amare.

Si tratta dei preservativi che il ministero della Salute del Sudafrica sta distribuendo nelle città sede del Mondiale. Ma con molte difficoltà, perché i principali ostacoli arrivano, al solito dai signori della Fifa. Il Sudafrica ha il record di malati di Aids nel mondo: le stime parlano di 5,7 milioni di persone (praticamente un adulto su cinque), con 1400 nuovi malati al giorno. Di fatto, una piaga sociale gravissima. Acuita da disinformazione e ignoranza, spesso divulgate dagli stessi vertici del paese. E' celebre la terribile frase di Jacob Zuma, il discusso presidente della Repubblica: "L'Aids? Non è un gran problema. Dopo l'amore, mi faccio una doccia e ogni pericolo scompare". Il ministero della Salute si è accordato con una azienda cinese, che ha prodotto milioni di pacchetti di condoms "Choice", e ha iniziato a distribuirli gratuitamente nelle città che ospitano il Mondiale. Solo che finché circolano negli alberghi, nei bar o nelle toilette dei locali notturni, nessun problema. Il problema riguarda la distribuzione negli stadi: la Fifa ha detto no, e pochi giorni prima del Mondiale. I giornali ne hanno parlato parecchio, sono stati scritti articoli pieni di indignazione. Il motivo del divieto sono le solite beghe sui marchi e sulla protezione dei marchi dei propri sponsor da parte della Fifa, le stesse che hanno portato, giorni fa, al grottesco arresto delle sexy tifose olandese che pubblicizzavano allo stadio una marca di birra. Ma un conto è l'alcol, un conto è la salute pubblica.

La Fifa ha detto no, poi di fronte all'insorgere delle associazioni umanitarie di mezza Africa ha fatto retromarcia: "Siamo favorevoli alla distribuzione dei preservativi, ci mancherebbe. La Fifa promuoverà una campagna di informazione sui pericoli dell'Aids nelle aree di servizio per i tifosi". Per ora, di campagne di informazione se ne sono viste e ascoltate ben poche. E la distribuzione negli stadi, di fatto, non è avvenuta, e di sicuro non all'interno degli impianti. Nei bagni della tribuna di Polokwane li abbiamo visti per la prima volta. Quindi il fronte è stato rotto, una crepa si è aperta, magari altre ne seguiranno. E che crepa. Un'ora prima della partita i pacchi di condoms "Choice" erano migliaia, ordinatamente allineati nei bagni maschili (e anche femminili, ovviamente) delle tribune e delle curve dello stadio Peter Mokaba. Mezz'ora dopo la fine abbiamo fatto un sopralluogo: le scatole che contenevano le confezioni c'erano ancora. Ma erano tutte vuote. Si vede che dopo Francia-Messico, come recitava quella famosa pubblicità del brandy, i messicani hanno festeggiato la vittoria della squadra del cuore, mentre i francesi si sono consolati per la sconfitta della propria. Niente brandy però, solo tanto amore. Sicuro, e gratuito.

(19 giugno 2010)

Olanda, è quasi fatta per gli ottavi


Gli orange battono il Giappone con Sneijder: finisce 1-0. Ora in campo Ghana-Australia (16.30). Camerun-Danimarca (20.30)

STAMPA NON PERDONA 'LEONI':"SQUADRA MEDIOCRE"


È un'Inghilterra «noiosa» e «mediocre» quella che stasera non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 contro l'Algeria: i 'medià inglesi online trasudano delusione e non lesinano critiche alla scialba prestazione della squadra di Fabio Capello. «È stata una brutta partita conclusasi con un deludente pareggio, è stato un match con poche occasioni, con un'Inghilterra nervosa che non è mai riuscita a creare un momento di gioco importantè», scrive il sito di SkyNews in un commento a caldo. «I sogni mondiali dell'Inghilterra corrono stasera sul filo del rasoio dopo un mediocre pareggio contro il 'pesciolinò Algeria - aggiunge il tabloid Sun sul suo sito web - i 'Tre Leonì sono apparsi privi di idee e di creatività, con 'l'horrow show' sudafricano proseguito al Green Point Stadium». I bianchi, secondo il Daily Mail, sono a terra ma non ancora fuori. «Ma per continuare dovranno battere la Slovenia e migliorare drasticamente la prestazione di stasera». Il prestigioso Times parla di gara «deprimente» e per molti giocatori la responsabilità di indossare la maglia della nazionale deve sembrare eccessiva. Un anno e mezzo fa, quando Capello assunse la guida della squadra, disse appunto che per alcuni la casacca bianca era troppo pesante. «Nell'osceno pareggio a reti bianche contro l'Algeria - scrive il giornale sul suo sito - quella maglia sembrava diventata di piombo».

LA CARTA STAMPATA DEL GIORNO DOPO: IL "SUN" RIMPIANGE ERIKSSON - Tra l'Inghilterra e i suoi tifosi è rottura: fischi dopo il pareggio contro l'Algeria per i ragazzi di Fabio Capello, una squadra «senza spinta, velocità e fantasia», commenta la stampa britannica. È bastata meno di una settimana, due sole partite, per ridimensionare due anni di lavoro di Capello, una preparazione ai Mondiali carica di attese e speranze. E ora svanite come neve al sole. L'Inghilterra non vince, i supporter protestano e sui giornali critiche per tutti. «Una triste Inghilterra bloccata da una modesta Algeria», titola il Times a proposito di quella che viene definita una «notte veramente infelice». Perchè «l'Inghilterra »si è soffocata da sola - scrive il Times - non è stata colpa dell'Algeria. Si pensava che Capello potesse essere l'antidoto, invece la fiducia nella squadra sembra volata via«. Proprio come la Francia: »Un gruppo di giocatori di talento senza piano tattico«. Bocciatura senza appello anche per il Guardian (»Lo sforzo dell'Inghilterra produce un pari senza reti«) che sottolinea la frustrazione dei tifosi presenti a Città del Capo che hanno viaggiato per oltre novemila chilometri per uno spettacolo meno che modesto. »Anche battendo la Slovenia mercoledì i tifosi non saranno risollevati da questo scarso risultato«. Inghilterra attanagliata dalla paura, secondo il Daily Telegraph: »Fattore paura per una nazionale che manca di fiducia ed energia«. Più duro il giudizio del Daily Mail che, rivolgendosi a Capello, titola: »Guadagnati la pagnotta, Capello!«, con riferimento al ricco contratto del tecnico italiano, il più pagato del mondiale. E ancora: »Tre Leoni sdentati zoppicano verso un pareggio noioso..e restano in sospeso vicini ad una clamorosa eliminazione«. Nel commento, la dura stoccata a Capello: »Il portiere è stato cambiato, ma nient'altro. Non la qualità del gioco. Non il risultato. Neppure la percezione che l'Inghilterra sia una squadra destinata a promettere molto e raggiungere poco. Anzi, di male in peggio. Una squadra che sembra disintegrarsi sotto la guida di un tecnico che ieri è parso aver terminato le idee«. »What a load of Roobish!«, titola il Mirror, con la foto di Rooney e il consueto gioco di parole con il termine »spazzatura«. E ancora »Cape Clown!«, sempre riferito al centravanti del Manchester United e alla sua tirata contro i tifosi al triplice fischio finale. Citazione storica di Winston Churchill per il Sun che scrive: »Mai in una Coppa del Mondo è stato dato così poco da pochi a così tanti«. Anche in questo caso si stigmatizza la delusione dopo essere arrivati a questi mondiali tra i favoriti. Sempre il Sun si spinge oltre, scusandosi con Sven Goran Eriksson, rivalutato dopo il pari contro l'Algeria. »Sven Goran Eriksson ha raggiunto solo tre quarti di finale. Gli dobbiamo una grande scusa perchè la sua gestione sta per trasformarsi nei momenti migliori degli ultimi 40 anni di calcio inglese«, scrive il Sun.

venerdì 18 giugno 2010

Inghilterra, ora Capello rischia


Orripilante Inghilterra. Gioca senza coraggio, con l'aria di chi è travolto dalle emozioni. Si salvano: James, Carragher, Cole, Heskey, i panchinari. Centrocampo irriconoscibile. In tre parole: non fa gioco. Si conoscono? O è la prima volta che si vedono? Algeria: ottima la partita preparata, ovvero la fase difensiva. Estemporaneo l'attacco. Poche parate, molta delusione

Emozioni e gol tra Usa e Slovenia


Bradley salva il papà
Usa, pari in rimonta
La Slovenia spreca, va avanti 2-0 ma nella ripresa subisce il ritorno degli Stati Unit. Donovan accorcia, il 2-2 porta la firma del figlio del ct. Entrambe le squadre restano in corsa per la qualificazione
di FEDERICO SALA

SLOVENIA e Stati Uniti danno vita ad una delle partite più divertenti viste sin qui ai Mondiali sudafricani. La nazionale del ct Kek va ad un passo dalla qualificazione storica agli ottavi di finale, ma viene ripresa solo nel finale da Bradley, figlio del ct americano che dimostra di essere in nazionale senza alcuna raccomandazione.

LA SLOVENIA SOGNA - Le due formazioni si presentano in campo con 10/11 delle formazioni che hanno giocato la prima gara mondiale. Kek lascia in panchina Dedic e schiera dal 1' la punta Ljubijankic. Bradley presenta Torres in mezzo al campo al posto di Clark. La gara si apre subito con una mini rissa causata da una gomitata sospetta di Dempsey su Ljubijankic. L'arbitro del Mali, Coulibaly, non prende provvedimenti. La Slovenia gioca come sa, ordinata, senza fantasia ma con molta concretezza. Effettua un pressing molto alto che non permette agli americani di ragionare. Al 13' è già 1-0: Birsa viene colpevolmente lasciato libero ai 30 metri e non si fa pregare; due passi e conclusione che si insacca alla sinistra di Howard. Gli Stati Uniti subiscono psicologicamente il colpo e vanno in netto affanno. Si riprendono solo verso il 40' quando insidiano due volte la porta di Handanovic. Ma al 42' ecco la mazzata: riparte la Slovenia, assist di Novakovic che libera Ljubijankic in area davanti a Howard. Gran tocco dell'attaccante sul secondo palo e 2-0.

LAMPO DONOVAN - Le squadre si ripresentano in campo nella ripresa con la Slovenia matematicamente qualificata agli ottavi. Il ct Bradley inserisce subito Edu e Feilhaber al posto di Torres e Findley. Gli Usa vanno all'assalto e al 3' accorciano: azione solitaria di Donovan a destra che penetra in area, non trova compagni liberi e allora calcia quasi dal fondo, trovando lo spazio per segnare di potenza. E' la rete che dovrebbe dare agli Usa la carica per rimontare. Ma la Slovenia non si scompone e ritrova presto ordine e possesso palla. Al 25' ci pensa Handanovic a parare una conclusione di Altidore, nemmeno troppo pericolosa. Quindi Kek effettua il primo cambio: fuori il positivo Ljubijankic e dentro Pecnik.

SALVEZZA BRADLEY - La gara non si sblocca e allora Bradley leva dal campo un difensore, il milanista Onyewu, e inserisce la terza punta Gomez. Arriva il minuto che ridà vita agli Usa; siamo al 37' e Donovan lancia lungo una palla al limite dell'area dove stacca di testa Altidore. La sfera sfila in area per Bradley che col destro al volo pareggia. Scoppia la gioia degli americani, qualcuno piange anche. Gli Stati Uniti non hanno più cambi a disposizione e giocano sulle ali dell'entusiasmo con tre punte in campo. Al 40' giallo in area slovena: Edu devia in rete una punizione di Donovan ma l'arbitro vede un fallo in attacco che sembra non esserci. Sarebbe stato il clamoroso 3-2. Ora la Slovenia guida il Gruppo C con 4 punti, in attesa di vedere cosa farà l'Inghilterra stasera contro l'Algeria. Gli Usa hanno 2 punti e possono ancora sperare in una qualificazione agli ottavi.

Slovenia-Stati Uniti 2-2 (2-0)
Slovenia (4-4-2): S. Handanovic 5,5; Brecko 6, Suler 6,5, Cesar 6, Jokic 6; Kirm 6,5, Koren 5,5, Radosavljevic 6, Birsa 6,5 (86' Dedic sv); Ljubijankic 7 (74' Pecnik sv, 93' Komac sv), Novakovic 6,5. (12 J. Handanovic, 16 Seliga, 6 Ilic, 22 Mavric, 19 Filekovic, 3 Dzinic, 21 Stevanovic, 15 Krhin, 23 Matavz). All.: Kek 6
Stati Uniti (4-4-2): Howard 6; Cherundolo 6, DeMerit 6,5, Onyewu 5 (80' Gomez sv), Bocanegra 5,5; Dempsey 5, Bradley 6,5, Torres 5,5 (46' Edu 6), Donovan 7; Altidore 6,5, Findley 5 (46' Feilhaber 6). (18 Guzan, 23 Hahnemann, 2 Spector, 7 Beasley, 13 Clark, 11 Holden, 12 Bornstein, 21 Goodson). All.: Bradley 6
Arbitro: Coulibaly (Mali) 5
Reti: 13' pt Birsa, 42' pt Ljubijankic, 3' st Donovan, 37' st Bradley
Angoli: 4-2 per gli Usa
Recupero: 2' e 3'
Ammoniti: Cesar, Findley, Suler, Kirm, Jokic per gioco falloso


(18 giugno 2010

Le grandi cadono ancora: sconfitta la Germania


I tedeschi perdono dalla Serbia per 1-0. Arbitro protagonista: espulso Klose dopo 37'. Podolski sbaglia un rigore
di LUIGI PANELLA
COMMENTO - L'eroe, il pollo e il pignolo dall'inviato BENEDETTO FERRARA


LA Germania ridimensionata? Il ko con la Serbia sembrerebbe indicare proprio questo, anche se la chiave di lettura non è così semplice. Diciamo che gli uomini di Loew, troppo imprecisi sotto porta (Podolski sbaglia anche un rigore) contribuiscono parecchio alla sconfitta, ma chi affossa la logica tattica della gara è il fiscalissimo arbitro spagnolo Undiano, eccessivo nel lasciare i tedeschi in dieci con più di mezza partita da giocare. I serbi. La differenza rispetto al passato sta in una maggiore tenuta mentale. Dopo il ko con il Ghana, in altre circostanze il giocattolo si sarebbe sfasciato, invece stavolta, grazie anche ad opportune correzioni, la musica cambia.

IL FOLTO CENTROCAMPO SERBO - Entrando nel dettaglio tattico, Loew non cambia nulla, tenendosi stretti i tre trequartisti d'assalto a sostegno dell'unica punta Klose. Antic invece, memore dei quattro gol rifilati dai tedeschi alle statue australiane, lascia fuori Pantelic (Zigic unica punta) infoltendo il centrocampo per dare più libertà alle avanzate in fascia, soprattutto di Krasic a destra.

UNDIANO PROTAGONISTA - Lo spartiacque del primo tempo è lo spagnolo Undiano. Fischia ad ogni contatto, anche il più innocuo, spezzettando colpevolmente il gioco, quindi verso la fine della frazione lascia i tedeschi in dieci. Klose, già ammonito (peraltro giallo eccessivo), non sa frenarsi mentre rincorre Stankovic e lo tocca da dietro, il buon senso dell'arbitro alberga altrove e la frittata è fatta.

E CAMBIA TUTTO - Per Loew grandina subito sul bagnato, visto che, mentre i tedeschi meditano sull'accaduto, la Serbia disegna la sua migliore azione: cross di Krasic, sponda aerea di Zigic, marchio di Jovanovic che batte Neuer da due passi: tutto bello, ma a difesa avversaria troppo statica. La traversa di Khedira sul finire del tempo, dà il via ad un copione che durerà per buon parte della ripresa.

POLDI, PRINCIPE GIU' DAL TRONO - Il protagonista negativo è Lukas Podolski. Tante volte decisivo, stavolta il principe Poldi compie errori in serie. Ozil lo mette in azione due volte, ma lui sbaglia a colpo quasi sicuro. L'epilogo però è sul rigore, sciaguratamente causato da un tocco di mano di Vidic (il secondo dopo Kuzmanovic, un vizio): sul sinistro del giocatore del Colonia, il portiere Stojkovic intuisce e para. E' il canto del cigno dei tedeschi, che nonostante varie mosse della disperazione di Loew, calano anche atleticamente prestando il fianco al gioco di rimessa serbo. Jovanovic coglie il palo, Zigic la traversa: ma per la Germania il raddoppio sarebbe stato davvero troppo.

GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6; Lahm 6, Mertesacker 5.5, Friedrich 6, Badstuber 5 (32'st Gomez sv); Khedira 6, Schweinsteiger 6; Muller 6 (25'st Marin 5), Ozil 6.5 (25'st Cacau 5), Podolski 5.5; Klose 5. In panchina: Butt, Wiese, Aogo, Jansen, Tasci, Boateng, Trochowski, Kiebling, Kroos.
Allenatore: Loew 6
SERBIA (4-5-1): Stojkovic 7; Ivanovic 6, Subotic 6.5, Vidic 5, Kolarov 6; Krasic 7.5, Ninkovic 6.5 (25'st Kacar 6), Kuzmanovic 6 (30'st Petrovic sv), Stankovic 6.5, Jovanovic 6.5 (34'st Lazovic sv); Zigic 6.5. In panchina: Isailovic, Duricic, Rukavina, Tosic, Pantelic, Milijas, Obradovic, Mrdja.
Allenatore: Antic 6.5
ARBITRO: Undiano Mallenco (Spagna) 4.5
RETE: 38'pt Jovanovic
NOTE: pomeriggio freddo e soleggiato, terreno in buone condizioni, spettatori 40.000 circa.


(18 giugno 2010)

da la Repubblica

giovedì 17 giugno 2010

Le Mexique surclasse la France



COLPACCIO MESSICO, FRANCIA QUASI OUT - Vittoria pesantissima del Messico che batte la Francia e ipoteca gli ottavi di finale. Successo storico per gli uomini di Aguirre che non avevano mai battuto la Francia nei precedenti. Tre punti meritati per quanto fatto vedere in campo: squadra vivace in attacco e ordinata in difesa. Ammutolita la Francia che, come otto anni fa, rischia di andare a casa prima ancora degli ottavi. Squadra lenta e incapace di reagire al vantaggio messicano.

Higuain superstar L'Argertina è travolgente


La squadra di Maradona batte 4-1 la Corea del Sud e ipoteca il primo posto nel gruppo B. L'attaccante del Real Madrid firma una tripletta. Messi ancora a secco ma regala spettacolo
di NICOLA APICELLA

Arrestati 17 'barras bravas'

DOPO lo striminzito golletto contro la Nigeria nella gara d'esordio, l'Argentina ne fa quattro (a uno) alla Corea del Sud e sale in testa al gruppo B ipotecando il primo posto finale nel girone. La Corea, che aveva sorpreso tutti alla prima uscita contro la Grecia, conferma le buone cose dette sul suo conto ma alla lunga non riesce a tenere testa alla maggiore qualità della squadra di Maradona, che prima domina, poi soffre e infine dilaga.

L'eroe del giorno è Gonzalo Higuain. L'attaccante del Real Madrid segna una tripletta (7 presenze e 5 gol il suo score aggiornato con la maglia della seleccion) e diventa il terzo argentino a riuscire nell'impresa ad un mondiale dopo Guillermo Stabile (1930) e Gabriel Batistuta (1994 e 1998). Maradona ha di che sorridere (Messi non segna ma regala spettacolo con la palla incollata al piede, Tevez sembra mangiarsi l'erba, Di Maria si conferma una scelta giusta), ma pure i suoi grattacapi, come una difesa che quando attaccata e presa in velocità va spesso (forse troppo) in difficoltà. Nota stonata della giornata per l'Argentina l'infortunio di Samuel, uscito nel primo tempo per un problema muscolare.

SFIDA APERTA - C'è una sola novità nell'undici proposto da Maradona rispetto alla gara di esordio contro la Nigeria: al posto dell'infortunato Veron spazio a Maxi Rodriguez. I primi minuti disegnano subito il tema tattico della partita. L'Argentina spinge, la Corea si difende. E' a sinistra che si concentra la manovra della squadra di Maradona. Tevez e Di Maria si trovano a meraviglia, l'attaccante del Manchester City al 17' recupera con caparbietà un pallone e conquista la punizione che Messi scodella al centro, la palla sbatte sullo stinco di Park Chu e finisce in rete. Argentina avanti e partita in discesa, anche perché la Corea non reagisce. Esce Samuel, entra Burdisso, al 33' arriva il raddoppio. Ancora una punzione, Maxi Rodriguez scodella al centro, Burdisso prolunga di testa e sul secondo palo Higuain mette in rete. Messi prova a rompere il ghiaccio (serpentina e sinistro morbido che sfiora il palo), l'attenzione nelle retrovie cale e la partita si riapre poco prima della fine del primo tempo. Merito di Demichelis, che si addormenta con il pallone tra i piedi e consente a Lee Chung di infilare Romero.

NEL SEGNO DI HIGUAIN - Nella ripresa l'Argentina cerca subito di chiudere il conto (girata a colpo sicuro di Higuain respinta dal portiere coreano), non ci riesce e rischia grosso. Perché la Corea capisce dove far male (sul lato sinistro della difesa sudamericana) e ci prova. L'occasionissima capita al 13' sul sinistro di Ki Hun, che arriva a tu per tu con Romero ma mette incredibilmente a lato. Scampato il pericolo, Messi decide di mettere la parola fine al match. Al 31', subito dopo l'ingresso in campo di Aguero per Tevez, la stella del Barcellona prima colpisce il portiere e sulla ribattuta prende il palo trovando sulla linea di porta Higuain pronto ad accettare il regalo. Altri 2' e arriva il poker: è sempre Messi ad ispirarlo, Aguero ci metto il piede morbido e Higuain chiude la sua giornata magica infilando il tris. Diego può finalmente sorridere.

Argentina-Corea del Sud 4-1 (2-1)
Argentina (4-3-1-2): Romero; Jonas Gutierrez, Demichelis, Samuel (23' pt Burdisso), Heinze; Maxi Rodriguez, Mascherano, Di Maria; Messi; Higuain (36' st Bolatti), Tevez (30' st Aguero).
(1 Pozo, 3 C. Rodriguez, 8 Veron, 12 Garce, 15 Otamendi, 18 Palermo, 19 Milito, 21 Andujar, 23 Pastore). All.: Maradona: Corea del Sud (4-2-3-1): Jung Sung Ryong; Oh Beom Seok, Cho Yong Hyung, Lee Jung Soo, Lee Young Pyo; Ki Sung Yueng (1' st Kim Nam Il), Kim Jung Woo; Lee Chung Yong, Park Ji Sung, Yeom Ki Hun; Park Chu Young (36' st Lee Dong Gook). (1 Lee Woon Jae, 3 Kim Hyung Il, 6 Kim Bo Kyung, 9 Ahn Jung Hwan, 11 Lee Seung Yeoul, 13 Kim Jae Sung, 15 Kim Dong Jin, 21 Kim Young Kwang, 22 Cha Du Ri, 23 Kang Min Soo). All.: Huh Jung Moo.
Arbitro: De Bleeckere (Belgio)
Reti: nel pt 17' Park Chu Young (autorete), 33' Higuain, 46' Lee Chung Yong; nel st 31' e 35' Higuain Angoli: 6-2 per l'Argentina
Recupero: 1' e 2'
Ammoniti: Yeom Ki Hun, Lee Chung Yong e Mascherano per gioco scorretto, Jonas Gutierrez ed Heinze per comportamento antiregolamentare
Spettatori: 82.174

(17 giugno 2010)

mercoledì 16 giugno 2010

Spagna, che tonfo La Svizzera fa il colpo


Gli iberici perdono in una gara ufficiale dopo 4 anni, inchinandosi all'attenta organizzazione difensiva degli elvetici. Decide Gelson Fernandes poi, nel finale, Derdiyok legittima il successo colpendo un palo
di JACOPO MANFREDI


ECCOLA la sorpresa che non ti aspetti. Arriva proprio all'ultima partita della prima giornata dei Mondiali. Ed ha davvero del clamoroso visto che la favorita Spagna si deve inchinare all'operaia Svizzera che ottiene il massimo risultato con grande umiltà, dopo aver eretto barricate ad oltranza.

KO DOPO 4 ANNI - La Spagna cade così clamorosamente dopo 4 anni (non perdeva una gara ufficiale dal 7 ottobre 2006 - Svizzera-Svezia 2-0 delle qualificazioni agli Europei 2008), ma deve soprattutto recitare il mea culpa. Specie Del Bosque che ha sbagliato formazione iniziale, non agevolando il compito dei suoi giocatori. Il 4-5-1 messo in campo con tanti palleggiatori ed una sola punta, Villa non ha prodotto frutti se non uno sterile predominio territoriale. L'ex attaccante del Valencia è rimasto troppo spesso isolato e l'innesto di Torres è stato troppo tardivo.

SVIZZERA PERFETTA - La Svizzera ha ringraziato e alla fine ha trovato anche la forza per andare incredibilmente a vincere. Hitzfeld ha badato al sodo. Ha costruito una squadra difensiva ma mai remissiva, con quattro difensori e tre centrocampisti interditori, ma ha sempre tenuto due punte per garantire profondità nelle ripartenze. E così, dopo non aver rischiato praticamente nulla per un tempo, si è andato a prendere i 3 punti con un perfetto contropiede di Derdiyok, finalizzato dall'accorrente Gelson anche con un pizzico di fortuna, complice un fortunato rimpallo con Pique.

VITTORIA LEGITTIMATA - Un risultato che la Svizzera ha legittimato col passare dei minuti. Anche perché la Spagna ha continuato ad attaccare a testa bassa ma, se si eccettua una traversa da lontano di Xabi Alonso, senza particolare incisività mentre gli elvetici, di rimessa, sono andati vicinissimi al raddoppio con Derdiyok che ha centrato un clamoroso palo a Casillas battuto. E dunque, alla fine, Davide ha meritatamente battuto Golia. E questo d'altronde è il bello del calcio.

SPAGNA-SVIZZERA 0-1
Spagna (4-1-4-1): Casillas, Sergio Ramos, Pique, Puyol, Capdevilla, Busquets (17' st Fernando Torres), Silva (17' st Jesus Navas), Xavi, Xabi Alonso, Iniesta (31' st Pedro), Villa. A disp. Reina, Valdes, Raul Albiol, Arbeloa, Marchena, Fabregas, Javier Martinez, Mata, Llorente. All. Del Bosque.
Svizzera (4-4-2): Benaglio, Lichtsteiner, Senderos (36' pt Von Bergen), Grichting, Ziegler, Barnetta (47' st Eggimann), Inler, Huggel, Fernandes, Derdiyok (34' st Yakin), Nkufo. A disp. Leoni, Wolfli, Magnin, Padalino, Schwegler, Shaqiri, Bunjaku. All. Hitzfeld.
Arbitro: Webb (Ing).
Reti: 8' st Fernandes.
Ammoniti: Grichting, Ziegler, Benaglio, Yakin.
(16 giugno 2010)

da la repubblica

martedì 15 giugno 2010

Attenzione azzurri Sorpresa 'All Whites'


La Slovacchia si sentiva in testa al girone, poi nel recupero è arrivato il pari della Nuova Zelanda. Gara modesta, ma anche Italia-Paraguay non è stato uno spettacolo: Lippi farà meglio a tenere gli occhi bene aperti
dall'inviato ANDREA SORRENTINO

RUSTENBURG - La Slovacchia si sentiva già lepre, in testa al girone F, addirittura a +2 sui campioni del mondo. Non male, per l'unica esordiente in questa World Cup. Il gol di Vittek in apertura di ripresa, anche se in lieve fuorigioco, permetteva a Hamsik e i suoi fratelli di battere i teneri neozelandesi. Invece è finita che una capocciata in area del difensore Reid, a pochi secondi dalla fine del recupero, ha consegnato alla storia (chi l'avrebbe detto?) la sfida di Rustenburg: è il primo punto conquistato dagli All Whites in una Coppa del Mondo, perché nella precedente esperienza (1982) erano arrivate tre sconfitte. Risultato un po' stretto per gli slovacchi, che dopo un avvio difficile per via dell'emozione avevano ben controllato la gara, superiori tecnicamente nonostante una prova non eccelsa di Hamsik. Ma un'esitazione in difesa, sull'ultimo tentativo dei neozelandesi, è stata fatale. Gara dal valore tecnico risibile, si dirà, e flagellata da un vento costante che ha impedito a molti giocatori un corretto controllo del pallone. Ma a pensarci bene, neppure Italia-Paraguay è stato uno spettacolo tecnico, tutt'altro, quindi occhi bene aperti nei prossimi due match.

La Nuova Zelanda, avversario degli azzurri il 20 giugno, si conferma Cenerentola di bianco vestita. Il tecnico Herbert, che era giocatore nella precedente apparizione dei Kiwi nell'82, disegna anche un interessante 3-4-3, con gli esterni di centrocampo che fanno poco i difensori e cercano di spingere, mentre le tre-punte-tre sono degli armadi di un metro e novanta cui spesso viene appoggiato il pallone con lanci lunghi. Impronta di gioco di chiaro stampo britannico, begli atleti tutti, ma mezzi tecnici limitati e impacci di vario tipo sul breve. Ciliegina sulla torta il portiere, Mark Paston dei Wellington Phoenix, 34 anni, un perticone di 1.95, autore di un paio di grotteschi svarioni nel primo tempo: un liscio di sinistro nel tentativo di rinviare il pallone, e quasi Vittek ne approfitta per segnare l'1-0, oltre a un'uscita quasi a farfalle su un cross, ma rimediata in corner. Paston è il portiere di riserva perché il titolare, Moss, è squalificato anche per il match contro l'Italia. Tirare in porta il più possibile e mettere pressione sui rinvii, contro Paston, sarà un'arma possibile per gli azzurri.

Per mettere in difficoltà la Nuova Zelanda bisogna giocare soprattutto palla a terra, con triangolazioni veloci. E' quello che è riuscita a fare la Slovacchia (che affronterà l'Italia nella terza gara del girone, il 24 giugno) dopo una ventina di minuti bruttini, i primi. Molto contratti, gli slovacchi, però ben raccolti intorno a Strba, mediano davanti alla difesa dalle buone qualità atletiche e con molto senso della posizione. Hamsik gioca più arretrato rispetto al suo ruolo nel Napoli e si è dedicato a un lavoro di cucitura del gioco, poco agli inserimenti in area che sono la sua specialità. Positivo Vladimir Weiss, ala dinamica (figlio dell'attuale ct Vladimir Weiss e nipote di Vladimir Weiss che giocava nella Cecoslovacchia anni Sessanta: poca fantasia sui nomi di battesimo, in famiglia), ma le cose più interessanti si sono viste in attacco. Stesak, centravanti del Bochum in Bundesliga, si muove moltissimo ed è bravo a dialogare con i compagni, mentre Vittek è il leader. Gioca tra centrocampo e attacco, è un po' numero 10 e un po' seconda punta, è alto quasi 1.90 qiundi difficilmente lo sposti o lo anticipi, sembra piuttosto anarchico tatticamente (infatti spesso i compagni di centrocampo lo sgridano) ma è dai suoi piedi che nascono tutte le iniziative più pericolose, in coppa con Sestak. I due creano il gol del vantaggio: cross di Sestak da destra e incornata al centro dell'area di Vittek, giusto nell'angolino alla destra di Paston, poi Vittek va a festeggiare come un pazzo. Ne ha ben donde: il suo è un gol storico, il primo della Slovacchia nella fase finale della World Cup. Ma in coda per gli slovacchi c'è il veleno. Nessuno marca Reid mentre parte da sinistra un cross di Smeltz e il difensore impatta con la fronte al 48', palla in rete, il girone F riparte da zero. Anzi, da uno: tutti a un punto, tutti con un gol segnato e uno incassato.
(15 giugno 2010)
da la Repubblica

lunedì 14 giugno 2010

Honda batte Eto'o


I nipponici superano 1-0 il Camerun grazie ad una rete dell'esterno del CSKA Mosca. Un successo meritato contro una squadra deludente. Inutile la traversa di Mbia nel finale
di FEDERICO SALA


GLI attesissimi Leoni d'Africa del Camerun falliscono l'esordio mondiale e vengono meritatamente battuti dal Giappone che ora guida il Gruppo E insieme all'Olanda (2-0 sulla Danimarca). Partita non bella a Bloemfontein, soprattutto nei primi 45'. Da apprezzare invece la disposizione tattica dei nipponici che non hanno concesso nulla agli africani.

PARTITA BLOCCATA - Il ct Okada schiera un Giappone ordinato, disposto con un 4-5-1 con Abe davanti alla difesa e Okubo punta unica. Le Guen risponde con un 4-3-2-1 dove Webo fa la punta centrale e Eto'o e Choupo-Moting spaziano ai lati. Ma la teoria è una cosa, la pratica un'altra: sul campo gli africani non sanno veramente come giocare, fanno poco movimento e giocano troppo vicini, intasando gli spazi. Il Giappone è invece ordinato e in difesa raddoppia sistematicamente sugli avanti camerunesi. Ne esce un match bloccato, senza emozioni. Gli unici brividi li regala il portiere Kawashima con due uscite spericolate.

LAMPO HONDA - Bisogna attendere il 39' per assistere al primo vero tiro in porta della gara: lo effettua Eyong, con il portiere Kawashima che non fatica a parare. Passano alcuni secondi e siamo dalla parte opposta del campo: Matsui crossa dalla destra, la difesa del Camerun si preoccupa di Okubo e lascia libero Honda sul secondo palo. L'esterno stoppa e insacca da due passi.

CAMERUN SENZA IDEE - La ripresa si apre con l'unico vero spunto del match di Samuel Eto'o: l'attaccante dell'Inter ne beve tre sul fondodestro e serve Choupo-Moting che però spreca malamente calciando sul fondo. Il Giappone non si scompone e continua a correre il doppio degli avversari. Allora Le Guen finalmente cambia qualcosa: dentro la fantasia di Emana per Matip. Okada risponde col bomber Okazaki per Matsui, stanchissimo. Il ct del Camerun inserisce poi Geremi e Idrissou, ma lo schema tattico dei Leoni d'Africa non cambia e resta prevedibile. Manca un'idea di gioco e il Giappone ha vita facile ad amministrare il vantaggio. Al 37' potrebbe essere 2-0 ma il tiro di Hasebe viene respinto da Hamidou e il palo successivo preso da Okazaki non vale: c'è offside. Lampo del Camerun al 40' con la traversa presa da Mbia. Ma l'1-1 sarebbe stato un risultato beffardo per il Giappone, ora meritatamente a tre punti, insieme all'Olanda, al comando nel Gruppo E.

Giappone-Camerun 1-0 (1-0)
Giappone (4-1-4-1): Kawashima 5,5; Nagatomo 6,5, Nakazawa 6,5, Tanaka 6,5, Komano 6,5; Abe 6; Matsui 6 (24' st Okazaki 6), Honda 7, Hasebe 6,5 (43' st Inamoto sv), Endo 6,5; Okubo 6 (37' st Yano sv). In panchina: Narazaki, Ukida, Nakamura. Tamada, Iwamasa, K. Nakamura, Konno, Morimoto, Kawaguchi. Allenatore: Okada 6,5.
Camerun (4-3-3): Hamidou 5,5; Mbia 5,5, N'koulou 5, Bassong 5, Assou Ekotto 5,5; Matip 5,5 (18' st Emana 5,5), Makoun 5 (30' st Geremi 6), Eyong 5; Eto'o 5,5, Webo 5, Choupo Moting 4,5 (30' st Idrissou 5). In panchina: Kameni, Song, A. Song, Nguemo, Bong, Chedjou, Mandjeck, Ndy Assembe, Aboubakar. Allenatore: Le Guen 5
Arbitro: Benquerenca (Por) 6,5
Rete: 39' pt Honda.
Spettatori: 30.000 circa.
Angoli 3-0 per il Camerun.
Ammoniti: Nkoulou e Abe.
Recupero: 2', 4'.
(14 giugno 2010)


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domenica 13 giugno 2010

Germania super Poker all'Australia


PARTENZA lanciata della Germania, che travolge l'Australia con un 4-0 che non lascia dubbi sull'andamento della gara. Difficile dire dove partano i meriti tedeschi e si fermino quelli dei canguri. Il dato di fatto parla di una squadra tedesca giovane, sbarazzina ma nel contempo di buona personalità, capace di dare spettacolo in zona offensiva. Malissimo gli australiani: 4 anni in più ed un allenatore diverso (Verbeek, con tutto il rispetto, non vale Hiddink) rispetto al mondiale tedesco, squadra lenta e slegata tra i reparti.

TREQUARTI D'ASSALTO - Entrando nel dettaglio tattico, anche Loew, confermando una abitudine che va avanti da tempo, adotta il modulo con una sola punta (Klose), supportata da una trequarti d'assalto ispirata da Ozil. Verbeek replica in maniera pressoché speculare, ma con un atteggiamento mentale diverso: Cahill, che dovrebbe fare l'incursore, divide il ruolo di attaccante di riferimento con Garcia.

PODOLSKI A 'CASA SUA' - Nella prima frazione la Germania è lo specchio di quanto visto nelle ultime amichevoli. Se attaccata la squadra soffre (girata a colpo sicuro di Garcia, salva Lahm), ma quando propone il gioco offensivo di soluzioni ce ne sono parecchie. Gran merito per Ozil, da cui partono la maggior parte delle azioni tedesche, ma merito anche di Podolski: il buon 'Poldì con il Colonia ne azzecca poche, ma in nazionale il discorso cambia sempre. Suo il gol che sblocca il risultato: bel sinistro su imbeccata da destra di Muller.

KLOSE NELLA STORIA - Altro che sente odore di grande evento è Klose, che entra nei primi cinque cannonieri mondiali di ogni tempo: 11 reti, è dietro Ronaldo, Gerd Muller, Fontaine e Pelè, compagnie niente male. Il bomber sbaglia un gol fatto su invito di Podolski, poi centra la porta con la sua specialità: colpo di testa prepotente su cross di Lahm ed uscita imperfetta di Schwarzer. Tutto rigorosamente agevolato dalla staticità imbarazzante dei canguri, che rischiano di capitolare ancora: Ozil però è lezioso, ed il suo tocco morbido agevola il recupero di Neill sulla linea.

CI SI METTE ANCHE L'ARBITRO - La ripresa, ripropone gli stessi temi. Li ingigantisce l'arbitro messicano Rodriguez, che prima opta per l'involontarietà su un tocco di mano in area di Mertesacker, poi manda in doccia Cahill per un fallo che forse non avrebbe meritato neanche il giallo. I giochi sono praticamente fatti. I tedeschi continuano a giocare in velocità, le occasioni fioccano, di gol ne arrivano due: Muller indovina l'angolo su assist di Podolski, Cacau, appena entrato per Klose, fa poker su invito del solito Ozil. Prossima gara per i tedeschi, un test che si presenta più probante contro la Serbia. Per l'Australia contro il Ghana è già 'dentro o fuori'.

LOEW DOPO LA GARA - Il ct tedesco è ovviamente molto soddisfatto: "Abbiamo giocato molto rapidamente in avanti, sapevamo che l'Australia poteva soffrirci dietro ed è andata così". Per Loew l'esordio da primo allenatore in un Mondiale: "All'inizio sentivo la tensione, poi dopo il 2-0 mi sono tranquillizzato". Ai microfoni anche Klose, tornato al gol: "Abbiamo studiato questo schema con Lahm ed è stato attuato. Ovviamente non abbiamo ancora fatto niente, concentrati per la seconda partita. Le critiche? E' stato uno stimolo, la squadra ha reagito bene"

Germania-Australia 4-0 (2-0).
Germania (4-2-3-1): Neuer 6, Lahm 6.5, Mertesacker 6, Friedrich 6, Badstuber 6, Khedira 6, Schweinsteiger 6.5, Mueller 6.5, Ozil 7 (29' st Gomez sv), Podolski 7 (36' st Marin sv), Klose 6.5 (23' st Cacau 6.5). (12 Wiese, 22 Butt, 2 Jansen, 4 Aogo, 5 Tasci, 20 J. Boateng, 18 Kroos, 15 Trochowski, 9 Kiessling). All.: Loew 7
Australia (4-2-3-1): Schwarzer 6, Wilkshire 6, Neill 5, Moore 5, Chipperfield 5, Valeri 5.5, Grella 5 (1' st Holman 5.5), Emerton 6 (29' st Jedinak sv), Cahill 5, Culina 5.5, Garcia 6 (19' st Rukavytsya 5,5). (12 Federici, 18 Galekovic, 6 Beauchamp, 20 Milligan, 21 Carney, 23 Bresciano, 22 Vidosic, 10 Kewell, 9 Kennedy). All.: Verbeek.
Arbitro: Rodriguez (Mex) 5
Reti: nel pt 8' Podolski, 26' Klose; nel st 23' Mueller, 25' Cacau.
Espulso: nel st 11' Cahill per gioco falloso.
Ammoniti: Ozil per simulazione; Moore per proteste; Neill, Cacau e Valeri per gioco falloso.
Angoli: 6-4 per l'Australia.
Recupero: 1' e 3'.
Spettatori: 60 mila
Da la repubblica

ARGENTINA..ECCOLO L'UNICO VERO SPECIAL ONE...

Processo a Capello


RUSTENBURG - Tanto per far capire il clima, il News of the World oggi sintetizza: "Un portiere di merda rovina un esordio da sogno". Ecco, diciamo che il comune sentire inglese è così orientato, dopo il pareggio della nazionale all'esordio mondiale contro gli Usa, un 1-1 che rimarrà per sempre associato a Robert Green, alla sua grottesca esitazione che ha provocato il pareggio americano. Nei titoli dei giornali c'è spazio anche per i soliti simpatici giochi di parole, e se fossimo in Green o nei suoi familiari rinunceremmo a farci consegnare la rassegna stampa. Valga per tutti lo strillo del Sunday Mirror, che pubblica una foto gigantesca di Green e il titolo "Hand of clod", che gioca sull'assonanza con la celebre "Hand of God", la mano di Dio di Maradona, solo che "Hand of clod" suona più o meno come "Mano d'argilla". C'è chi definisce il portiere un "clown", o chi gli affibbia lo stesso soprannome del suo collega David James, ossia "Calamity". Del resto Green è ben consapevole di tutto, infatti subito dopo la partita ha detto: "E' stato un grave errore, non ho scusanti. Nella vita di un portiere possono accadere cose simili, infatti per giocare in questo ruolo bisogna avere spalle forti. So bene che da stasera almeno 50 milioni di inglesi ce l'avranno con me, e non posso dar loro torto. Ma ora è necessario rialzarsi". Altri quotidiani puntano l'obiettivo sulla cronica incapacità della nazionale inglese di presentarsi ai grandi appuntamenti con portieri decenti almeno dai tempi di Peter Shilton, che si ritirò nel 1990, e in effetti questo è un dibattito sensato.

C'è poi un altro fronte di discussione, e riguarda Fabio Capello: cominciano ad arrivare le prime forti critiche anche per il ct, e c'era da aspettarselo. Il Daily Mail rovescia il fronte della discussione, e non mette l'accento sulla papera di Green, quanto su chi l'ha scelto: "La federazione paga Capello 6 milioni di sterline all'anno per avere da lui qualità nelle scelte e nel gioco. Ebbene, l'allenatore ha detto di aver deciso di puntare su Green dopo l'amichevole contro il Messico a Wembley, 19 giorni fa. Ma quella sera a Wembley eravamo in 90000, e tutti ci accorgemmo che Green non dava la sensazione di sicurezza che si chiede a un portiere. Il prescelto doveva essere James, reduce da una fantastica annata col Portsmouth": peccato che il Portsmouth di James sia arrivato ultimo in Premier League. Comunque le critiche per Capello non finiscono qui e riguardano anche altri aspetti del gioco: "L'Inghilterra non ha giocato bene. Rooney si è mosso troppo lontano dalla porta. La scelta di King in difesa non si è rivelata felice, come quella del suo sostituto nella ripresa, Carragher, troppo lento e a disagio: cosa accadrà se incontreremo attaccanti come Tevez e Messi? Neppure la decisione di far giocare Milner è stata felice. Ed Emile Heskey, d'accordo, ha giocato bene, ma ha sbagliato un gol clamoroso, poi è stato sostituito dall'inutile Crouch, mentre è rimasto in panchina Defoe che con la sua velocità poteva servire". Insomma, il processo a Capello è già iniziato. E l'aria intorno al ct, dopo due anni e mezzo di idillio, potrebbe iniziare a farsi pesantuccia. Tutto per colpa di Robert Green. O forse non solo sua.
(13 giugno 2010)
da la repubblica

venerdì 11 giugno 2010

Tabellone riassuntivo giocate....

Il FANTASTICO SBIRICO COME SEMPRE NON SI SMENTISCE E CI PRESENTA IN ANTEPRIMA LA PRIMA PARTE DI TUTTI I RISULTATI PRONOSTICATI PER QUESTA PRIMA EDIZIONE DEL NOSTRO FANTAMUNDIAL...

PS Si n'artistone Sbirico...

ScaricaTabellone in pdf

ScaricaTabello in excel (Aggiornato)

mercoledì 9 giugno 2010

UN GRANDE GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE PARTECIPANO...


Buona sera a tutti coloro che hanno e stanno facendo del loro MEGLIO per far si che questo blog inizi a prendere FORMA... -2 Giorni al PRIMO MUNDIALITO.. PS eravamo dati a 1.04 che non c'e la facevamo e invece come la CINA in amichevole con la FRANCIA stiamo riuscendo nell'IMPRESA... ANCORA GRAZIE......